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Voi siete qui: Arte » A Novara “Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale”

7 Gennaio 2022 Scritto da Saul Stucchi

A Novara “Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale”

Ci sarà tempo fino al 13 marzo per visitare al Castello Visconteo Sforzesco di Novara la mostra “Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale”. [La mostra è stata prorogata fino al 18 aprile 2022, ndr]

Organizzata da Mets Percorsi d’arte con Fondazione Castello e Comune di Novara, è curata da Elisabetta Chiodini insieme a un comitato scientifico diretto da Fernando Mazzocca e composto da Elena Di Raddo, Anna Mazzanti, Paul Nicholls, Paolo Serafini e Alessandra Tiddia.

L’occasione è stata fornita dalle celebrazioni per i 1600 anni della città lagunare che la tradizione vuole fondata nel marzo del 421.

Gugliemo Ciardi, Veduta della laguna veneziana (1880 circa). Olio su tela, 63 x 103 cm. Collezione privata

Il percorso espositivo

Il viaggio artistico in laguna presenta ai visitatori settanta opere, lungo un percorso espositivo che si snoda in otto sale dedicate ad altrettanti temi. L’arco cronologico preso in esame copre un periodo di circa ottant’anni che si estende dal 1830 agli inizi del Novecento. È datata al 1911 l’opera più “recente”, il Ritratto di donna dipinto da Lino Selvatico, prestato da una collezione privata di Venezia.

Proprio la presenza di molte opere concesse da collezionisti privati è uno dei punti di forza dell’esposizione, a cominciare dalla monumentale (in tutti i sensi) tela di Hayez intitolata Prete Orlando da Parma inviato di Arrigo IV di Germania e difeso da Gregorio VII contro il giusto sdegno del sinodo romano (1857).

Davvero una tela dal soggetto “complicato e poco noto”, per riprendere la definizione utilizzata dall’estensore della scheda nel vecchio catalogo esposto in una teca a pochi passi dall’opera. Nella scheda del bel catalogo edito da METS a corredo della mostra, osserva la storica dell’arte Elena Lissoni: “Il soggetto si prestava facilmente ad essere interpretato in chiave contemporanea, nel contesto del rilancio della questione romana e in coincidenza con la crisi della corrente neoguelfa negli anni precedenti all’Unità d’Italia”.

Francesco Hayez, Ritratto di gentildonna (1835). Olio su tela, 91 x 72 cm. Courtesy Quadreria dell'800, Milano

Queste le sezioni del percorso espositivo:

  1. I maestri dell’Accademia: nel segno di Hayez
  2. Dalla veduta al paesaggio
  3. Guglielmo Ciardi: la poesia della laguna
  4. La pittura del vero: l’universo familiare
  5. La pittura del vero: il lavoro e la vita quotidiana
  6. La pittura del vero: l’idillio amoroso
  7. Refugium peccatorum: Luigi Nono e la devozione popolare
  8. Il tempo delle Biennali

Doppia prospettiva

Davanti alle tele esposte è bene non perdere mai di vista l’orizzonte storico, sociale e culturale in cui sono state realizzate. Vanno dunque osservate – e ammirate – non soltanto come opere d’arte, ma anche come documenti di una lunga epoca che ha prima forgiato e poi visto consolidarsi la Nazione. Venezia spicca per le originalità che la contraddistinguono, le stesse che hanno reso eccezionale la sua storia.

Non aspettatevi però che sia protagonista assoluta di tutte le settanta opere in mostra. La selezione, infatti, non squaderna un album di vedute veneziane. Certo non mancano profili inconfondibili, come la Veduta del molo da Palazzo Ducale verso la chiesa della Salute di Ippolito Caffi.

Ippolito Caffi, Veduta del molo da Palazzo Ducale verso la chiesa della Salute (1858). Olio su tela, 55 x 91 cm. Courtesy Quadreria dell'800, Milano

Nella scheda a catalogo (strumento prezioso per goderne appieno delle opere) la curatrice Chiodini rievoca la turbolenta vicenda giudiziaria in cui era stato coinvolto il pittore, riconoscendo però che, in qualche modo, l’esilio che gli era toccato vivere gli era stato utile per maturare artisticamente. E questa piccola tela (55 x 91 cm) ne è una prova.

Le donne

Dopo aver elogiato il catalogo è giusto lodare le didascalie e i pannelli di sala: riportano testi né troppo stringati né eccessivamente loquaci, ricchi di informazioni interessanti. Poche righe, per esempio, bastano ad accendere la curiosità su Cecilia Zen. Chi era costei?

Lo racconta la didascalia che accompagna la piccola tavola (prestata da un collezionista privato) esposta in mostra, intitolata Ingresso d’una casa patrizia in Venezia: un’eccentrica nobildonna veneziana che aveva il vezzo di vestirsi da uomo. La vediamo infatti raffigurata di spalle, con indosso un paio di ampi pantaloni, la testa nascosta dall’ombrello parasole e la schiena trafitta dagli sguardi incuriositi di un bambino e di alcune donne, mentre attende davanti all’uscio secondario del suo palazzo in Santa Croce (curioso che il refuso “Sestriere” per “sestiere” compaia sia nella scheda a catalogo che nella didascalia in mostra…).

A ben guardare le donne sono protagoniste di molte opere in mostra. Cito almeno Scena di vita veneziana di Ettore Tito (dall’emblematico sottotitolo La fa la modela) e Biancheria al vento dello stesso artista; La mugier del barcarol di Alessandro Milesi; Visione antica (Parallelo) di Cesare Laurenti; Passeggiata sul Ponte Nuovo di Angelo Dall’Oca Bianca.

Luigi Nono

Ma è soprattutto in alcuni lavori di Luigi Nono che la figura femminile è davvero centrale. Mi riferisco alle opere esposte nella sezione Refugium peccatorum. Questa saletta è senza dubbio la tappa del percorso che preferisco. A darle il nome è l’omonima opera realizzata da Nono in diverse versioni.

Luigi Nono, Refugium peccatorum, 1886, olio su tela, 72 x 112 cm

In quella del 1881 la donna prostrata a terra ha il capo coperto da uno scialle chiaro, mentre in quella del 1883 ha la testa scoperta. Sono esposte anche le tele Le due madri, di taglio verticale (1886), e Ave Maria (Il mese di Maria) che può essere considerata la progenitrice della fortunata serie. Durante una lunga sessione di lavoro la modella, estenuata, si era abbandonata a terra e il pittore rimasto folgorato dalla nuova posa, l’aveva immortalata in alcuni disegni. Quelli qui esposti sono dedicati ad alcuni particolari dell’opera: i fiori, lo stemma, la balaustra, con tanto di annotazione dell’artista sulle parti metalliche: “l’orlo circoscritto di ruggine”.

E se amate i dettagli e le curiosità, identificate le opere in cui l’artista si firma NONO e quelle in cui invece ricorre al numero romano IX°.

Saul Stucchi

Didascalie:

  • Gugliemo Ciardi
    Veduta della laguna veneziana (1880 circa)
    Olio su tela, 63 x 103 cm
    Collezione privata
  • Francesco Hayez
    Ritratto di gentildonna (1835)
    Olio su tela, 91 x 72 cm
    Courtesy Quadreria dell’800, Milano
  • Ippolito Caffi
    Veduta del molo da Palazzo Ducale verso la chiesa della Salute (1858)
    Olio su tela, 55 x 91 cm
    Courtesy Quadreria dell’800, Milano
  • Luigi Nono
    Refugium peccatorum (1881)
    Olio su tela, 72 x 112 cm
    Collezione privata

Il mito di Venezia
Da Hayez alla Biennale

Informazioni sulla mostra

Dove

Castello Visconteo Sforzesco
Piazza Martiri della Libertà 3, Novara

Quando

Dal 30 ottobre 2021 al 18 aprile 2022

Orari e prezzi

Orari: da martedì a domenica 10.00 – 19.00

Biglietti: intero 12 €; ridotto 10 €

Maggiori informazioni

Sito web ufficiale:

www.metsarte.com/

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