San Francisco è una città pazza, abitata per la maggior parte da persone instabili mentalmente e da donne di una bellezza unica.
Rudyard Kipling
“I like”, ovvero “il posto più bello in cui sono stato”
La quarta puntata del nostro reportage dagli USA ci porta a San Francisco, città che (lo dicono tutti) non assomiglia alle altre metropoli americane. Ha sì qualche grattacielo, ha parchi e grandi strade, tuttavia conserva una dimensione – in un certo qual modo – più raccolta.
Dal momento che si trova sulla punta di un promontorio, e non ha la possibilità di espandersi, ci appare più come una città europea, che non come quelle degli USA. Le strade, relativamente piccole, che si inerpicano sulle colline, le case (molte di chiaro stampo vittoriano) eleganti, spesso a uno o due piani, ricordano più Parigi, Edimburgo o persino qualche città italiana.
Ma c’è un qualcosa che nessun altro possiede: ha – almeno ai miei occhi – il fascino della “fine”.
Tutti conoscono o hanno sentito parlare della faglia di Sant’Andrea che si estende per circa 1300 Km sotto la California: secondo i più catastrofisti, potrebbe esserci un “Big One” che porterebbe l’intera penisola a staccarsi dal continente.
A ciò va poi aggiunta, l’attesa per un terremoto ancor più devastante di quello del 1906. A me, fa pensare ai balli a bordo del Titanic la notte prima dello scontro con l’iceberg: probabilmente è per questo che gli abitanti sono considerati stravaganti, con idee nuove e originali, rispetto a molte altre aree degli Stati Uniti.
L D S