Sarà molto difficile mettere in ordine il mosaico di esperienze che ho vissuto negli ultimi tre giorni a Bari. Dalla serata organizzata dall’editore Laterza in onore di Luciano Canfora, neo-ottantenne, nell’aula magna dell’Università degli Studi Aldo Moro, fino allo spettacolo “Discorso sul mito: sull’acqua” di cui dirò nelle prossime righe, passando per la mostra fotografica di Aurelio Amendola al Castello Svevo e l’inaugurazione di quella intitolata “Correndo con i lupi” al Museo Civico, con illustrazioni di artisti dell’Estonia, della Lettonia e della Lituania. Di tutto questo spero di scrivere nei prossimi giorni.

Una serie di circostanze fortuite, ma non casuali visto che il caso non esiste (sia domandato tra parentesi: la scelta di non aggiornare gli orari di apertura su Google è una forma di lotta contro il sistema?) mi ha portato alla Libreria Prinz Zaum qualche minuto prima che iniziasse lo spettacolo di e con Vittorio Continelli. Non fosse stato per lo sciopero dei dipendenti Ryanair, con la conseguente cancellazione del mio volo di rientro, a quell’ora mi sarei trovato a casa, a 900 km di distanza. E invece.
Prinz Zaum
E invece ero tra gli spettatori convenuti in libreria per il primo spettacolo del ciclo “Il peso della farfalla”, l’ottavo della serie, organizzato dall’associazione culturale Punti Cospicui. Non sapendo nulla dell’iniziativa, ovviamente non avevo prenotato, ma per fortuna ho trovato un posto in piedi che si è presto trasformato in posto su sgabello per la generosità di Clarissa Veronico, direttrice della manifestazione. A lei il compito di introdurre ciclo, evento in programma e ospite della serata.
“Il peso della farfalla” vuole essere una sfida, ha detto Clarissa, quella di essere leggeri ma insieme costituire peso. Cominciando dall’intimità, da questo posto, Prinz Zaum, che è molto di più di una libreria e di una caffetteria: è una casa. Lo spettacolo di Continelli sull’acqua è anche un omaggio alla libertà, ha aggiunto. L’attore (e autore e regista) era già stato qui nel 2019, pre pandemia, con il primo capitolo del “Discorso sul mito”, dedicato a Dioniso, dio del teatro nonché del vino.
La libreria era una sauna per il temporale tanto atteso che però non voleva scoppiare, tenendo Bari sotto una cappa di umidità che mi ricordava la mia Brianza.
Storie d’acqua e d’amore
Prendendo la parola, Continelli ha esordito dicendo che avrebbe raccontato storie d’acqua che sono anche storie d’amore. Da una in particolare lui rimase irretito da bambino, quando ascoltò per la prima volta di quel marinaio che si faceva chiamare Nessuno (stessa infatuazione infantile che ha colpito Piero Boitani, ancora oggi stregato da Ulisse).

A me invece sono venuti i brividi quando Continelli ha fatto suonare il piccolo carillon che teneva in mano. Ne sono uscite le note di “La mer” di Charles Trenet (ma io ho pensato a Julio Iglesias e, per riflesso pavloviano, alla scena finale del film “La talpa”).
E poi è iniziato il suo “canto”. Ha preso il via dal “folle volo” dell’Ulisse dantesco e di mito in mito ha toccato le storie di fiumi e mari. L’Odissea è una macchina della nostalgia che carbura con lacrime, sudore e onde del mare (come il moto delle onde del mare è il fare e il disfare della tela di Penelope).
Come un rapsodo, Continelli ha cucito un mito con un altro, uno nell’altro, passando da Scilla e Glauco a Narciso ed Eco, e Tiresia che se l’è vista brutta – se mi passate la battuta – in più di un’occasione. In molte delle storie rievocate c’era lo zampino – spesso zampone – del padre degli dei, il sommo Zeus, disposto a “diventare qualunque cosa per unirsi a qualunque cosa”, erotomane insaziabile. Intanto l’attore stesso si faceva acqua – ci ha scherzato lui stesso – con la camicia che s’impregnava di sudore.
Altre storie
Alla fine dello spettacolo, dopo gli applausi del pubblico, ho aspettato che si cambiasse e poi gli ho chiesto se potesse farmi riascoltare il brano. Vittorio ha caricato la molla e ha avvicinato la cassa del carillon al mio orecchio. Come fosse una conchiglia, ci ho sentito dentro tutto il suono del mare e il mio amore e, ne sono certo, il suo.
Un breve post-scriptum. In libreria ho acquistato “Corto. Sulle rotte del disincanto prattiano” di Boris Battaglia, edito da Armillaria nella collana I cardinali. Vi viene in mente un eroe dei fumetti più odissiaco di Corto Maltese? Prima di prendere il treno per l’aeroporto ho invece comprato in Piazza Umberto I una copia usata di “Paeninsula. L’Italia da ritrovare” di Franco Cassano (Laterza). Si chiude con la poesia – filastrocca “Italia – Italiae”. Ne traggo pochi versi, consigliandovi di cercarla e di leggervela tutta: ha un po’ di “Viva l’Italia” di De Gregori:
…l’Italia dei tanti mari,
l’Italia della terra,
l’Italia taciturna,
l’Italia che non civetta,
l’Italia che è pietra viva,
l’Italia dei teatri…
Calendario
Qui sotto trovate le indicazioni dei prossimi spettacoli del ciclo “Il peso della farfalla”:
- Sabato 11 giugno 2022 ore 20.30 Prinz Zaum
Antigone – tragedia da camera
regia Barletti/Waas
con Lea Barletti e Werner Waas
sound design Luca Canciello - Mercoledì 15 giugno 20022 ore 20.30 Prinz Zaum
La fine della storia o E così dimenticammo le rose
di e con Roberto Corradino
tratto da J. London, C. Veronico, C. Lispector, M.M. Judas, C. Isherwood, N. Kazantzakis, L. Carrol, Omero, B. Munari
produzione Reggimento Carri - Martedì 21 giugno 2022 ore 20.30 Prinz Zaum
Acqua Santa
di e con Vanessa Dezi
da “Le vie dell’acqua. L’Appennino raccontato attraverso i fiumi”, Edizione Donzelli (con qualche incursione barbara).
Saul Stucchi
Il peso della farfalla
Punti Cospicui
Informazioni