Quello compiuto da Glen W. Bowersock è un doppio viaggio nel tempo. Il libro raccoglie infatti sedici saggi scritti dal professore emerito di Storia antica presso l’Institute for Advanced Study di Princeton riguardanti il mondo antico, avvicinato, o meglio: rievocato, attraverso il filtro di autori (filosofi, storici, artisti) del XVIII, XIX e XX secolo.

Il saggio che apre la raccolta, per esempio, parla della fortuna del biografo romano Svetonio nel Settecento. Per gli intellettuali di quell’epoca Svetonio – è la tesi di Bowersock – rappresentò i nuovi sviluppi della biografia moderna, mentre Plutarco incarnava gli ideali biografici del passato. Il XVIII secolo fu l’età d’oro per l’opera di Svetonio che si vide al centro di una fitta rete di interessi.
Alcuni fili tengono insieme i saggi della raccolta, a volte ben riconoscibili e dichiarati, altre meno appariscenti. Il più evidente fa riferimento alla figura di Edward Gibbon, l’autore dell’intramontabile Storia della decadenza e caduta dell’Impero Romano. A lui sono dedicati ben tre saggi, ma il suo nome compare qua è là per tutto il libro (da segnalare, en passant, l’unico difetto del volume, ovvero la mancanza di un indice dei nomi citati, assenza ingiustificata per un libro di questo livello, strumento di studio e non solo di lettura di piacere).
Un secondo filo conduttore è l’opera poetica di Konstandinos Kavafis, greco d’Alessandria d’Egitto, degno erede novecentesco dei poeti ellenistici e bizantini (“in quanto greco d’Alessandria, la cui famiglia proveniva da Costantinopoli, Kavafis incarnava la grecità della diaspora medio-orientale. Era affascinato dalla storia antica dei Greci, ma non dai Greci dell’epica omerica, dell’Atene di Pericle, o da Solone, Platone, Demostene. Era la grecità d’oltremare dei secoli posteriori ad Alessandro Magno ad attrarlo.
Divenne il poeta dell’età ellenistica, dell’impero romano e, segnatamente, dell’impero bizantino”). Bowersock indaga in particolare sulle liriche dedicate a Giuliano l’Apostata, sull’influenza di Apollonio di Tiana e sulle poesie incompiute degli anni Venti fino alla morte (avvenuta nel 1932, il giorno del settantesimo compleanno del poeta).
Il terzo filo conduttore è la convinzione dell’attualità della storia antica, condivisa con l’amico Arnaldo Momigliano. Alla fine dell’introduzione Bowersock dichiara: “Questi saggi rispecchiano non solo la mia ricerca e i miei gusti intellettuali, ma un’intera cerchia di amici senza i quali la mia vita e il mio lavoro sarebbero infinitamente più poveri”.
Saul Stucchi
Glen W. Bowersock
Saggi sulla tradizione classica dal Settecento al Novecento
Einaudi, 2007
Traduzione di Guido Bonino
€ 20,00
Pag. X-192