Fino al 3 febbraio 2019 si può visitare alla Galleria Borghese di Roma la mostra “Picasso. La scultura”, curata da Anna Coliva, direttrice della stessa Galleria, e da Diana Widmaier Picasso, nipote dell’artista (figlia della primogenita Maya). L’esposizione fa parte del programma “Picasso-Méditerranée”, in cui rientra anche la mostra “Picasso Metamorfosi” allestita al Palazzo Reale di Milano.
Il percorso non è cronologico, bensì tematico e riunisce 56 opere, molte in prestito da collezioni private. Questa è dunque un’ottima occasione per ammirarle. Un’altra buona parte è invece arrivata dal Museo Nazionale Picasso di Parigi. Le sculture, frutto di inesauste esplorazioni e sperimentazioni, coprono un periodo di circa sessant’anni di attività dell’artista perché vanno dal 1905 al 1964.

Recita il testo di uno dei pannelli didattici:
“Il visitatore è invitato a intraprendere un viaggio senza inizio e senza fine nella scultura di Picasso, in linea con l’idea dell’artista che “in arte non c’è passato né futuro. l’arte che non è nel presente non sarà mai arte”.
Confesso che il mio primo approccio è stato tiepido. Uscito dalla scalinata a chiocciola, mi sono ritrovato nella sontuosa Sala degli Imperatori. Le opere di Picasso esposte qui sono come sommerse da tutta quella meraviglia che le circonda. Una teca poggia su un tavolo con piano di porfido rosso montato su trapezofori di marmo bianco a forma di leoni alati (fine XVIII secolo). Contiene alcune piccole sculture: una foglia di platano, una mano, un occhio e un’altra mano.
A prima vista paiono poca cosa se confrontati con il “Ratto di Proserpina” del Bernini. Ma basta spostarsi di qualche passo e avvicinarsi proprio alla statua seicentesca per avere una piccola rivelazione. Alle sue spalle c’è la “Donna a braccia aperte” in lamiera tagliata e piegata e rete dipinta che Picasso realizzò a Cannes nel 1961. Verso di lei è rivolta una delle teste del Cerbero infernale berniniano. Ecco: bisognerebbe essere come lui per godere di una triplice vista e abbracciare in un unico, panoramico, sguardo quanto è esposto in questo scrigno, dalle cui porte si vede la Venere al centro della fontana che rallegra il giardino antistante.
In un’altra teca ci sono le sculture delle mani di Picasso. All’anulare di quella destra si vede la fede che continuava a portare pur avendo lasciato la moglie Olga Khokhlova quando Marie-Thérèse Walter gli aveva dato la prima figlia, Maya. Il percorso espositivo – come avviene sempre con le mostre monografiche di Picasso – è anche un album delle sue donne (tutte tradite, si sa. La sola che non tradì è stata l’arte…).
Poi è un crescendo. Nella sala di “Enea ed Anchise” la “Verità” del Bernini dialoga con la “Testa femminile” (Dora Maar) di Picasso, prestata dalla Fondazione Beyeler di Basilea.
Peccato che nella sala “del Fauno” (che da sola costituisce una mostra su Caravaggio) manchi il “Davide con la testa di Golia” del pittore lombardo. Appesa al suo solito posto farebbe da sfondo perfetto per la “Testa di toro” in bronzo, scolpita a Vallauris nel 1950. Toro, Minotauro, uomo / bestia, mostro decollato: il cortocircuito è servito.
Tra parentesi: la tela del Caravaggio è attualmente esposta alla Fondazione Prada di Milano per “Sanguine. Luc Tuymans on Baroque”, mentre il “San Gerolamo” tornerà presto da Parigi, dove è stato tra gli ospiti più illustri della mostra al Museo Jacquemart-André (ne ho parlato qualche tempo fa nella trasmissione “I girasoli” su Radio Popolare).
E poi l’apoteosi nel “Salone d’ingresso” che ospita la sezione sulla scultura monumentale. Sono nove opere, tra cui la “Donna con arancia o Donna con mela” che ha dietro di sé un Augusto (?) con capo velato e patera in mano. Sui lati brevi le colossali teste di arte romana dialogano con quelle femminili di Picasso, di cui una in cemento che fu esposta al padiglione della Spagna Repubblicana all’Esposizione Universale di Parigi del 1937, insieme a “Guernica”.
Ma c’è ancora tanto altro da ammirare. Ci sono sculture in bronzo, gesso, lamiera, legno e chiodi, cartone e carta sparse nella “foresta di statue” come il Bernini chiamava la Galleria. Non sappiamo se Picasso la visitò nel suo viaggio in Italia nel 1917, ma poco importa in fondo. È innegabile infatti che l’arte italiana l’abbia profondamente segnato.

Citiamo qualche altro accostamento perfettamente studiato. Nella “Sala di Apollo e Dafne” il capolavoro assoluto del Bernini è in qualche modo ripreso dalla “Donna con bambino” in lamiera del 1961, mentre la piccola statuetta in legno e chiodi de “La lettrice” (1951) pur nell’umiltà del materiale con cui è realizzata non sfigura a confronto con la divina “Paolina Borghese come Venere Vincitrice” del Canova.
Al primo piano è la “Galleria di Lanfranco” a ospitare i pezzi più interessanti: quattro teste, di cui tre femminili e il “Giullare”. Alle loro spalle fanno capolino i due ritratti del cardinale Scipione Borghese, sempre del Bernini. Avvicinatevi e guardateli bene: a prima vista paiono identici, ma non lo sono!
E ancora: strumenti musicali, una pipa in sepiolite incisa con il profilo di Fernande, uno “Sparviero” tanto semplice da essere geniale, e una “Donna seduta”, in legno tagliato e dipinto, ispirata a Jacqueline Roque, il cui gesto è molto simile a quello del fanciullo “Cavaspina” al centro della sala, copia cinquecentesca del celebre bronzo esposto ai Musei Capitolini.
Assolutamente da non perdere anche la galleria fotografica al piano interrato, con immagini inedite e video dell’atelier di Picasso.
Saul Stucchi
PS: ho parlato della mostra “Picasso. La scultura” nella puntata di domenica 13 gennaio 2019 della trasmissione “I girasoli” di Radio Popolare.
Didascalie:
Pablo Picasso
Donna con bambino (1961)
Lamiera tagliata, piegata, assemblata e dipinta
128 x 60 x 35 cm
Parigi, Musée national Picasso-Paris
Photo: © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) / Mathieu Rabeau
© Succession Picasso by SIAE 2018
Pablo Picasso
Donna a braccia aperte (1961)
Lamiera tagliata e piegata, e rete dipinta
183 × 177,5 × 72,5 cm
Parigi, Musée national Picasso-Paris
Photo © RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) / Mathieu Rabeau
© Succession Picasso by SIAE 2018
Picasso. la scultura
Dal 24 ottobre 2018 al 3 febbraio 2019
Orari: dal martedì alla domenica 9.00 – 19.00 (ultimo ingresso 17.00)
Biglietti: intero 18 € + 2 € di prenotazione obbligatoria. Ridotto 11,50 € + 2 € di prenotazione obbligatoria
Galleria Borghese
Piazzale Scipione Borghese 5
Roma
Informazioni:
www.galleriaborghese.beniculturali.it