“L’ALIBI della domenica” è dedicato a una bella mostra allestita a Casa Testori.
Un sabato tutt’altro che “qualunque” quello di ieri, 5 febbraio. È stato invece ricco di scoperte e di emozioni. Di sera ho assistito allo spettacolo “Federico. Vita e mistero di García Lorca”, di e con Maria Pilar Pérez Aspa (ne scriverò la recensione a breve) al Teatro Gerolamo di Milano. Ci ero stato nel 2017 per vedere Arianna Scommegna con la musicista Giulia Bertasi in “Mater strangosciàs”.
Arianna è stata la mia prima “Cleopatràs” e da allora per me il suo nome è indissolubilmente legato a quello di Giovanni Testori. E proprio a Casa Testori, a Novate Milanese, sono stato nel pomeriggio, per la prima volta. Una inammissibile lacuna che andava assolutamente colmata.
Alessandro Verdi
Non potevo trovare occasione migliore che partecipare alla visita guidata della mostra attualmente in corso (fino al 26 febbraio), intitolata “Dies Illa”. Nelle stanze dei due piani dell’edificio sono esposti lavori di Gianriccardo Piccoli e di Alessandro Verdi, selezionati da Giuliano Zanchi e Giuseppe Frangi. A condurre i visitatori sono stati l’artista Verdi e il curatore Frangi.

Una generazione separa Piccoli (classe 1941) da Verdi (1960), ma li accomuna il legame con Bergamo e “una straordinaria determinazione a restare fedeli alla natura del proprio destino artistico”, per citare il foglio di sala che viene distribuito all’entrata (la mostra è a ingresso libero).
I due anni che abbiamo alle spalle hanno cambiato la vita di tutti noi. Gli artisti hanno sensibilità e strumenti (tecnici, ma prima ancora culturali e mentali) per esprimere l’angoscia, lo stupore, la paura e la speranza che tutti abbiamo sperimentato, tanto più chi vive nell’area più colpita dal Covid-19.
Dell’istruttiva visita guidata mi sono piaciuti in particolare alcuni momenti. Invitato da Frangi – che è giornalista, oltre che appassionato ed esperto di arte – Verdi ha raccontato la genesi dei suoi libri d’artista. Oggi ne ha ben seicento, anche se purtroppo ha perduto quelli giovanili che conservava in un magazzino devastato da un incendio. L’incendio della biblioteca è l’incubo di ogni lettore: non c’è bisogno di essere frate Guglielmo da Baskerville per tremare al solo pensiero!
L’artista ha confessato che il formato del libro gli si confà perché gli dà l’illusione di essere un supporto non limitato, come invece lo sono gli altri, a cominciare dalla tela. Il libro è il suo ideale di spazio espressivo. Ha cominciato a tenere questi “diari” fin da quando aveva quattordici, quindici anni. Timido e introverso, non riusciva a comunicare a parole. Il libro gli ha dato la possibilità di esprimersi. Solo più tardi ha compreso che questi manufatti potevano essere essi stessi opere d’arte.
Giallo zafferano
Ogni suo lavoro, indipendentemente dalle dimensioni che avrà nella realizzazione finale, nasce e si sviluppa in questi libri di grande formato (50×70 cm). Si è soffermato su alcuni volumi, sfogliandone le pagine per mostrarne a noi visitatori i dettagli e spiegare le tecniche di volta in volta utilizzate. Quando ha svelato che l’aureo color giallo di alcune pagine l’ha ottenuto mescolando al colore dello zafferano, ho pensato che questa “ricetta” è un ironico antidoto al velenoso artificio adottato dall’arcigno Jorge da Burgos de “Il nome della rosa”.

Frangi illustrava, naturalmente, anche le opere di Gianriccardo Piccoli. Arrivati alla scala che porta al secondo piano, si è soffermato sull’omaggio che Piccoli ha tributato al pittore Giovan Battista Moroni, nato ad Albino (BG) cinquecento anni fa (non è certa la data della nascita). Celebre soprattutto come ritrattista (a me viene subito in mente “Il cavaliere nero” del Museo Poldi Pezzoli), ha realizzato anche opere di soggetto sacro. Nella Chiesa di San Giuliano ad Albino è conservato il “Crocefisso con i Santi Bernardino e Francesco”. Nei quattro disegni esposti a Casa Testori i due santi “scompaiono”, facendo risaltare il Cristo in croce che emerge sul fondale del paesaggio bergamasco.

Io intanto curiosavo sugli scaffali di libri d’arte, distribuiti per tutta la casa. In questo ambiente sono raccolti i volumi – tra gli altri – su Raffaello e Rembrandt, quest’ultimo – a giudicare dal numero – uno degli artisti preferiti da Testori. Frangi ha citato Grünewald e Altdorfer come artisti in qualche modo accostabili ad Alessandro Verdi per la comune sensibilità nel presentare l’elemento vegetale come se fosse animale e viceversa.
A questo proposito sarà proprio il caso di tornare a Casa Testori in primavera, per poter scoprire il giardino, ricco di alberi, arbusti e rampicanti: dall’alloro (Laurus nobilis) alla Wisteria sinensis (il glicine). Ma m’incuriosisce in particolare la “Rosa varietà Testori”. Stat rosa…
Saul Stucchi
Dies Illa
Gianriccardo Piccoli e Alessandro Verdi
Informazioni sulla mostra
Dove
Casa TestoriLargo Angelo Testori 13, Novate Milanese (MI)
Quando
Dal 27 novembre 2021 al 26 febbraio 2022Orari e prezzi
Orari: da martedì a venerdì 10.00 – 13.00; 14.30 – 18.00Sabato 14.30 – 19.30
Domenica e lunedì chiuso
Biglietti: ingresso libero