Questa settimana l’editoriale “L’ALIBI della domenica” è dedicato ai fallimenti e ai successi degli uomini e delle donne di scienza.
Sul numero odierno de El País Semanal, il domenicale del più diffuso quotidiano spagnolo, c’è un articolo firmato dal giornalista e scrittore argentino Martín Caparrós, intitolato “El fracaso de una vida”, ovvero “Il fallimento di una vita”.
L’autore vi rievoca la figura di Anna Kuliscioff, tra amori, galere e malattie. La rivoluzionaria russa naturalizzata italiana si spense nel 1925 a 70 anni, “dopo una vita piena, traboccante di fallimenti”. Eppure se oggi milioni di donne danno alla luce i figli senza morire di parto, lo devono anche a lei.

Davvero contorta la strada della medicina, tutt’altro che lineare. Ogni piccolo successo e progresso è il frutto di innumerevoli tentativi falliti e di errori clamorosi quanto tragici. Nessuno ha la bacchetta magica. Non l’avevano nemmeno due menti geniali come Guido da Vigevano (nato attorno al 1280 e morto verso il 1349) e Leonardo da Vinci (1452 – 1519). Li ricorda insieme la mostra “Leonardo da Vinci e Guido da Vigevano. Anatomia in figure” allestita nella Sala Sottofedericiana della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Ci sarebbe tempo fino al 29 marzo 2020 per visitarla, ma qui s’impone l’uso del condizionale, il modo in cui si coniugano i verbi quando l’incertezza è l’unica cosa sicura nel traballare di tutto il resto. Io ho fatto in tempo a vederla prima che Milano, come il resto della Lombardia, finisse sotto quarantena.
La mostra è curata da Paola Salvi, studiosa che da anni si occupa di cose leonardesche, con particolare attenzione per le sue ricerche sull’anatomia.
L’obiettivo dell’esposizione è spiegato dalla stessa Salvi:
Si vuole (…) far qui conoscere il metodo di raffigurazione di Guido da Vigevano, attraverso la riproduzione delle 18 figure (in 16 Tavole) del suo trattato Anathomia designata per figuras (1345) e la rivoluzionaria visualizzazione anatomica di Leonardo da Vinci, attraverso una selezione mirata tra i suoi numerosi disegni anatomici (realizzati tra il 1480 e il 1517 circa), alcuni dei quali resi tridimensionali con sculture in ceroplastica, che vogliono renderne maggiormente intelligibili la precisione e la bellezza artistica”.
A colpire l’attenzione sono per prime le riproduzioni delle tavole del trattato di Guido. In particolare l’undicesima figura, quella “in cui si rimuove l’osso del cranio per fare l’anatomia delle ossa stesse, la “dura mater” e la “pia mater”, e del cervello”. Il medico che colpisce con mazza e scalpello la testa del paziente per rimuoverne la calotta cranica mette i brividi e fa pensare più a una scena del film “Hannibal” che a un manuale di anatomia. Anche la visione della figura settima con lo “spellamento” dalla testa alla vescica è quantomeno perturbante.

Al centro della sala delle teche contengono alcune riproduzioni in ceroplastica. Per esempio la “Colonna vertebrale intera e parte cervicale” tratta dal verso del foglio di Leonardo da Vinci catalogato con la sigla RCIN 919007. L’ideazione è della Salvi, mentre la realizzazione è del giovane Moreno Vezzoli.
Il modello in scala del carro a vento (in legno e ferro), tratto dal capitolo XII del “Texaurus Regis Francie” di Guido da Vigevano, è stato invece ideato da Carlo E. Rottenbacher e realizzato da Massimiliano Genna.
Lo stesso Rottenbacher, docente di Meccanica applicata all’Università di Pavia, spiega in un testo riportato su uno dei pannelli in mostra quali siano gli aspetti più innovativi dell’opera di Guido, ovvero “il modo di presentare il carro attraverso un vero e proprio metodo descrittivo basato sull’uso alternato di testo e figure (…), finalizzato ad una spiegazione più chiara del progetto, in questo essendo anticipatore di Leonardo” e il disegno complessivo del carro posto alla fine della sua descrizione.
Guido e Leonardo vissero in due epoche diverse, ma il secolo e mezzo che li separa è ben diverso dal secolo che divide noi da Anna Kuliscioff: i progressi compiuti dagli scienziati del Novecento sono incomparabilmente superiori. Ma sono anch’essi il frutto delle ricerche e delle scoperte dei predecessori, quella lunga catena di uomini e donne che hanno studiato, provato e sbagliato e ritentato di nuovo. A tutti loro e ai loro colleghi oggi in prima linea negli ospedali e nei laboratori di ricerca deve andare la nostra gratitudine.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Codice Atlantico (Codex Atlanticus), foglio 784 verso
Leonardo da Vinci, Titolo “Libro primo”: inizio del libro sull’acqua che parte dalle definizioni dei principi di geometria (punto, linea e superficie); a margine, si descrive la superficie dell’acqua scorrente in uno stretto canale; studio di gamba umana scuoiata; breve annotazione circa il comportamento degli archi in muratura; studio del rapporto tra le parti di un cerchio e tra cerchio e cerchio, penna e inchiostro su carta
© Veneranda Biblioteca Ambrosiana / Mondadori Portfolio - Scultura in ceroplastica, busto con braccio alzato, ideazione Paola Salvi, realizzazione Moreno Vezzoli
Leonardo da Vinci e Guido da Vigevano
Anatomia in figure
Informazioni sulla mostra
Dove
Veneranda Biblioteca AmbrosianaPiazza Pio XI 2, Milano
Quando
Dal 7 febbraio al 29 marzo 2020Orari e prezzi
Orari: da martedì a venerdì 12.00 – 18.00Sabato, domenica e festivi 10.00 – 18.00
Lunedì chiuso
Biglietti:
speciale Cripta San Sepolcro, inclusa mostra + Sala Federiciana: intero 12 €
Cripta San Sepolcro, inclusa mostra: intero 8 €; ridotto 6 €
Cripta San Sepolcro, inclusa mostra + Pinacoteca: intero 20 €; ridotto 15 €