• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Biblioteca » “Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn” di Colin Dexter

25 Marzo 2021 Scritto da Saul Stucchi

“Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn” di Colin Dexter

I lettori più fedeli di ALIBI sanno che a gennaio del 2021 ha preso il via una serie di articoli sui romanzi di Colin Dexter con l’Ispettore Morse nel ruolo di protagonista. Dopo “L’ultima corsa per Woodstock” e “Al momento della scomparsa la ragazza indossava”, è arrivato ora il momento della terza inchiesta, raccontata ne “Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn” (The silent world of Nicholas Quinn, 1977). Come le precedenti e le successive, la storia è pubblicata da Sellerio (nel 2012) nella collana “La memoria”, sempre con la traduzione di Luisa Nera.

Colin Dexter, Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn, Sellerio

Diversamente da come avevo detto in un articolo precedente, mancano qui le citazioni ad apertura di ogni capitolo, una delle caratteristiche più peculiari dei successivi romanzi gialli di Dexter. Non mancano invece i colpi di scena, che ovviamente non svelerò! Ci sono poi strizzatine d’occhio agli appassionati lettori delle storie di Sherlock Holmes. A pagina 200 Morse si fa da solo i complimenti per l’acuta osservazione che apre l’elenco delle cose strane del caso su cui sta indagando, dicendosi: “Bravo, Sherlock!”.

Colin Dexter, Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn, Sellerio

Dieci curiosità

  1. Il personaggio principale del romanzo – il Nicholas Quinn che compare già nel titolo – è “afflitto da una sordità progressiva”, per citare dall’aletta della copertina. Tutt’altro che immediato, almeno per il pubblico italiano, il collegamento con il destinatario della dedica. Jack Ashley (1922– 2012) è stato un parlamentare laburista alla Camera dei Comuni del Regno Unito. All’età di 45 anni rimase sordo a causa di complicanze durante un’operazione a un orecchio. In un primo tempo pensò di dimettersi, ma poi venne convinto a seguire un corso di lettura labiale, dopo il quale tornò in Parlamento per diventare un paladino dei diritti delle persone con disabilità. Lo stesso Dexter soffrì di una progressiva diminuzione della capacità uditiva, tale da costringerlo a lasciare l’insegnamento.
  2. A pagina 34 Quinn ascolta Cedric Voss, il responsabile della Commissione di Storia, elogiare il piatto di lumache appena messogli davanti. “«Ricordate quel che diceva il vecchio Sam Johnson? ‘Chi non si prende cura, del proprio ventre, non si prende cura di nulla’. Be’, qualcosa del genere». Si stese in grembo il tovagliolo e fissò il piatto con gli occhi di un Dracula pronto ad affondare i denti in una vergine”. La versione originale recita: “«Remember what old Sam Johnson used to say? ‘The fellow who doesn’t mind his belly can’t be trusted to mind anything’. Well, something like that». He tucked a napkin into his waistband and stared at his plate with the eyes of a Dracula about to ravish a virgin”.
    Il riferimento è al celebre Dottor Johnson (Samuel), saggista, critico letterario, biografo e poeta. Precisamente Johnson disse: “He who does not mind his belly, will hardly mind anything else”.
  3. Alla pagina seguente, la 35, leggiamo: “Quando finalmente arrivò il caffè, Quinn si sentiva un po’ più soddisfatto e abbastanza intontito. Di fatto non riusciva a ricordare se era stato Riccardo III a partecipare alla Prima Crociata o Riccardo I a partecipare alla Terza”.
    Il brano originale ha una frase in più: “When the coffee finally arrived Quinn himself was feeling more contented, and a little befuzzled. In fact, he couldn’t quite remember whether it was Richard III on the First Crusade or Richard I on the Third Crusade. Or, for that matter, whether either Richard had been on either Crusade”.
    Fu Riccardo I Cuor di Leone a partecipare alla Terza Crociata (1189-1192). Di Riccardo III parleremo invece in occasione del romanzo “La fanciulla è morta”.
  4. A pagina 42 Quinn comprende male il nome di un pub, scambiando “Antica colubrina” per un più frizzante “Allegra sgualdrina”. Questo nella traduzione italiana. Nell’originale i nomi del pub sono rispettivamente “Horse and Trumpet” e “Whoreson Strumpet” (andatevi a cercare il significato letterale, se non lo conoscete…).
  5. A pagina 52 ci ritroviamo in un party con ospiti arabi. Lo sceicco non è insensibile al fascino della bella Monica a cui si rivolge con le parole: “Come un giorno ebbe a dirmi uno dei vostri connazionali
    L’ostrica invita all’amore
    L’aragosta alla lascivia,
    Ma gli scampi, Dio mio!”.

L’originale allude al gioco di parole tra “shrimps” (gamberetti, scampi) e “shy-rimps”, impossibile da tradurre.

  1. Ho cercato a lungo la fonte del passaggio che si legge a pagina 93: a Mose “tornò in mente un brano di Gibbon su una delle prove escogitate per saggiare i giovani novizi: bastava chiuderli per una notte in un sacco con una suora nuda per vedere se…”. Nell’originale: “Morse recalled the passage from Gibbon about one of the tests designed for the young novitiate: stick him in a sack all night with a naked nun and see if…”.
    Ho letto tutta la monumentale “Storia della decadenza e caduta dell’impero romano” di Edward Gibbon e l’ho raccontata qui su ALIBI, tweet per tweet. Ci ho messo giusto un anno. Ma non ricordo questo aneddoto…
  2. A pagina 100, curiosando tra i libri sugli scaffali dell’ufficio di Quinn, Morse ne estrae una raccolta di poesie di Andrew Marvell (1621 – 1678).
    “Il libro si aprì di sua spontanea volontà alla pagina della poesia intitolata «Alla sua donna ritrosa», come se qualcuno l’avesse studiata di recente. Ancora una volta Morse rilesse quei versi che erano parte del suo bagaglio mentale da più anni di quanti non amasse ricordare.
    Il sepolcro è un luogo intimo, garbato
    ma nessuno ci si è mai abbracciato,
    credo”.
    La poesia in questione è “To His Coy Mistress” e recita così nell’originale:
    The grave’s a fine and private place,
    But none, I think, do there embrace…
  3. Nella pagina successiva, la 101, Morse ha modo di verificare che il professor Quinn “non aveva provato alcun desiderio di emulare Evelyn o Pepys”. Si tratta di due celebri diaristi inglesi: lo scrittore John Evelyn (1620-1706) e il politico e scrittore Samuel Pepys (1633 – 1703). Ricordo che tanti anni fa la professoressa di Numismatica all’Università Statale di Milano ci parlò di quest’ultimo un giorno a proposito del Grande Incendio che distrusse buona parte di Londra nel 1666. Ne riparlerò prossimamente: intendo della professoressa di Numismatica, non del Great Fire.
  4. Un po’ più avanti – siamo a pagina 110 – Morse riflette sul cianuro e lo collega al suicidio di Hitler. Questo brano mi ha fatto pensare al primo capitolo del libro “Quando abbiamo smesso di capire il mondo” di Benjamín Labatut, pubblicato da Adelphi (ne potete leggere la recensione su ALIBI).
  5. Chiudo su un momento di scoramento dell’Ispettore Morse (passeggero, state sereni!). Siamo a pagina 230. “Gli pareva di aver fatto progressi impercettibili: come il Pellegrino aveva risalito la collina della difficoltà e stava sprofondando nella palude dello sconforto”.
    Il riferimento è all’opera “Il pellegrinaggio del cristiano” di John Bunyan (pubblicata nel 1678). Il titolo originale è decisamente più prolisso: “The Pilgrim’s Progress from This World, to That Which is to Come: Delivered Under the Similitude of a Dream Wherein is Discovered, the Manner of His Setting Out, His Dangerous Journey, and Safe Arrival at the Desired Countrey”. Si tratta di un’allegoria cristiana, con alcuni elementi in comune con la Divina Commedia di Dante.

Come vedete si può arrivare – o tornare – a Dante, di cui oggi ricordiamo con il secondo “Dantedì” i 700 anni dalla morte, anche leggendo le indagini dell’Ispettore Morse.

«Faccenda triste, la morte».
«Mors, mortis, un femminile» borbottò tra i denti il vecchio patologo della scientifica.
Morse annuì distratto. «Non mi ci faccia pensare».

Avete notato l’omofonia tra “mors” e Morse?

Il prossimo appuntamento sarà con “Niente vacanze per l’Ispettore Morse”. Buona lettura!

Saul Stucchi

Colin Dexter
Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn
Traduzione di Luisa Nera
Sellerio
Collana La memoria
2012, 352 pagine
14 €

Tweet
Pin
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Biblioteca

Barra laterale primaria

Boitani a Vimercate


Articoli recenti

  • Bocchi e Scarrocchia in ”Abito” al Giardino delle Esperidi
  • Il Festival del Mondo Antico s’interroga sul consenso
  • Elio Germano e Teho Teardo ai Bagni Misteriosi con PPP
  • “Pesciolinen”, ovvero “La ragazza del Novecento”
  • Velázquez: il capolavoro del Prado è all’Accademia Carrara

Footer

Informazioni

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2022 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi