Ha ragione la lettrice Patrizia che ha lasciato un commento alla segnalazione dello spettacolo “Shakespea Re di Napoli”: “forse sarebbe stato gentile ed appropriato informare gli spettatori che l’intera pièce è magistralmente interpretata in stretto dialetto napoletano e quindi riservata a chi lo comprende e può quindi apprezzarne anche il contenuto”.
Dopo averlo visto mi trovo in disaccordo soltanto sul termine “riservata”. Confesso che ho capito poco di quanto i due interpreti Claudio Di Palma e Ciro Damiano dicevano sul palcoscenico della Sala AcomeA del Teatro Franco Parenti di Milano (dove lo spettacolo è in cartellone fino a domenica 19 gennaio). Ma ho comunque potuto godermi lo spettacolo e apprezzare non soltanto la bravura degli attori e la regia di Ruggero Cappuccio (che del testo è autore), ma anche la poetica dell’opera.
In sala pensavo al “Macbettu” di Alessandro Serra. Certo, conoscere la storia del dramma scespiriano e aver già visto lo spettacolo facilita la comprensione, tuttavia mi sembra che il punto non sia quello. Da una parte la lettura del testo “Shakespea Re di Napoli”, edito da Einaudi nella collana “Collezione di teatro”, aiuta ma non risolve completamente il problema della comprensione. Ci sono parti in italiano e quelle in napoletano si possono leggere e rileggere a proprio agio, nel tentativo di “tradurle”.
Dall’altra parte uno spettacolo può essere goduto – io credo – anche senza che una parte di esso sia compresa completamente. Vale un po’, forse, il paragone con le canzoni straniere, di cui si apprezza la musica senza magari capirne alla perfezione il testo.
Del resto è un paragone che avanza lo stesso autore per bocca del personaggio Desiderio:
ZOROASTRO Shakespeare…
DESIDERIO Proprio isso Zoroà, proprio isso…
ZOROASTRO Addó…
DESIDERIO E invece sì!
ZOROASTRO E te purtaje a l’Anglaterra?
DESIDERIO Justo là!
ZOROASTRO Addó…
DESIDERIO Overo. E me ‘mparaje na lengua ca è museca comme museca è la nostra… Na lengua ca respira… Ca squaglia ‘mmocca a chi la scioscia tutto nu sciore de malincunia… “Look in thy glass, and tell the face thou viewest | Now is the time that face should form another…” Primma me la ‘mparaje comm’a na museca… Comme se canta na canzona ca te piace e ca nun sai li nnote. E me stregaje lu core chella lengua. Io dicevo cento suoni e ciento ‘ncante me scuietavano l’anema cu ‘o mistero d’ ‘e parole ca io stesso dicevo e nun sapevo.
Ecco: la “musica” di “Shakespea Re di Napoli” è la sua poesia. La parola è una componente importantissima del suo tessuto, ma soltanto uno dei molteplici fili. La gestualità, la scenografia, le luci, il ritmo sono altri elementi che concorrono a formare l’arazzo. È naturalmente un arazzo barocco, caratterizzato da un forte chiaroscuro che deve molto a Caravaggio…
Zoroastro e Desiderio dialogano e litigano e scherzano dei “Sonetti” del Bardo, di un anello perduto e della peste, di Napoli e dell’Inghilterra, dell’amore e della morte. Commedia e tragedia mescolate insieme, come in Shakespeare.
Saul Stucchi
Shakespea Re di Napoli
Testo e regia Ruggero Cappuccio
Con Claudio Di Palma e Ciro Damiano
Musiche Paolo Vivaldi
Costumi Carlo Poggioli
Aiuto regia e luci Nadia Baldi
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Teatro Franco ParentiVia Pier Lombardo 14, Milano
Quando
Dal 7 al 19 gennaio 2020Orari e prezzi
Orari: martedì 7 Gennaio h 20:30mercoledì 8 Gennaio 19:15
giovedì 9 Gennaio 20:00
venerdì 10 Gennaio 20:30
sabato 11 Gennaio 21:00
domenica 12 Gennaio 15:45
martedì 14 Gennaio 20:30
mercoledì 15 Gennaio 19:15
giovedì 16 Gennaio 20:00
venerdì 17 Gennaio 20:30
sabato 18 Gennaio 21:00
domenica 19 Gennaio 15:45
Biglietti: Prime file intero 38 €, platea intero 30 €, ridotti: 15/18 €; galleria intero 21 €, ridotti 13/15 €