Rimarrà aperta fino al prossimo 28 giugno, al Musée National de la Maison Bonaparte, la mostra fotografica L’exil et la sinceérité. À Sainte-Hèlène Napoléon évoque la Corse. Se siete in Corsica, dalle parti di Ajaccio, non perdete l’occasione di visitarla. Costituisce l’ultima tappa del percorso espositivo della casa museo della famiglia Bonaparte e in qualche modo suggella la parabola del suo componente più illustre. Naturalmente parliamo di lui, Napoleone. La sua mirabolante esistenza (lui stesso, per una volta senza esagerare, disse: “Che romanzo, la mia vita!”) fu legata a tre isole: la Corsica, dove nacque il giorno dell’Assunzione del 1769; l’Isola d’Elba, dove venne esiliato dopo la disfatta di Lipsia e la prima abdicazione; e appunto Sant’Elena, sperduta nell’Oceano Atlantico, a quasi duemila chilometri dalla costa africana.
Gli Inglesi decisero di esiliarvi Napoleone per chiudere definitivamente un’epoca (che appunto da lui prende il nome), dopo averlo sconfitto il 18 giugno 1815 a Waterloo. Il fotografo francese Olivier Roques Rogery ha visitato l’isola insieme a un giornalista del Figaro Magazine, Jean-Louis Tremblais, e ha catturato per immagini lo spirito del luogo e quello del suo ospite più illustre, anche se solo temporaneo. Il nipote, Napoleone III (“il Piccolo” come lo chiamava Hugo, per distinguerlo dallo zio), fece infatti riportare in Francia le ceneri di Napoleone per dargli solenne sepoltura a Les Invalides. “Ma che presenza in questa assenza!”, scrive lo stesso fotografo in calce alla prefazione del catalogo che accompagna l’esposizione.
I luoghi di Sant’Elena sono paesaggi a volte lunari, altre volte invece sembrano finestre aperte sull’Inghilterra, come a Man and Horses Cliff. Ma sempre incombe l’ombra dell’Aquila e ovunque aleggia il “tanto spiro”, per ricordare il Manzoni, non solo nella sua residenza a Longwood. Jamestown più che una città, è una fessura che si incunea in due blocchi di lava. Oggi come due secoli fa ci si deve annoiare parecchio: al momento la prigione di Sua Maestà ospita 14 detenuti, su una popolazione di circa quattromila abitanti, lo rivela la didascalia a una foto di Roques Rogery che immortala due poliziotte sorridenti davanti all’edificio. Ma tutto potrebbe cambiare con l’apertura dell’aeroporto che dovrebbe aprire nel 2016 (un’altra foto mostra lo spianamento della pista).
Le immagini sono accompagnate da testi selezionati da quella miniera che è il Memoriale di Sant’Elena, brani e citazioni che raccontano il punto di vista di Napoleone. Nel riposo coatto del secondo esilio, che lui stesso comprendeva ormai definitivo, Napoleone prese a ripercorrere tutta la sua vita. Parlò dei genitori, dei fratelli, della Corsica, delle donne amate, delle battaglie vinte e di quelle perse, dei compagni d’armi, delle riforme attuate e di quelle solo progettate, del proprio carattere e delle false opinioni che la gente si era fatta di lui. Che però tutto quello che disse e dettò fosse sincero, beh…è impossibile a credersi!
Propagandista geniale di se stesso, anche e soprattutto a Sant’Elena, Napoleone intuì subito che lo scoglio in mezzo all’Atlantico era il suo ultimo campo di battaglia e la penna la sua arma. La impugnò senza esitazione e scrisse la sua versione dei fatti, consapevole che non si può rovinare una bella storia con la verità. Tantomeno una storia come la sua.
Saul Stucchi
Didascalie:
Olivier Roques Rogery
Jamestown, la capitale. In mare la nave RMS St HELENA, unico legame con il resto del mondo.
Olivier Roques Rogery
Longwood, residenza dell’Imperatore.
L’EXIL ET LA SINCÉRITÉ
À Sainte-Hélène, Napoléon évoque la Corse
Foto di Olivier Roques Rogery
Testi di Napoleone Bonaparte
Fino al 28 giugno 2015
Musée National de la Maison Bonaparte
Rue Saint-Charles
Ajaccio
www.musee-maisonbonaparte.fr
VISIT-CORSICA
www.visit-corsica.com/it