La California è piena di cause significative. New York, invece, è piena di rumori privi di significato e questa potrebbe essere la sua salvezza.
Lou Reed
New York non è Parigi
La settima puntata del nostro reportage dagli USA ci porta a parlare di New York. Il mio personalissimo giudizio non è positivo. Qualcosa di buono c’è, ma ci sono anche troppe cose che non mi piacciono.
Il primo impatto con New York non è stato dei migliori: rumore, confusione, sporcizia… Come mi ha suggerito giustamente un mio vecchio amico: “Ma cosa ti aspettavi? Parigi? No, caro: sei a Napoli. In grande, magari, ma a Napoli. Non certo a Milano o a Londra.”
Sorvolo sulla stanza d’albergo che pure si trovava in una splendida posizione per visitare Manhattan, ma era troppo calda e non propriamente la migliore per riposarsi. Sorvolo sugli homeless che incontri ogni dieci metri su qualsiasi marciapiedi… È tutto l’insieme che lascia perplessi. Perplessità: se mi chiedessero di definire con una parola la sensazione che provoca New York, sceglierei questa.
E dire che nei pochi giorni che vi ho trascorso, ho cercato di vedere (quasi) tutto e ho cercato di assaporare quel particolare clima di cui tutti, al ritorno in Italia, parlano. Nelle prossime puntate entrerò più nei particolari; per ora resta questa strana sensazione, probabilmente dovuta alle aspettative che portavo dentro di me, pensando di arrivare a New York.
L D S