È appena iniziato marzo ed è già il terzo “Macbeth” che vedo… Al Teatro Libero di Milano è in cartellone fino al 7 marzo lo spettacolo Macbeth Banquet che Luca Radaelli ha tratto dalla tragedia di Shakespeare (“gustoso”, è il caso di dire, omaggio al Bardo di Stratford-upon-Avon).
L’ambizione di Macbeth
Dopo la versione cinematografica del Macbeth di Justin Kurzel e un’intensa rappresentazione a cui ho assistito allo Young Vic di Londra, nella quale le streghe profetavano ballando, quello di Radaelli si aggiunge al mio personale carnet di spettacoli scespiriani come uno dei più originali (ben più originale, per intendersi, della versione in svedese che vidi anni fa a Moncalieri…).
Sul palcoscenico campeggia il tavolo di lavoro di una cucina, con pentole, fuochi, ingredienti e utensili. Il fatto che sia bardata di un telo rosso mi ha fatto pensare a un’ara sacrificale e in effetti re Duncan sarà la vittima di un sacrificio…
Ad accompagnare Radaelli con musica dal vivo c’è Maurizio Aliffi, come già nello spettacolo dedicato a Walter Bonatti. L’attore segue passo a passo una macabra ricetta che non può che cominciare con un soffritto. Intanto mette in guardia ricordando un noto proverbio cinese: “attento a quello che desideri, perché prima o poi lo otterrai!”.
Evidentemente Macbeth non lo conosceva perché si è lasciato trascinare nel baratro dalla propria ambizione ed essa si è rivelata dannosa come la fretta lo è per il cuoco. Davvero una pessima consigliera!
Profumo di tragedia
Radaelli dà voce, modulandola di volta in volta all’occorrenza, ai personaggi principali della tragedia. Le parti più belle sono i passaggi che egli stesso ha tradotto dall’inglese al brianzolo, dialetto in cui le streghe parlano e profetizzano (“in de la brughera”). L’alternarsi di male e bene diventa ribaltamento di mal e ben, ma e be, mac e beth. Intanto il vino rosso sfuma nel soffritto e per la sala si diffonde un buon profumino, mentre il tagliere dello chef diventa il castello di Macbeth.
Fuori “piove un mondo freddo” direbbe Paolo Conte, Radaelli dice invece “Una brutta notte!” e vale tanto per il nubifragio che si è abbattuto sulla metropoli quanto per la notte da tregenda nella landa scozzese.
L’ambiente domestico, caldo e protettivo, che accoglie il vecchio sovrano per antitesi mette in evidenza la crudeltà del tradimento di Macbeth nei confronti di re Duncan, consanguineo e benefattore (Dante l’avrebbe mandato nel fondo dell’inferno a far compagnia a Bruto).
Macbeth e la moglie costituiscono una coppia affiatata e diabolica (diabolicamente affiatata e non è difficile scovare nella cronaca di questi anni da medioevo che tanto assomigliano a quelli della saga scozzese esempi di complicità così morbosa e terribile). Radaelli dà voce a entrambi i coniugi, facendo più maschio lui di lei, quando di solito è lei a “portare i pantaloni”, tanto da rinfacciare al marito codardia e incapacità di portare a compimento quanto egli prima ha desiderato e poi intrapreso.
Un orto che cammina!
Gli ingredienti dello spettacolo sono tutti di prima scelta e amalgamati con cura ed esperienza. Così ai monologhi si alternano i dialoghi, alle parti recitate altre cantate (sommessamente) o intermezzi parlati e giochi delle parti con la spalla Aliffi.
La ballata Scarborough Fair cade a fagiolo e lo chef Radaelli aggiunge canticchiando a quello che cuoce in pentola una foglia di basilico, un rametto di basilico, un poco di timo e di salvia:
Are you going to Scarborough Fair?
Parsley, sage, rosemary, and thyme
Remember me to one who lives there
She once was a true love of mine
E infine arriva il momento della carne e sarà un macello, letteralmente, mentre l’orticello delle erbe aromatiche si trasforma nel bosco di Birnam.
La vita è solo un’ombra che cammina, un povero attore
che si pavoneggia e si dimena durante la sua ora sul palcoscenico,
dopodiché non si sente più nulla . Una favola
narrata da un idiota, piena di rumore e furia,
che non significa nulla.
PS: la prossima volta che cucinerò lo spezzatino non potrò fare a meno di parlare con la patata di Lady Macbeth (omnia munda mundis).
Saul Stucchi
Foto di Maurizio Anderlini
Dal 1° al 7 marzo 2016 ore 21.00; domenica ore 16.00
MACBETH BANQUET
da William Shakespeare
progetto e traduzione Luca Radaelli
regia Paola Manfredi
con Luca Radaelli e Maurizio Aliffi
assistente alla regia Dario Villa
assistente alla produzione Matteo Binda
assistente alla tecnica Graziano Venturuzzo
musiche Maurizio Aliffi
organizzazione Elena Scolari
Biglietti: intero 21 €; ridotto 15 €; prevendita 1,50 €
Teatro Libero
Via Savona 10
Milano
Info: tel. 02.8323126