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Voi siete qui: Arte » “Mario Puccini. Van Gogh involontario” a Livorno

16 Luglio 2021 Scritto da Saul Stucchi

“Mario Puccini. Van Gogh involontario” a Livorno

Prendetevi un giorno di vacanza e andate a Livorno. Dedicate una parte della giornata (vi consiglio la mattina, in modo da essere belli freschi) per visitare la mostra “Mario Puccini. Van Gogh involontario”, promossa dal Comune di Livorno, dalla Fondazione Livorno-Arte e Cultura e dalla Fondazione Livorno e allestita al Museo della Città.

Aperta al pubblico dal 2 luglio, ci sarà tempo fino al prossimo 19 settembre per ammirare le centocinquanta opere selezionate dalla curatrice Nadia Marchioni.

Mario Puccini, Il ponte alla sassaia. Collezione privata

Già il numero dei lavori esposti dice che il percorso è molto intenso. Va quindi affrontato con calma, dosando con sapienza le energie per evitare di arrivare stanchi alla fine, con il rischio di sacrificare le opere disposte nell’ultimo tratto che invece meritano il massimo dell’attenzione.

Il percorso espositivo

Sono otto le sezioni dell’itinerario lungo il quale si snoda questa monografica dedicata a un pittore il cui nome alla maggior parte dei lettori dirà poco o nulla. È evidente che la mostra ha anche l’obiettivo di far conoscere l’artista al grande pubblico, non soltanto toscano. Peraltro Livorno non nasconde l’ambizione di tornare alla ribalta della scena nazionale, scrollandosi di dosso un po’ della polvere lasciata sedimentare nel corso del Novecento.

Queste sono le tappe del percorso:

  1. gli esordi e il maestro Fattori
  2. gli amici artisti
  3. il Caffè Bardi
  4. Van Gogh involontario
  5. Livorno
  6. paesaggi
  7. le opere e i giorni
  8. ritratti e nature morte
Mario Puccini, Il fienaiolo. Collezione privata

Il titolo della mostra viene invece da una lettera del critico Emilio Cecchi alla moglie, la pittrice Leonetta Pieraccini, scritta nel 1913. Ne riporto il brano in questione:

Una rivelazione per me sono state le cose di Mario Puccini, un selvaggio pittore livornese allievo del Fattori: ha circa 50 anni. È un Van Gogh involontario: fortissimo; tu vedessi che colori, tu vedessi che fiere, che paesi, che mari, che barche in porto, ammassate, catramose. Ci sono del Puccini cose poco felici, ma ce ne sono, e sono le più, magnifiche: è un Fattori più intenso, più francese, direi; ma di una “coltura” spontanea; è uno che ha fatto il bracciante, il cameriere, il venditore di aghi e cotone, etc., etc., etc., un personaggio dostoevskijano”.

Il carattere da personaggio dostoevskijano emerge nei documenti esposti che rievocano il periodo buio dell’artista, quello trascorso nel manicomio San Niccolò di Siena.

Selezione personale

La mostra è ospitata nell’antico edificio dei Bottini dell’Olio, un deposito oleario del Settecento ordinato da Cosimo III, Granduca di Toscana. Girando per le sale (non si trascurino il modellino della città e i capienti contenitori dell’olio in terracotta), ciascun visitatore individuerà una propria, personalissima, selezione di opere preferite. Se avete un poco di pazienza, vorrei segnalarvi la mia, composta dai lavori di Puccini (ma non solo) che mi sono rimasti particolarmente impressi.

  • Autoritratto
    Datato al 1914, è dipinto a olio su tela (47×33 cm) e appartiene a un collezionista privato. Insieme agli altri due (quello “in controluce” dello stesso anno e quello “con colletto bianco” anteriore di due anni) avvicina in qualche modo l’artista al pubblico che si aggira per le sale del museo.
    Trovandosi faccia a faccia con il pittore, il visitatore proverà a leggere qualcosa nel suo sguardo, nella linea delle labbra e nel disegno delle sopracciglia.
Mario Puccini, Autoritratto (1914). Collezione privata
  • Giovanni Fattori, Ritratto di contadina
    Influenzato senza dubbio dalla rilettura de “I promessi sposi” del Manzoni che ho intrapreso all’inizio dell’estate, mi è venuto spontaneo identificare l’anonima contadina dipinta a olio su questa piccola tavola quasi quadrata (34×31 cm) con Agnese Mondella, la madre di Lucia.
  • Doppia versione de “Il lazzaretto”
    Quella dedicata al Caffè Bardi è forse la sala più bella dell’intero percorso, anche grazie alla presenza del “Busto femminile” (in gesso) scolpito da Umberto Fioravanti. Non ha fatto molta strada per essere qui: proviene infatti dal Museo Civico Giovanni Fattori della città.
    Sullo sfondo della sala campeggiano due versioni de “Il lazzaretto”, dipinte da Puccini a olio su tela. Le dimensioni sono molto simili, tanto che a prima vista le opere sembrano gemelle, ma quella esposta alla destra dell’osservatore è un poco più stretta e più slanciata. Differiscono per alcuni particolari (come la posizione del marinaio e delle vele della barca), ma soprattutto per la resa della luce. Evidentemente l’artista le ha dipinte in momenti diversi della giornata. Una piccola curiosità: nel catalogo le due opere sono pubblicate in posizioni invertite rispetto alla mostra.
  • Gastone Razzaguta, L’offerta del caffè
    Un delizioso acquerello su cartoncino (misura 22×9 cm), in cui una signora sinuosa come una sirena porge una fumante e invitante tazzina di caffè. Nel suo saggio a catalogo, Michele Pierleoni rievoca la breve ma intensa stagione del Caffè Bardi, un “porto franco” divenuto famoso per gli artisti che accoglieva, spesso intenti a eseguire caricature o a prendere appunti sui frequentatori del locale.
  • Eclissi di sole
    Olio su tavola, Collezione Rangoni
    Questa è forse la più vangoghiana delle opere di Puccini esposte in mostra. Non per nulla è inserita nella sezione intitolata “Van Gogh involontario”. È un’esplosione solare, un’eruzione di colori caldi che illumina la sala e attrae l’attenzione come un magnete. Forte è la tentazione di allungare le dita per sfiorare la materia delle pennellate. Ma, ovviamente, non pensateci nemmeno!
  • Carrozze sui fossi a Livorno
    Olio su cartone
    Dipinta su un supporto tanto umile, questa piccola scena di vita quotidiana riporta l’osservatore indietro nel tempo, a una giornata livornese di un secolo fa.
  • Lo scoglio e la Vegliaia
    Un’altra opera di dimensioni piuttosto contenute (32×35 cm), dipinta a olio su tavola. Nell’angolo in alto a destra campeggia la firma “M° Pochein”, pseudonimo che Puccini utilizzò fino al 1914. In primo piano uno scoglio arrotondato, mentre sullo sfondo si erge di poco sulla linea dell’orizzonte il profilo della diga della Vegliaia, all’imboccatura del porto di Livorno. Ogni increspatura d’onda ha il suo colore. È la versione marina di un campo di grano di Van Gogh.
  • Il Ponte alla Sassaia
    Questa piccola tavola dipinta a olio (34×41 cm) è stata scelta come “icona” della mostra, nonché come copertina del catalogo. Il ponte in questione, che collegava il Fortino della Sassaia con il Forte della Piattaforma, non esiste più da tempo. Nel quadro c’è molto di Livorno e dell’aria mediterranea che vi si respira: le opere dell’uomo nelle barche e nelle costruzioni, il mare e il cielo luminoso.
  • Guardiana di porci
    Ed eccoci, appunto, in campagna. In quest’olio su tavola della Collezione Rangoni la fissità della figura femminile sembra contrastare con il turbinio di colori degli arbusti e degli steli in cui razzola un maiale di razza Cinta Senese, a giudicare dalla cinghiatura bianca su mantello nero. È l’opera che preferisco tra quelle esposte nella sezione dal titolo esiodeo “Le opere e i giorni”. L’animale che grufola indisturbato appare più libero della guardiana intenta a sorvegliarlo.
Mario Puccini, Guardiana di porci. Collezione privata
  • Ritratto dell’ingegnere Emanuele Rosselli
    Sembra il positivo dell’Autoritratto di Puccini: solare invece che lunare, aperto invece che chiuso, sorridente invece che triste.
    Lascio la parola a Vincenzo Farinella che nel suo saggio a catalogo scrive: “La posa di tre quarti, il sorriso «ambiguo», tra irridente e sardonico, l’alzarsi del sopracciglio sinistro, come se il volto volesse ammiccare all’osservatore, in un desiderio di diretta comunicazione psicologica affatto inusuale nella pittura di Puccini, sono tutti elementi che mi sembrano richiamare istantaneamente uno dei capolavori del giovane Antonello da Messina, quel Ritratto d’uomo del Museo Mandralisca di Cefalù scoperto alla fine dell’Ottocento che, per la sua impressionante modernità, fu detto già a partire dai primi anni del Novecento il «Ritratto di ignoto marinaio»”.

Come dicevo più sopra, questa è soltanto una selezione personale. Moltissime altre opere danno spunti per riflessioni e accostamenti con artisti contemporanei o di altre epoche. Anche i documenti selezionati sono utili a “inquadrare” Puccini, come artista e come persona. E non vanno tralasciati, naturalmente, i pannelli di sala.

In uno viene riportata un passo di una lettera che il pittore e collezionista Gustavo Sforni scrisse all’artista Oscar Ghiglia nel 1913: “La mia serata a Livorno è stata bellissima: ho trovato tutti e ho passato un paio d’ore con Puccini che è un vero artista e con lui si respira: sentirai quando lo vedrai. Altro che incoscienza!! Rimarrai sorpreso. Io credo che quell’uomo lì è ancora in tempo a superare di gran lunga quello che ha fatto fino a ora”.

Ecco, vi consiglio di passare un paio d’ore con Mario Puccini a Livorno. È un vero artista e con lui si respira.

Saul Stucchi

Didascalie:

  • Mario Puccini
    Il ponte alla Sassaia
    Olio su tavola, 34×41 cm
    Collezione privata
  • Mario Puccini
    Il fienaiolo
    Olio su tela, 45×61 cm
    Collezione privata
  • Mario Puccini
    Autoritratto (1914)
    Olio su tela, 47×33 cm
    Collezione privata
  • Mario Puccini
    Guardiana di porci
    Olio su tavola, 37×67 cm
    Collezione privata

Mario Puccini
Van Gogh involontario

Informazioni sulla mostra

Dove

Museo della Città di Livorno
Piazza del Luogo Pio, Livorno

Quando

Dal 2 luglio al 19 settembre 2021

Orari e prezzi

Orari: da martedì a venerdì 10.00 – 20.00
Sabato e domenica 10.00 – 22.00
Lunedì chiuso
Biglietti: intero 8 €; ridotto 5 €
Cumulativo con Museo Fattori e sezione Arte Contemporanea 12 €
Visite guidate 2 € a persona (su prenotazione)

Maggiori informazioni

Sito web ufficiale:

https://mostramariopuccini.comune.livorno.it/

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