• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Teatro & Cinema » L’anima russa in una stanza: “Zio Vanja” al Teatro Fontana

10 Giugno 2022 Scritto da Saul Stucchi

L’anima russa in una stanza: “Zio Vanja” al Teatro Fontana

Definire la Russia un paese complesso è una banalità che ci possiamo risparmiare: io di scrivere, voi di leggere e tutti di pensare. Non solo quella di oggi naturalmente. Fermiamoci a quella ottocentesca, ritratta nei romanzi e nei testi teatrali. Dopo aver letto, a puntate di dieci pagine quotidiane “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij e “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov, ora sto affrontando allo stesso modo la rilettura de “I demoni”, sempre di Dostoevskij.

Una scena dello spettacolo "Zio Vanja" di Cechov diretto da Simona Gonella

Ebbene, assistendo ieri sera alla prima di “Zio Vanja” di Anton Cechov al Teatro Fontana di Milano – dove rimarrà in cartellone fino a domenica 19 giugno – mi si è rafforzata l’impressione che ho ricavato dai titoli sopra menzionati, ovvero quella di un paese di forti contrasti e contraddizioni.

Tra i più evidenti quello tra città e campagna che non a caso compare anche in quest’opera di Cechov, uno dei suoi capolavori. La villa di campagna, nella drammaturgia di Simona Gonella che firma anche la regia dello spettacolo, si riduce a un unico ambiente determinato da una parete di fondo di colore rosso, quattro panche, una poltrona da barbiere e un samovar. Forte anche il contrasto tra realismo e naturalismo, uno dei marchi inconfondibili della letteratura russa.

Woody Neri e Stefanie Bruckner in "Zio Vanja". Foto di Luca Del Pia

La scelta di concentrare tutto in quest’unico spazio (disegnato da Federico Biancalani) e di tenere insieme i quattro atti senza soluzione di continuità accresce la sensazione di claustrofobia che vivono i personaggi, ciascuno dei quali ha problemi con la propria vita (e probabilmente con la vita in sé). Paese sterminato là fuori, persone che si sentono in gabbia qui dentro, tanto da darsi sui nervi gli uni con gli altri. Non possono fare a meno di parlarsi e di cercarsi, anche se nessuno riesce a ottenere l’attenzione della persona da cui la vorrebbe.

Rumori e suoni scandiscono la pièce: le zanzare e il temporale che non vuole scoppiare, mentre alcuni brani di musica moderna sottolineano passaggi di forte emotività. Ma sono soprattutto i dialoghi a mettere in scena frustrazioni che si incontrano, si incrociano e si scontrano. Monta la rabbia di Vanja per aver sprecato il tempo, si carica l’indignazione del dottore nel vedere Elena sprecare la vita nell’ombra del professore, si acuisce la disperazione di Sonja, consapevole di essere trasparente davanti agli occhi di costui…

Una scena dello spettacolo "Zio Vanja" di Cechov diretto da Simona Gonella al Teatro Fontana di Milano

Bravi tutti gli attori, a ciascuno dei quali – almeno per le parti principali – tocca un “assolo” che ne mette in evidenza le doti. Woody Neri è Zio Vanja, Stefano Braschi il vecchio professor Serebrijakov, Stefanie Bruckner la bella Elena con “intarsi” in tedesco, Stefania Medri la buona Sonja (gli aggettivi si riferiscono ovviamente ai personaggi, non agli interpreti), Anna Coppola la vecchia balia che “recita” anche le didascalie nonché Maman, Marco Cacciola il dottor Astrov, mentre Donato Paternoster fa la parte di Telegin, proprietario terriero impoverito, in versione Rain Man.

Questo spettacolo è un’ulteriore prova di quanto la cultura russa abbia dato all’Europa e quanto l’Europa alla cultura russa. Contrasti e contraddizioni compresi, ça va sans dire (come direbbe, appunto in francese, il personaggio di un romanzo russo dell’Ottocento).

Saul Stucchi
Foto di Luca Del Pia

Zio Vanja

di Anton Cechov
Drammaturgia e regia Simona Gonella
Con Stefano Braschi, Stefanie Bruckner, Stefania Medri, Anna Coppola, Woody Neri, Marco Cacciola, Donato Paternoster
Spazio scenico Federico Biancalani
Disegno luci Rossano Siragusano
Costumi Anna Maria Gallo
Ambienti sonori Donato Paternoster
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Metastasio di Prato
Con il contributo di NEXT-Laboratorio delle Idee

Informazioni sullo spettacolo

Dove

Teatro Fontana
Via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano

Quando

Dal 9 al 19 giugno 2022

Orari e prezzi

Orari: da martedì a sabato 20.30
Domenica 17.00
lunedì riposo

Biglietti: intero 21 €; ridotti 17/15/14/10 €
Prevendita e prenotazione 1 €

Maggiori informazioni

Sito web ufficiale:

https://teatrofontana.it/

Tweet
Pin
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Teatro & Cinema

Barra laterale primaria

blank

Boitani a Vimercate


Articoli recenti

  • Bocchi e Scarrocchia in ”Abito” al Giardino delle Esperidi
  • Il Festival del Mondo Antico s’interroga sul consenso
  • Elio Germano e Teho Teardo ai Bagni Misteriosi con PPP
  • “Pesciolinen”, ovvero “La ragazza del Novecento”
  • Velázquez: il capolavoro del Prado è all’Accademia Carrara

Footer

Informazioni

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2022 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi