“L’ALIBI della domenica” è dedicato questa settimana al primo giallo di Colin Dexter con protagonista l’Ispettore Morse.
Avete progetti culturali per il 2021? Io ne ho già pensati alcuni. Il primo a cui ho iniziato a mettere mano è la rilettura dei gialli di Colin Dexter con protagonista l’Ispettore Morse, affiancato dal Sergente Lewis. Un’evidente riedizione della collaudata e classica coppia Sherlock Holmes & dottor Watson.
Il nostro irascibile e geniale Morse non risparmia stoccate, frecciate e ironie al buon sergente, fin dal loro primo caso. Maggiore di grado, è “di parecchi anni” più giovane di lui. “Lei dovrebbe fare il poliziotto, Lewis”, dice Morse al sottoposto ormai alla fine della prima indagine (siamo a pagina 339).

Ho deciso che quest’anno rileggerò in ordine cronologico di pubblicazione i 13 titoli della serie. Ma mi sono concesso subito un’eccezione: ho iniziato infatti da “La morte mi è vicina” (ma non vi annoio con la spiegazione della ragione). I romanzi sono tutti pubblicati da Sellerio nella collana “La memoria”, con la traduzione dall’inglese di Luisa Nera. Si possono ancora trovare precedenti edizioni Mondadori e Longanesi, a volte con titoli diversi dall’originale e/o dall’edizione Sellerio.
Da quando ho scoperto i libri di Colin Dexter – grazie a un breve trafiletto di Giuseppe Scaraffia (e poi dicono che i giornali non servono più a niente!) – mi sono innamorato dell’Ispettore Morse (ma come lui ho un debole per le fanciulle).
L’ultima corsa per Woodstock
In questo articolo, e negli altri che forse seguiranno, non farò riferimenti alla trama. Il pezzo si può dunque leggere tranquillamente prima, durante e dopo la lettura del giallo a cui si riferisce. È pensato come “piccola guida alla lettura”.
“L’ultima corsa per Woodstock” (“Last Bus to Woodstock”) è del 1975, mentre l’edizione Sellerio è del 2010 (la chiude una nota di Paolo Zaccagnini, giornalista e critico musicale). Il lettore aficionado noterà che mancano le citazioni che aprono i capitoli nei successivi libri di Dexter.
Prima curiosità: il primo capitolo si apre con l’indicazione temporale “Mercoledì, 29 settembre”, senza però che venga specificato l’anno. Facendo una veloce ricerca in rete ho scoperto che l’anno in questione dovrebbe essere il 1971 (giusto 50 anni fa, quindi). Nel 1972, infatti, il 29 settembre cadde di venerdì, di sabato l’anno successivo e di domenica nel 1974.
A pagina 109 leggiamo nel capitolo dieci datato a “Mercoledì 6 ottobre”: “Solo quel mattino un aereo di linea in arrivo a Heathrow si era schiantato portandosi via settantanove vite”. Altra breve ricerca su internet: nel 1971 non ci furono – per fortuna – gravi incidenti aerei in Gran Bretagna. Il 18 giugno del 1972, invece, si verificò quello che ancora oggi resta il disastro con il bilancio più pesante per quanto riguarda l’aviazione civile britannica: un velivolo della compagnia British European Airways precipitò nei pressi di Staines poco dopo il decollo da Heathrow, causando la morte di tutte le 118 persone a bordo.
I prestiti di Morse
Alle pagine 77 e 78 Morse riflette sul dettaglio di un alibi riguardante la biblioteca di Summertown, poco a nord del centro di Oxford.
Morse conosceva a menadito i regolamenti delle biblioteche di Oxford perché di rado gli capitava di restituire i suoi prestiti occasionali senza dover pagare una penale per il ritardo. Per quanto riguardava il prestito dei libri, le biblioteche ragionavano a settimane, non a giorni, e in biblioteca le settimane iniziavano di mercoledì. Se un libro era uscito in prestito di mercoledì, doveva essere restituito esattamente quattordici giorni dopo, di mercoledì. Se un libro era stato dato in prestito di giovedì, bisognava restituirlo due settimane dopo il mercoledì successivo, cioè venti giorni dopo. Il timbro della data veniva cambiato al giovedì mattina. Procedere di mercoledì in mercoledì semplificava notevolmente il lavoro dei bibliotecari ed era un’usanza molto gradita a tutti gli utenti, per i quali leggere sette-ottocento pagine in soli quattordici giorni era un’impresa titanica”.
Per fortuna il mio Sistema Bibliotecario di riferimento (dove ho preso in prestito questo stesso libro!) concede un mese – rinnovabile – per ciascuno prestito di materiale librario. Ma il brano appena citato su questa strana regola di prestito mi ha incuriosito. Così ho controllato sul sito del Consiglio di Contea (County Counsil) dell’Oxfordshire. Attualmente la policy del prestito bibliotecario consente all’utente munito di tessera di prendere in prestito fino a 20 libri per un massimo di 3 settimane ciascuno. Il regolamento però non fa nessun riferimento a un giorno fisso per la restituzione: dunque il periodo di 21 giorni scatta dal giorno del prestito.
Del programma domenicale dell’Ispettore Morse, a base di cruciverba e Wagner (siamo alle pagine 88-89), ho parlato giusto nello scorso editoriale: “I piaceri della domenica: un cappuccino con l’Ispettore Morse”.

A pagina 113 leggiamo: “Un po’ disgustoso, mi rendo conto. Ma abbiamo letto tutti la storia di Christie. Un vero pervertito”. Il riferimento è al serial killer inglese John Reginald Christie, impiccato nel 1953 dopo essere stato condannato per una serie di omicidi e stupri. Nel 1971 uscì il film “L’assassino di Rillington Place n. 10”: indirizzo di Londra, teatro di uno di questi efferati delitti. A pagina 313 viene di nuovo fatta menzione al serial killer: “un necrofilo alla Christie”.
Tra Rossini, Milton e Goethe
I “tournedos alla Rossini” menzionati alla pagina 127 sono una bomba ipercalorica, specialità della cucina francese. Un filetto di manzo viene ricoperto da uno strato di foie gras saltato in padella, a sua volta sormontato da scaglie di tartufo, il tutto servito con una salsa al Madeira. Come la gran parte delle ricette anche questa ha molti padri. Dubbio il legame con il celebre compositore.
Qualche pagina più avanti (alla 133), Morse è vittima di un piccolo incidente domestico: “Come Efesto scagliato dai cristallini merli, Morse cadde sul piede destro con dolore lancinante”. L’originale è una citazione dal “Paradiso Perduto” di Milton. Nel brano in questione Mulciber (ovvero Efesto – Vulcano) viene precipitato da Giove: “And how he fell / From Heaven they fabled, thrown by angry Jove / Sheer o’er the crystal battlements” (Paradise Lost I, 740-742). Mulciber è anche un personaggio della saga di Harry Potter.
A pagina 140 Morse, parlando a se stesso, parafrasa un verso del “Faust” di Goethe (I parte, 1237): “Im Anfang war die Tat” ovvero “In principio era l’Atto” diventa “Im Anfang war die Hypothese”, cioè “In principio era l’Ipotesi”. E di seguito aggiunge: “E per favore, cerchiamo di non dimenticarci che io sono Morse dei detective, come avrebbe detto Dickens”. Il riferimento è all’ispettore dell’opera “Bleak House” ovvero “Casa desolata”, un romanzo “minore” di Dickens. Non ne avevo mai sentito parlare e prima o poi conto di leggerlo. Bucket risulta essere uno dei primi detective della letteratura inglese.
A pagina 203 Dexter specifica che “quella di mercoledì 13 (ottobre, ndr) era la prima serata con ospiti del trimestre autunnale” al Lonsdale College. Nell’originale si legge “Michaelmas term”. Nel romanzo “La morte mi è vicina” la traduttrice lascia i nomi inglesi dei trimestri dell’Università di Oxford: a pagina 25 compare “Hilary”, a 36 “Trinity” e a 37 “Michaelmas”. Quest’ultimo va da ottobre a dicembre, mentre “Hilary” è il trimestre invernale che copre da gennaio a marzo. “Trinity”, infine, va da aprile a giugno.
A pagina 215 l’ispettore Morse si trova in un momento di scoramento: “Gli venne in mente il verso più triste che avesse mai letto: Di lei non ho neanche una riga / non una ciocca di capelli”. Nell’originale: “Not a line of her writing have I / not a thread of her hair”. La citazione viene dalla poesia “Thoughts Of Phena” di Thomas Hardy (1840-1928), autore del romanzo “Via dalla pazza folla”.
Dexter su un’isola deserta
A pagina 221 leggiamo: “Se la conduttrice della nota trasmissione radiofonica che chiedeva ai suoi ospiti che cosa avrebbero portato con sé su un’isola deserta avesse rivolto al fiducioso capo dell’inchiesta sull’omicidio la fatidica domanda sulla cosa di cui avrebbe sentito meno la mancanza, Morse avrebbe senza dubbio risposto «Le riunioni»”.
L’autore fa riferimento al programma radiofonico “Desert Island Discs” di BBC Radio 4, inaugurato nel 1942 e tuttora trasmesso! In questo caso la traduttrice si prende qualche libertà. Il brano originale è infatti questo: “The confident head of the murder inquiry, if ever invited to take his eight discs to a desert island, would have answered „Committees” to the inevitable question about what he would be most glad to have got away from”.
Luisa Nera rende con un generico “che cosa” il preciso “eight discs” che invece appare nel testo originale. Gli otto dischi – o ancora meglio, le otto registrazioni (non necessariamente di musica) – scelti dall’ospite costituiscono la scaletta del programma. Inoltre la traduttrice, nel volgere all’attivo la frase, le dà per soggetto una “conduttrice”. Ma a condurre il programma all’epoca in cui è ambientato il romanzo era ancora Roy Plomley, colui il quale lo aveva lanciato. Lo condusse per oltre quarant’anni, dal 1942 al 1985. Gli successe Michael Parkinson (1985–1988), a sua volta seguito da tre conduttrici: rispettivamente Sue Lawley (1988–2006), Kirsty Young (2006–2018) e l’attuale Lauren Laverne.
Della prima conduttrice Colin Dexter è stato ospite nel 1998. Tornerò su questo argomento. Voi intanto godetevi i casi dell’Ispettore Morse.
Saul Stucchi
Colin Dexter
L’ultima corsa per Woodstock
Traduzione di Luisa Nera
Nota di Paolo Zaccagnini
Sellerio
2010, 364 pagine
14 €