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Voi siete qui: Teatro & Cinema » Al Teatro Franco Parenti “La confessione” di Dostoevskij

12 Febbraio 2018 Scritto da Saul Stucchi

Al Teatro Franco Parenti “La confessione” di Dostoevskij

Pare che al Festival di Sanremo si sia parlato anche di teatro, destando una certa sorpresa nel grande pubblico e una sorpresa – forse anche maggiore – per quella stessa sorpresa nel novero di chi di teatro vive. Da parte mia non comprendo nessuna delle due: pur essendo diverse e spesso incomunicanti siamo due Italie che si conoscono da sempre. E si apprezzano da mai…
Mino Manni ne "La confessione", da "I demoni" di Dostoevskij

Ma lasciamo perdere e dedichiamoci a cose più serie, perché il tempo è prezioso e va investito al meglio. Dunque segnatevi in agenda: fino al 18 febbraio potrete assistere al Teatro Franco Parenti di Milano allo spettacolo “La confessione. Il capitolo censurato dei Demoni” per la regia di Alberto Oliva, naturalmente tratto dal più nero dei capolavori di Dostoevskij.

È una tappa dell’intenso cammino che la compagnia “I Demoni” (composta da Oliva e da Mino Manni che in scena è il demoniaco Stavrogin) ha intrapreso da qualche anno tra le pagine dello scrittore russo. E allora partiamo dall’inizio, con una citazione dal libro “Prospettiva Dostoevskij” che il duo Oliva – Manni ha pubblicato per i tipi di Cue Press e presentato giusto pochi giorni fa nello stesso teatro, in un dialogo con l’editore Mattia Visani e il professor Damiano Rebecchini.

Tutto è cominciato nel settembre del 2011, quando abbiamo deciso di fondare l’Associazione I Demoni per dare vita a spettacoli teatrali, laboratori e attività culturali che dessero voce ai temi che più ci sono cari e agli autori che amiamo. Primo tra tutti Fëdor Dostoevskij, cui abbiamo dedicato il nostro nome, che ben ci rappresenta.
Dostoevskij è un nume tutelare che abbiamo incontrato separatamente, Alberto vincendo un concorso dedicato all’allestimento delle Notti bianche, Mino con una prestigiosa tournée di due anni al seguito di Glauco Mauri e Roberto Sturno con un adattamento di Delitto e castigo, con cui sono arrivati fino a Pietroburgo.

Il monologo attualmente in cartellone dimostra l’ormai lunga frequentazione con l’autore russo. Nulla è improvvisato, nulla è sopra le righe. Tutto invece è perfettamente calibrato, a cominciare dall’intenso silenzio iniziale che mi ha riportato alla mente una celebre battuta delle Rane di Aristofane, in cui Dioniso (il dio del teatro!) confessava di aver apprezzato il silenzio di Niobe nella rappresentazione di una tragedia di Eschilo…

Mino Manni nel monologo "La confessione", tratto dal romanzo "I demoni" di DostoevskijCosì come sono sapientemente disegnate le luci che giocano con il profilo dell’attore in un effetto di chiaroscurale che mette in risalto la doppiezza di Stavrogin, uomo del sottosuolo corroso dal male di vivere, da un’inedia che non riesce a fronteggiare. E allora gioca con la vita propria e con quelle altrui (come se le persone che cadono nella sua rete fossero mosche), gettandosi in un abisso di abiezione da cui è convinto di poter riemergere quando gli aggradi.

In questa Confessione Dostoevskij segue lo scandaglio nei precipizi dell’anima umana, registrando ogni minimo fenomeno, dalla collera alla voluttà, dall’esaltazione alla disperazione, dall’irritazione all’ebbrezza… Indaga sul piacere perverso di fare il male ai più deboli, di stuprare l’innocenza degli indifesi.

Manni è bravissimo nell’esprimere i turbamenti e i cambiamenti repentini, le risate isteriche e i momenti di folle lucidità. È proprio questa folle lucidità il peccato più grave di Stavrogin, la convinzione di potersi fermare da solo sull’orlo del precipizio, di cancellare il ricordo dei delitti, di non provare alcun rimorso.

Si accolla le proprie responsabilità per un atto di superomismo invece che di pentimento. Peccato gravissimo, ma non mortale, per il credente Dostoevskij. Perché anche negli abissi più scuri dell’anima arriva a risplendere la luce del Cristo che ha patito la morte per noi su quella croce (stavros) che è inchiodata nel nome di Stavrogin.
Saul Stucchi

PS: dal 16 febbraio al 4 marzo al Franco Parenti andrà in scena “Delitto e castigo” con Marco Balbi, Francesco Brandi, Maria Eugenia D’Aquino, Massimo Loreto, Mino Manni, Sara Marconi, Giulia Merelli, Camilla Sandri, Riccardo Sinibaldi.

In archivio:

  • Seguite al Teatro Franco Parenti “Il topo del sottosuolo”
  • Delitto e castigo: personaggi in cerca di redenzione a Pietroburgo
  • In bilico tra sogno e realtà le “Notti bianche” per la regia di Oliva

Dal 7 al 18 febbraio 2018

La confessione
Il capitolo censurato dei Demoni

  • adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni
  • da I demoni di Fëdor Dostoevskij
  • con Mino Manni
  • regia Alberto Oliva
  • produzione Teatro Franco Parenti

Orari:

  • martedì 13 febbraio 20:45
  • mercoledì 14 febbraio 21:15
  • giovedì 15 febbraio 19:15
  • venerdì 16 febbraio 19:15
  • sabato 17 febbraio 19:30
  • domenica 18 febbraio 15:30

Biglietti: intero 15 €; ridotto 12,50 € + diritti di prevendita

Teatro Franco Parenti 
Via Pier Lombardo 14
Milano

Informazioni:

www.teatrofrancoparenti.it

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