• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Arte » “Power and Prestige”: a Venezia i bastoni dell’Oceania

19 Ottobre 2021

“Power and Prestige”: a Venezia i bastoni dell’Oceania

Si aperta sabato 16 ottobre al Palazzo Franchetti di Venezia (in campo Santo Stefano, a due passi dal ponte dell’Accademia, nel sestiere di San Marco) la mostra “Power & Prestige. Simboli del comando in Oceania”. Si potrà visitare fino al 13 marzo 2022. Non perdetevela perché merita un viaggio in Laguna. Un consiglio: andateci prima del 16 gennaio. Avrete così modo di vedere anche l’esposizione “Massimo Campigli e gli Etruschi: una pagana felicità”, allestita nello stesso palazzo.

Quattro bastoni esposti alla mostra "Power and Prestige" a Venezia

“Power and Prestige” è curata da Steven Hooper, direttore del Sainsbury Research Unit per le Arti dell’Africa, Oceania e delle Americhe presso l’Università dell’East Anglia nel Regno Unito. È co-promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue e dal Musée du quai Branly di Parigi: la prima la organizza a Venezia, il secondo lo farà nella capitale francese che la ospiterà l’anno prossimo.

Che cos’è un bastone?

Il percorso espositivo si snoda lungo otto sale presentando al pubblico bastoni di comando, da combattimento e da difesa, bastoni da danza, lance e mazze cerimoniali.

Durante la presentazione alla stampa il presidente della Fondazione, Inti Ligabue, e il curatore Hooper hanno sottolineato l’originalità di questa mostra, mai preceduta da qualcosa di simile. Sono gli oggetti, anzi le opere d’arte, a parlare. Oltre 120 pezzi prestati da istituzioni come il British Museum di Londra e il Museum of Archaeology and Anthropology di Cambridge, il National Museum of Scotland di Edimburgo e il Nationaal Museum van Wereldculturen di Leida. Fondamentale il contributo di diversi collezionisti privati e della stessa Fondazione Ligabue.

Mazza cerimoniale bifronte, Vanuatu, isola Ambrym (?). XIX secolo. Legno, conchiglia, fibra; L. 80 cm. Tervuren, Royal Museum for Central Africa/ Africa Museum, Tervuren, © photo J.-M. Vandyck, RMCA Tervuren

La domanda di partenza attorno a cui è stata realizzata la mostra è “che cos’è un bastone?”. Non un’arma, come viene spontaneo rispondere. “Se cercate un’arma, prendete una mazza da baseball”, ha detto sorridendo il curatore. Per colpire qualcuno è molto più maneggevole e di sicuro effetto. Questi bastoni, invece, sono ben altro. Lascio la parola al professor Hooper, riportando alcune righe dallo splendido catalogo edito da Skira con la Fondazione Ligabue, più precisamente dal terzo capitolo:

Se alcuni di essi furono forse ideati per uno scopo principale o esclusivo, molti svolgevano molteplici funzioni. Non è possibile approfondire tutti questi aspetti, ma ce n’è uno, identitario, che li accomuna tutti a prescindere dal loro destino. Essi sono sculture, realizzate con cura e maestria da uno o più individui, frutto della creatività umana”.

La parola alle opere

La cura e la maestria si ammirano in ciascun bastone esposto, anche grazie alla sapiente illuminazione che ne esalta la varietà di forme, curve e volumi (non tutti, appunto, adatti a colpire). Fedeli alla regola aurea secondo la quale il miglior allestimento è quello che non si nota e che non sovrasta le opere, gli organizzatori sono stati attenti a valorizzare i pezzi nelle teche. Per farlo – ha ricordato Inti Ligabue – sono stati utilizzati ben 1823 elementi, senza contare le viti! Il visitatore si accorgerà che i pezzi nelle vetrine ondeggiano un poco al suo passaggio, una leggera vibrazione che li rende “vivi”.

Questi bastoni sono vere e proprie sculture e l’obiettivo della mostra è quello di “riattivarle”, mettendole in dialogo tra loro e lasciando che ciascuna riveli la propria storia. Anche perché molti di essi sono solitamente nascosti nei magazzini, non esposti al pubblico. Nelle società in cui furono realizzati e utilizzati, invece, erano importanti simboli di comando e strumenti per mettere in comunicazione gli uomini con gli dei e gli antenati.

Napa, bastone da danza. Isole Salomone, isola Santa Cruz. Fine XIX secolo. Legno, fibra, gusci di noce, pigmenti; L. 97 Collezione Bart van Bussel - © photos by Hughes Dubois

Perché i bastoni possano raccontare la propria storia sono accompagnati da didascalie che sono brevi racconti ricchi di informazioni e curiosità. Invece di annoiare, come purtroppo succede spesso, queste suscitano la voglia di approfondire e invitano a proseguire il viaggio una volta terminato il percorso della mostra. Chi era, per esempio, l’antropologo A.C. Haddon che recuperò la mazza cerimoniale a testa d’uccello (n. 114 in mostra, n. 126 nel catalogo) durante il suo primo viaggio nello Stretto di Torres nel 1888-9? I miei complimenti a chi sappia individuare a colpo sicuro su un atlante il summenzionato stretto!

Di mano in mano

Interessanti sono anche i passaggi di proprietà da una collezione all’altra, a volte piuttosto insoliti. Il bastone di comando bifronte Ùu, dalle Isole Marchesi (n. 3 in mostra, n. 17 nel catalogo), prima di approdare alla Collezione Ligabue appartenne a Helena Rubinstein, fondatrice dell’azienda cosmetica, che amava la cosiddetta “arte etnica”. Il Musée du Quai Branly le ha dedicato recentemente (novembre 2019 – settembre 2020) la mostra “Helena Rubinstein. La collection de Madame”. Questo bastone fu anche esposto al MoMa di New York nel 1984 in occasione della mostra “Primitivism”.

Il bulibuli, bastone di comando, delle Figi in legno e avorio di balena è invece appartenuto allo Sheik Saud Al-Thani (una parte della sua collezione sarà esposta all’Hotel de la Marine in Place de la Concorde a Parigi, a partire dal 18 novembre) e prima ancora alla Collezione Zafrira e Itshak Shorer di Tel-Aviv. Andato all’asta a New York nel 2012 con una stima tra i 12 e i 18 mila dollari, è stato poi venduto a una cifra che sfiorava i 60 mila dollari.

Mentre ci guidava per le sale della mostra ho chiesto al curatore Hooper se esiste il problema dei falsi in questo settore. In generale no, mi ha risposto, spiegando che a questi bastoni non veniva riconosciuto un elevato valore artistico ed economico quando arrivarono in Europa, a differenza di altre opere d’arte dell’Oceania per le quali, infatti, è molto più diffuso il fenomeno del “fake”. Le cose sono però cambiate per i bastoni che oggi sono riconosciuti come oggetti di grande valore artistico, non soltanto culturale e storico. Ed ecco spiegate quotazioni come quella menzionata più sopra.

Per fortuna per ammirarli nella mostra “Power and Prestige” a Palazzo Franchetti bastano 12 euro per il biglietto d’ingresso.

Saul Stucchi

Didascalie:

  • Quattro bastoni esposti in mostra
  • Mazza cerimoniale bifronte
    Vanuatu, isola Ambrym (?). XIX secolo
    Legno, conchiglia, fibra; L. 80 cm.
    Tervuren, Royal Museum for Central Africa
    © photo J.-M. Vandyck, RMCA Tervuren
  • Napa, bastone da danza
    Isole Salomone, isola Santa Cruz (fine XIX secolo)
    Legno, fibra, gusci di noce, pigmenti; L. 97
    Collezione Bart van Bussel
    © photos by Hughes Dubois

Power and Prestige
Simboli del comando in Oceania

Informazioni sulla mostra

Dove

Palazzo Franchetti
Campo santo Stefano, Venezia

Quando

Dal 16 ottobre 2021 al 13 marzo 2022

Orari e prezzi

Orari: da martedì a domenica 10.00 – 18.00
Ultimo ingresso 17.00
Lunedì chiuso
Biglietti: intero 12 €; ridotto 10 €

Maggiori informazioni

Sito web ufficiale:

www.fondazioneligabue.it

Tweet
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Arte Contrassegnato con: Venezia

Barra laterale primaria

Afghanistan al Guimet


Articoli recenti

  • Mostra di Carpaccio al Palazzo Ducale di Venezia
  • “Landness. Una storia geoanarchica” di Meschiari
  • Presentato a Venezia il filmato “Concrete Bach”
  • Da Sellerio “Mia anima carnale” di Giorgio Manganelli
  • A Venezia una mostra di “mostri”: da Leonardo a Bacon

Footer

INFORMAZIONI

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2023 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi