“L’ALIBI della domenica” è dedicato agli ottant’anni di Luciano Canfora.
Una volta saputo, da fonte certa, che l’editore Laterza aveva organizzato per lunedì 6 giugno un incontro pubblico per festeggiare gli ottant’anni del Professor Luciano Canfora (che li avrebbe compiuti domenica 5), ho avuto un’unica preoccupazione: prenotare il volo per Bari.

Preoccupato di non trovare posto, mezz’ora prima delle 18.00 ero già nell’Aula Magna dell’Università degli Studi Aldo Moro a guardare per aria gli affreschi che la decorano. Nei minuti successivi la sala si è velocemente riempita di insegnanti – in prima fila la figlia, Professoressa Irene Canfora -, studenti ed ex studenti, lettori appassionati. Accanto a me sedeva un magistrato dell’antiterrorismo internazionale e mi è venuto di pensare a quella volta che ho dormito nell’hotel di fronte all’ambasciata americana a Tel Aviv, in dubbio se mi trovassi nel posto più sicuro o più insicuro del mondo…
Gli ospiti
Maestri di cerimonia dell’evento “Luciano Canfora, come una storia” sono stati Alessandro e Giuseppe Laterza che hanno presentato gli ospiti della serata, ovvero lo storico Franco Cardini, la “Signora delle biblioteche” Antonella Agnoli (autrice per Laterza de “Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà”, testo di riferimento per bibliotecari, progettisti, politici illuminati e comuni utenti) e il politico Gianni Cuperlo, attualmente membro della segreteria nazionale del Partito Democratico.

Poiché l’incontro è stato trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della casa editrice, dove lo si può vedere e rivedere con tutto agio, non riporterò qui quanto hanno detto gli ospiti, invitati da Giuseppe Laterza a individuare una cosa sulla quale concordassero con Canfora e un’altra, invece, sulla quale non fossero d’accordo, oppure a rivolgergli una domanda. Tralascerò anche le sue – al solito – argute e ben ponderate risposte. Mi limiterò a esprimere alcune considerazioni personali.
La prima non può che riguardare la stima e l’affetto che il pubblico in sala – e chi seguiva l’incontro in rete – ha dimostrato per il Professore. Basterebbero a renderne testimonianza i calorosi applausi che hanno aperto e chiuso la serata in suo onore.
La storia contropelo
Da parte loro tutti e tre gli ospiti si sono impegnati a sottolineare un aspetto del lavoro di ricerca che Canfora porta avanti da decenni in campi di studio anche molto distanti tra loro: da Tucidide a Togliatti, dal patriarca bizantino Fozio al filologo Isaac Casaubon, dalla biblioteca scomparsa di Alessandria (per citare uno dei suoi libri più celebri) al de falso credito et ementito – direbbe il Professore – Papiro di Artemidoro.

Tutti questi – e tanti altri – interessi sono tenuti insieme da un’inesauribile curiosità. La metodologia di lavoro che segue l’ha sintetizzata lui stesso, rispondendo alla domanda della Agnoli sulla biblioteca alessandrina: “Io sono un sostenitore della lettura di quelle fonti un po’ contropelo, come diceva Marc Bloch”.
Grande e attento e curioso lettore delle fonti, dunque, è il Professor Canfora. Di quelle antiche, su papiro o trasmesse per via indiretta, e di quelle moderne, come per esempio i “Quaderni del carcere” di Gramsci. Finanche contemporanee come i quotidiani citati nell’ultimo suo libro pubblicato per Laterza, “La democrazia dei signori”, presentato di recente al Salone del Libro di Torino.
“Appiano legge Seneca, che legge Asinio” (Pollione, ndr) è il significativo titolo di un capitolo di un altro suo libro pubblicato da Laterza, ovvero “Augusto figlio di Dio” (2015). Anche il titolo del capitolo precedente, “Seneca mette a frutto le Historiae paterne”, è una spia che suggerisce l’attenta lettura come strumento principale di indagine.
Quando, al termine della serata, gli è stato chiesto quali siano i suoi programmi per il futuro, Canfora ha risposto che continuerà a studiare. Noi, suoi fedeli lettori, non possiamo che ringraziarlo.
Tanti auguri, Professore!
Saul Stucchi