“L’ALIBI della domenica” è dedicato al viaggio e ai viaggiatori.
Alla fine della settimana, questa sera quando tornerò da teatro, avrò percorso più di milleduecento chilometri: in auto, treno, pullman, metro e ovviamente a piedi (più di cinque soltanto ieri per le calli di Venezia).
Sono stati giorni molto intensi. Ho partecipato a un paio di presentazioni di libri (Una questione privata di Beppe Fenoglio e Il mistero della torre del parco e altre storie di Luca Crovi); ho visitato almeno quattro mostre (ma dovrei fare mente locale per essere sicuro del numero preciso); ho assistito a due concerti; ho scambiato quattro chiacchiere con uno dei più bravi attori italiani; ho conosciuto l’artista Gabriella Benedini; ho visto il film “Maigret”, recensito qui su ALIBI da Simone Cozzi.
Tra i numerosi spunti raccolti in settimana che vorrei approfondire nei prossimi giorni mi concentro qui su quelli legati al tema del viaggio. Nella mostra “Io, Canova. Genio europeo” – inaugurata ieri al Museo Civico di Bassano del Grappa – è esposto il Giornale di viaggio da Roma a Napoli e diario romano dello scultore (e pittore e diplomatico e tanto altro ancora…). Sarebbe interessante leggerne il testo e non soltanto la didascalia.
Nel percorso espositivo della mostra “Paris Bordon. Pittore Divino”, allestita al Museo Santa Caterina di Treviso, c’è una teca che contiene alcuni disegni di Giovanni Battista Cavalcaselle ricchi di appunti su opere del pittore trevigiano. Che dicono?
Al Museo d’Arte Orientale di Venezia ho sostato davanti al pannello didattico che ne ripercorre la storia: il museo ha preso vita dalla collezione del Principe Enrico di Borbone, Conte di Bardi. Vi si legge:
Nel 1887 Enrico di Borbone, figlio di Carlo III e Maria Luisa di Parma e Piacenza, imparentato dunque con le case regnanti di tutta Europa, partì con la moglie ed un ristretto seguito per un “viaggio intorno al mondo” che si concluse nel 1889. Il Principe visitò l’Indonesia, la penisola malacca, l’Indocina, la Cina, il Giappone e in questi paesi acquistò oltre trentamila pezzi che spedì in Europa”.
Ho poi visitato la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, un po’ per rendere omaggio ai sommi Tiziano e Canova (delle splendide immagini dedicate alla chiesa nel film “Tiziano. L’impero del colore” ho scritto nella recensione al documentario), un po’ per ammirare l’Assunta del cadorino, fresca di restauro. Visitando la basilica ho scoperto che Claudio Monteverdi è tra le numerose personalità che vi sono sepolte. Mentre scrivo queste righe sto ascoltando il Vespro della Beata Vergine (SV 206), nell’esecuzione di Jordi Savall con La Capella Reial e il Coro del Centro Musica Antica di Padova. Lo spartito della composizione (una copia, ovviamente!) è esposto nella cappella della chiesa dove riposa Monteverdi.
Ma prima di entrare in chiesa ho dato un’occhiata alle bancarelle in Campo dei Frari. Dall’unica che vendeva libri d’occasione ho acquistato Journal di Matilde Manzoni, curato da Cesare Garboli per Adelphi (1992). Ne riporto un brano che mi pare in tema:
[Vincenzo Gioberti] Aveva conosciuto il Leopardi a ventisette anni, aveva viaggiato con lui da Firenze a Recanati, nel novembre del 1828, per dieci giorni, fermandosi tre giorni a Perugia. Che cosa c’è di più intimo, di più favorevole alle confidenze di un viaggio di due amici sotto i trent’anni, uno appassionatamente religioso, l’altro appassionatamente ateo? Dieci giorni, dieci notti d’inverno per le più deserte e spopolate campagne d’Italia, in viaggio con Leopardi verso Recanati, sballottati nella stessa carrozza, sette, otto mesi prima che siano ideate e scritte le “Ricordanze” – e chi se lo dimenticherebbe?”
Viaggiavano Christo e Jeanne-Claude per realizzare le loro opere in giro per il mondo (al Castello di Miradolo ha appena aperto una bella mostra che racconterò nei prossimi giorni). Viaggiava Canova. Viaggiavano Bordon e Cavalcaselle. Hanno viaggiato i Leoni dell’Arsenale di Venezia e Corto Maltese che sosta davanti al più imponente di loro (e quanto ha viaggiato il suo papà, Hugo Pratt!).
Tanto ha viaggiato Giovanni Lindo Ferretti con i CCCP, i CSI e poi PGR e da solista (“Viaggiano i viandanti, viaggiano i perdenti…”). A casa mi aspettava il plico con il suo ultimo libro Óra. Difendi conserva prega, appena pubblicato dalla Compagnia editoriale Aliberti. Inizierò subito a leggerlo, mentre in metro raggiungerò il Piccolo Teatro Strehler per vedere “Hamlet” di Antonio Latella.
Sempre in viaggio…
Saul Stucchi