Fino al prossimo 6 dicembre il Piccolo Teatro Strehler di Milano ha in cartellone lo spettacolo “Falstaff e il suo servo” di Nicola Fano e Antonio Calenda (che ne cura anche la regia), tratto da William Shakespeare. Protagonisti Franco Branciaroli e Massimo De Francovich, a cui fanno da corona Valentina Violo, Valentina D’Andrea, Alessio Esposito e Matteo Baronchelli.

Come sempre, quando in scena c’è Branciaroli, le mie aspettative erano molto alte. Questa volta, però, sono uscito da teatro piuttosto deluso e i timidi applausi con cui il pubblico ha salutato gli interpreti alla fine della prima milanese confermerebbero che il mio non era un parere isolato.
Qualcosa non ha funzionato in una ricetta che aveva tutti gli ingredienti per riuscire originale e saporita. A cominciare dalla materia prima: le preziose parole di Shakespeare. Poi l’esperienza di Calenda e Fano. Di Calenda ricordo ancora l’Edipo Re con lo stesso Branciaroli, mentre di Fano regista ho visto “Per non morire di mafia” di Piero Grasso, con Sebastiano Lo Monaco. E poi naturalmente il talento di Branciaroli (in calce trovate un elenco di recensioni a suoi spettacoli) e De Francovich.
Ma il risultato finale è diverso dalla somma delle parti, come vuole la massima della Psicologia della Gestalt. Purtroppo è “diverso” nel senso di “inferiore”, mentre il teatro è il luogo in cui dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – avvenire il processo (un piccolo miracolo) della lievitazione, grazie al quale i singoli elementi, mescolandosi e amalgamandosi tra loro, danno vita a uno spettacolo da ricordare.

Questo “Falstaff e il suo servo”, invece, parte in sordina e per tutti gli ottanta minuti della sua durata ha pochi picchi. In alcuni passaggi Branciaroli si avvicina ai suoi standard – che noi gli riconosciamo molto elevati – in particolare nel sapiente uso della voce (o quando rende omaggio a Totò), ma sono soprattutto le due Valentine a dare qualche scarica a uno spettacolo per il resto piuttosto piatto (per esempio suona quasi una litania il monologo tratto dall’inizio dell’Enrico V, recitato da De Francovich). Né aiuta la scenografia minimalista.
Dicevo in apertura: una delusione. Eppure il progetto “Falstaff” era giustamente ambizioso. Nell’intervista di Paolo Di Stefano su “La Lettura” del Corriere della Sera (13 ottobre), alla domanda “E Falstaff che personaggio è?”, Branciaroli ha risposto:
Per noi no ma per gli inglesi è un personaggio importante, paragonabile ad Amleto, ha la sua potenza. Ma mentre Amleto è la morte, Falstaff è la vita, l’esistenza, quello che manca oggi in tutta l’arte, che non esiste perché manca la vita. Tutti parlano di Dioniso ma di Dioniso non c’è più niente, tutta l’arte è schopenhauriana, quadri anemici, e i romanzi non ne parliamo…”
“Povero Boito” e “povero Verdi”, scherzano De Francovich e Branciaroli in scena. Ma soprattutto “povero Falstaff” e “povero Shakespeare”, ci viene da aggiungere…
Saul Stucchi
Foto di Tommaso Le Pera
Dal 19 novembre al 6 dicembre 2019
Falstaff e il suo servo
di Nicola Fano e Antonio Calenda
da William Shakespeare
regia Antonio Calenda
con Franco Branciaroli, Massimo De Francovich e Valentina Violo, Valentina D’Andrea, Alessio Esposito, Matteo Baronchelli
Orari: martedì, giovedì e sabato 19.30
mercoledì e venerdì 20.30
domenica 16.00
Biglietti: platea 33 €, balconata 26 €
Piccolo Teatro Strehler
Largo Greppi 1
Milano
Informazioni:
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