Quando ALIBI Online ancora non esisteva, ho scritto una recensione del romanzo storico “Vita straordinaria di William Petty” di Alexandra Lapierre, edito da Mondadori nella collana Omnibus. Fu pubblicata sul numero di febbraio del 2005 del Mezzaghero, il periodico del comune di Mezzago, in Brianza. La riporto integralmente qui sotto.
Avventuriero ed erudito
Tra gli innumerevoli capolavori conservati al British Museum di Londra, il visitatore più attento può ammirare una bella testa in bronzo raffigurante il tragediografo Sofocle. Risale all’età ellenistica e fu portata in Gran Bretagna da Costantinopoli agli inizi del XVII secolo. Solo pochissimi tra coloro che si fermano davanti alla teca per ammirare l’opera conoscono le peripezie attraversate dall’uomo a cui si deve la sua conservazione.
Costui si chiamava William Petty, figlio di William Petty e nipote di William Petty, originario della contea di Westmorland, al confine tra Inghilterra e Scozia.

Il vicino Vallo di Adriano fu la prima forma di civiltà incontrata dal protagonista nella sua infanzia e costituì sempre per lui un monito: una barriera contro la barbarie. L’autrice, figlia del famoso Dominique che ha scritto best sellers come La città della gioia, ci porta indietro nel tempo (tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del secolo seguente) per seguire le imprese di questo avventuriero nel cui cuore batteva un insopprimibile amore per la libertà.
Faccia attenzione il lettore: non avrà tra le mani un romanzo di fantasia, bensì la ricostruzione della vita veramente straordinaria del reverendo William Petty, come dimostra la seconda parte del libro, dedicata all’esposizione delle fonti impiegate dalla scrittrice per tessere la sua tela.
Eredità da preservare
Aveva perfettamente ragione il professore Geyl quando scrisse, nel suo studio su Napoleone, che “la storia è davvero un argomento senza fine”. È compito dello storico riportare alla luce gli infiniti legami che stringono vicende a prima vista così lontane tra loro, mentre al narratore spetta il rendere in bella forma argomenti già di per sé molto attraenti.
In questo caso la Lapierre ha svolto entrambe le missioni in modo egregio, con il risultato di incatenare il lettore al turbinoso svolgersi della vicenda. Dalla patria Inghilterra all’Italia, con una lunga e proficua sosta a Venezia e poi in Turchia e in Grecia, sempre alla ricerca di capolavori dell’arte da aggiungere alla già ricca collezione del suo padrone, Lord Arundel. Non per puro desiderio di possesso né per amore della rapina, quanto spinto dal desiderio di preservare, di tramandare e di istruire i contemporanei e i posteri.
Di capitale importanza per capire lo spirito di Petty è il dialogo tra il protagonista e il patriarca ortodosso Lucaris che accetta di alienare i tesori del suo popolo in cambio di un torchio per stampare i libri in greco moderno sul quale far studiare le nuove generazioni di Elleni, soffocati dal giogo turco. Prezzo carissimo pagato per non interrompere la trasmissione della cultura, unica e vera radice di un popolo. Gli Inglesi s’impadroniscano della memoria della Grecia, purché la conservino, ma verrà un giorno – è la profezia del religioso – in cui i Greci la reclameranno indietro.
È qui impossibile non leggere una neppure troppo velata allusione pole- mica alla questione assai complessa dei famosi marmi del Partenone, tuttora “custoditi” al British Museum e da tempo pretesi dalla Grecia. Alla fine, chiuso il libro, forse tornerà alla mente l’avvio della storia, con l’inaspettato ritrovamento di reperti archeologici romani nel centro di Londra. E il lettore capirà quanto i prodotti dell’arte – la massima espressione dell’uomo – siano in costante pericolo, anche nel cuore della “civiltà”.
Saul Stucchi
Alexandra Lapierre
Vita straordinaria di William Petty
Mondadori