Ancora qualche giorno per visitare alla Galleria Thomas Brambilla di Bergamo la mostra “Maggi Hambling: Portraits”, inaugurata lo scorso 9 ottobre. Io ne sono venuto a conoscenza in un modo piuttosto inconsueto: leggendo un’intervista all’artista sul quotidiano inglese The Guardian (ovvero sul suo sito).
Firma l’articolo Tim Adams che chiacchiera con la Hambling pranzando al ristorante River View della Snape Maltings Concert Hall, nel Suffolk. Ve lo consiglio: l’articolo, non il ristorante. È un bel ritratto dell’artista che ne emerge in tutta la sua vitalità.

Mai avuto timore di scandalizzare e ancora recentemente una sua opera ha diviso l’opinione pubblica. Mi riferisco alla statua “A Sculpture for Mary Wollstonecraft”, collocata nello spazio aperto di Newington Green, nel nord di Londra. La precorritrice del femminismo (morta appena trentottenne nel 1797), filosofa e scrittrice, viene ricordata e celebrata con la scultura di una donna nuda. L’opera non raffigura la Wollstonecraft, quanto piuttosto la personificazione dello spirito femminile.
Ne ho parlato nel mio intervento alla trasmissione Onde Road di Radio Popolare: la puntata di domenica 13 novembre è stata tutta dedicata alle statue di donne, in Italia e nel resto del mondo.
Un autoritratto della Hambling è l’opera che accoglie i visitatori alla Galleria Brambilla. Certo, ci vuole molta fantasia per riconoscervi i tratti nel pannello destro di quello che è un dittico. La tela a sinistra, invece, rappresenta lo studio dell’artista. Non aiuta la scelta di non apporre – per ragioni di estetica – didascalie in prossimità dei quadri. Vero è che in questo modo l’attenzione si concentra esclusivamente sulle opere.

In alcuni ritratti si indovina il disegno delle spalle e la forma della testa. Altri sono rappresentati di profilo. La pittura della Hambling è decisamente materica.
Nella piccola tela intitolata “Working” (misura 35,5 per 25,4 cm), realizzata giusto quest’anno, l’impasto dei colori si eleva sulla superficie come un rilievo. Verrebbe la tentazione di seguire con le dita l’orografia di quella che sembra un’isola che emerge da un oceano nero, primigenio. Gli sfondi dei ritratti sono per lo più bianchi, ma non mancano il nero e l’azzurro acceso, come in “The widow” del 2018 (è il ritratto che vedete più sopra).
L’influenza di Bacon è evidente in tutti questi ritratti. Qualcuno ha addirittura definito la Hambling “un Francis Bacon al femminile”.
Saul Stucchi
Didascalie:
Maggi Hambling
Self-portrait (2018-2019)
Dittico olio su tela, 152.4 x 243 cm
Maggi Hambling
The widow (2018)
Olio su tela, 35.5 x 25.4 cm
Foto di Matteo Zanardi
Maggi Hambling: Portraits
Informazioni sulla mostraDove
Galleria Thomas BrambillaVia Casalino 23, Bergamo
Quando
Dal 9 ottobre al 4 dicembrembre 2021Orari e prezzi
Orari: da martedì a sabato 14.00 – 19.00Biglietti: ingresso libero