La prima volta che ho visto “Natural Born Killers” di Oliver Stone (1994), ho provato una sensazione strana. Sicuramente è un film che vuole portarci a riflettere, ma Stone troppo spesso sembra esagerare, sia nel contenuto, sia a livello tecnico.
Apparentemente, potrebbe sembrare la storia di due “innamorati” molto fuori di testa. Ma, a un’analisi più approfondita, si comprende che il regista americano non ha intenzione di esaltare o criticare i due giovani assassini: vuole invece farci pensare al potere devastante che negli USA e nel resto del mondo hanno assunto i media.
Per raggiungere il suo scopo, ricorre a delle esasperazioni: gli inviati televisivi riescono ad avere un colloquio dentro il carcere, un giornalista è pronto a tutto pur di diventare famoso e altri simili episodi.

“Il giorno in cui voi due avete ammazzato, voi siete diventati nostri! Del pubblico! Dei media!”, dice il giornalista Wayne Gale al protagonista Mickey.
Violenza e media
La sceneggiatura originale (che portava il titolo di “Thrill Killers”) è opera di Quentin Tarantino, il quale la vende per 400.000 dollari. Tuttavia Oliver Stone, insieme con Richard Rutowski e David Veloz, la modifica a tal punto che restano del testo originale solo pochi dialoghi e il nome di qualche personaggio. Anche il titolo diventa quello che conosciamo. Tutto perché a Stone viene l’idea di incentrare il film sul rapporto tra la violenza e i media.
Secondo lui, “noi viviamo in un’epoca in cui i media rincorrono la violenza” e per questo motivo, per ogni delitto che viene commesso dovremmo noi stessi farci un esame di coscienza e chiederci fino a che punto ne siamo responsabili come soggetti e come società. Con questa pellicola, è come se chiedesse allo spettatore di pensare, lo obbligasse a farlo.
La società nella quale siamo immersi – come d’altro canto nei lavori di Tarantino – è una società alla deriva, malata che si nutre di violenza e di TV spazzatura. Il film è una condanna pesante nei confronti di quei canali che propongono situation comedy al fine di allontanare lo spettatore dalla realtà dei fatti.
“Se non ti ammazzo, di che parla la gente?”, dice Mickey.
Mezzi e tecniche
Per ottenere quello cui aspira, il regista confeziona, anche tecnicamente, un lavoro molto particolare.
“Natural Born Killers” mescola abilmente stili e tecniche differenti.
Partendo dalla regia asciutta e misurata, i vari collaboratori (il direttore della fotografia Robert Richardson, lo scenografo Victor Kempster, i montatori Hank Crowin e Brian Berdan) si impegnano al massimo per confezionare un prodotto che arrivi a colpire lo spettatore.
Così, nel film vengono usati i più disparati formati di pellicola (35mm, 16mm, 8mm, videocassette, super8mm e altri); registri stilistici diversi (per esempio in forma di sit com, di programma televisivo, di cartone animato, ecc…); c’è il colore, ma anche il bianconero; velocità diverse, spesso rallentate o accelerate; immagini in negativo o solarizzate, frammentate, sovrapposte, sghembe; luci aride o rosse o dorate, esplosioni luminose, irruzione di immagini vegetali o animali. Infine, il montaggio, frenetico, a tratti schizofrenico, se non proprio allucinato.
Per non dimenticare la musica (tra l’altro grande passione del regista): la colonna sonora spazia da Bob Dylan, a Patty Smith, a Leonard Cohen, per arrivare persino a Puccini.
La musica, dicevo, ha sempre appassionato Stone. Ha diretto, nel 1991, un film biografico incentrato sulla figura di Jim Morrison (“The Doors”) e – anche se il film non è stato sicuramente un successo – parto da qui per parlare di un’altra grande passione del nostro: l’alcool e le droghe. Stone è stato arrestato, processato e detenuto per possesso e consumo di marijuana e altre sostanze illecite.
Oliver Stone
Ma, una volta citate le debolezze, posso passare al suo lavoro. In primo luogo, devo dire che oltre che regista, è anche sceneggiatore: ha vinto un Oscar (migliore sceneggiatura non originale) per “Fuga di mezzanotte” diretto da Alan Parker nel 1978 [di Alan Parker è “Pink Floyd – The Wall”, recensito qui su ALIBI Online nel 2019].
Come regista, ha firmato venti pellicole, alcune delle quali famose, come “Platoon” (1986), “Wall Street” (1987), “Nato il 4 luglio” (1989) e “JFK – Un caso ancora aperto” (1991).
Oliver Stone è nato a New York nel 1946 e si è laureato alla New York University School, avendo come insegnante anche Martin Scorsese (regista, tra gli altri film, di “Taxi Driver”).
Della sua vita ricordo la partecipazione alla guerra del Vietnam (per la quale viene anche decorato) e la sue oscillazioni politiche: è passato da seguace di Ronald Reagan a Barack Obama; nelle ultime elezioni americane sosteneva Bernie Sanders.
Note e curiosità
Prima accennavo alle sit com svuota cervelli che ormai hanno preso il potere anche da noi. Ebbene, gli sceneggiatori ne inventano una, sia pur se sopra le righe, quando ancora Mallory vive in casa con i genitori. Mantenendo i tempi, gli applausi finti e le risate fuori scena, l’argomento trattato vira decisamente verso l’incesto (padre-figlia), ben lontano dai canoni moralistici di questo genere di lavori.
Riguardo i rapporti tra Tarantino e Stone sono nate diverse leggende. Comunque, alla fine, sembra ci sia stata una riconciliazione, se è vero che, nel 1994, quando era sul punto di uscire nelle sale “Natural Born Killers”, Quentin rinviò l’uscita del suo “Pulp Fiction” per evitare che la critica e il pubblico paragonassero i due film.
Per ultimo ho lasciato un discorso molto delicato. Premesso che io non credo alla cosiddetta “emulazione” (secondo me – e senza scomodare la psicanalisi – è dovuta più ad ignoranza che altro), la pellicola di Stone ha dato agio a diversi tentativi di imitazione delle gesta di Mickey e Mallory.
Ne indico alcuni. Sarah Edmonson (18 anni) e il suo ragazzo Benjamin Darras fecero una rapina che poi si trasformò in efferato omicidio: i parenti di una vittima intentarono una causa contro Stone. I responsabili del massacro alla Columbine High School, Eric Harris e Dylan Klebold erano fan del film: usavano l’acronimo NBK (“Natural Born Killers”) per indicare la loro missione.
Un ultimo caso è quello di Nathan K. Martinez (17 anni), il quale uccise la sua matrigna e la sua sorellastra in un sobborgo di Salt Lake City (nello Utah). Nathan aveva visto il film di Stone dozzine di volte; si era anche rasato a zero i capelli per somigliare di più al personaggio di Mickey.
“Che cos’è un omicidio, amico? Tutte le creature di Dio uccidono, in un modo o nell’altro. Guarda le grandi foreste: lì hai specie che uccidono altre specie; la nostra, le uccide invece tutte allegramente, foreste comprese. Solo che la chiamiamo ‘industria’, non omicidio”. (Mickey)
L S D
Natural Born Killers
- Regia: Oliver Stone
- Soggetto: Quentin Tarantino
- Sceneggiatura: Oliver Stone, David Veloz, Richard Rutowski
- Interpreti: Woody Harrelson, Juliette Lewis, Robert Downey Jr., Tommy Lee Jones