Avendo avuto, in famiglia, episodi di Alzheimer, confesso che il tema affrontato da “The father – Nulla è come sembra”, il film diretto dall’esordiente Florian Zeller (che della pellicola è anche sceneggiatore), mi ha sempre affascinato.
Il malessere, derivante dalla perdita delle facoltà mentali e dalla confusione fra la realtà e la propria percezione, era già stato affrontato, sotto angolature differenti, da alcuni mostri sacri del cinema: Martin Scorsese in “Shutter Island”, e il visionario Chistopher Nolan di “Inception” e “Memento”, avevano studiato il disorientamento che coglie l’individuo in preda al dissolvimento della ragione.
Il grande successo riscosso alla notte degli Oscar, e le critiche favorevoli, mi avevano ulteriormente incentivato. Così ho colto l’occasione, offerta dalla programmazione del cinema all’aperto presso la Villa Reale di Monza, per colmare la mia lacuna.
Alla fine della proiezione mi sono scoperto deluso.

Il film ha un’impostazione teatrale, e fin qui, nulla di sorprendente né di sbagliato, dato che si tratta dell’adattamento cinematografico di una pièce teatrale del regista stesso.
Infatti la vicenda si svolge in tre differenti luoghi (due appartamenti e la camera di un ospedale psichiatrico) dove il protagonista, Anthony, trascorre il suo tempo, confondendo la figlia e il compagno con i due infermieri che lo accudiscono nella clinica, fraintendendo anche i luoghi e le sequenze temporali della sua esistenza. Al punto che, come recita il sottotitolo italiano, nulla di ciò che gli appare è reale.
Il ritmo volutamente lento per rendere alla perfezione la paralisi del tempo dovuta alla condizione mentale del protagonista (apparentemente pimpante e addirittura brillante in certi frangenti), la fotografia, la recitazione: da un punto di vista tecnico, tutta la realizzazione è impeccabile.
Anthony Hopkins, che interpreta l’omonimo protagonista, sa come al solito il fatto suo, e regge la parte con eleganza, senza gigioneggiare. Tuttavia mi è restata addosso una sensazione di incompiuto, come davanti a un lavoro svolto con diligenza, ma senza passione.
Un film di una glacialità degna di Bergman, che non trasmette pathos. Manca la percezione della drammaticità della situazione, come se il declino del padre lasciasse quasi indifferenti i familiari, impietriti da una composta rassegnazione all’inevitabile.
Anche i momenti di lucidità del protagonista, la cui mente traballante è il punto dal quale lo spettatore osserva la vicenda, si uniformano alla misura del resto del film: nessuna reazione disperata, nessuna dolorosa presa di coscienza, nessun tentativo di ribellarsi all’ineluttabile deriva, tanto che l’andamento del film è monocromo.
Paradossalmente, per quanto il film sia, come già detto, molto lento, la percezione che se ne ha è quella della sbrigatività del racconto, come se l’atono messaggio da trasmettere fosse “quando non si è più nel pieno delle facoltà mentali, ciò che appare non è ciò che è”.
In definitiva, un’occasione sprecata.
Simone Cozzi
The father. Nulla è come sembra
- Regia: Florian Zeller
- Soggetto: dalla pièce teatrale di Florian Zeller
- Sceneggiatura: Christopher Hampton, Florian Zeller
- Interpreti: Anthony Hopkins, Olivia Colman, Mark Gatiss, Imogen Poots, Rufus Sewell, Olivia Williams