Con “Il laureato” di Mike Nichols (1967) completo un discorso iniziato tempo fa: quello sulla cosiddetta “New Hollywood”. Questa espressione è stata usata per definire la ripresa dell’industria cinematografica americana, all’interno di un quadro economico e organizzativo radicalmente mutato rispetto ai tempi della Hollywood classica.
Era successo che con l’avvento della televisione, negli anni Cinquanta e Sessanta si era assistito a un deciso calo di pubblico. La strada per il rinnovamento fu aperta da piccoli produttori indipendenti che -con un basso budget a disposizione – si rivolsero ai potenziali fruitori del cinema: i giovani e i giovanissimi. Film d’orrore, di fantascienza o storie di adolescenti legate alla nascita del Rock and Roll.
Il più importante e il più sensibile ai nuovi mutamenti fu senza dubbio Roger Corman (nato a Detroit nel 1926), che, dal 1954 ha diretto e prodotto più di 350 pellicole. A lui va anche il merito di avere scoperto molti degli autori della nuova Hollywood (Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Peter Bogdanovich, etc.), oltre che attori come Jack Nicholson, Peter Fonda, Sandra Bullock, Robert De Niro o David Carradine.

I due film che avrebbero rappresentato il “nuovo” cinema furono, nel 1967, “The graduate” (titolo originale de “Il laureato”) e, due anni dopo, “Easy Rider”. Ma, se il secondo era davvero una pellicola “on the road” con chiari riferimenti alla contro cultura giovanile, nel lavoro di Nichols si assiste al passaggio dal vecchio cinema al nuovo. C’è ancora qualcosa della grande produzione hollywoodiana, ma lo spirito dei tempi nuovi si sta facendo largo.
“Vedi: è come se partecipassi a un gioco con delle regole che per me non hanno senso” (dice il protagonista, Benjamin Braddock)
Prima di passare al film, spendo allora qualche parola su Mike Nichols.
“Il mestiere del regista non si esprime con la tecnica, ma con la capacità di raccontare una storia nel miglior modo possibile. L’arte non si esprime con i numeri” (Mike Nichols)
Mike Nichols è il nome d’arte di Michael Igor Peschkowsky, nato a Berlino nel 1931 e morto a New York nel 2014, per infarto. I suoi genitori sono ebrei colti e di tendenze progressiste e liberali. Nel 1939, in seguito alle persecuzioni antisemite, decidono di fuggire negli USA; qui da un anno risiede il padre, che ha cambiato il suo cognome in Nichols.
Prima di affacciarsi nel cinema, Mike ha alle spalle una lunga carriera nel teatro. Frequenta il celebre “Actors Studio”, quindi, insieme con Elaine May e altri, recita e dirige commedie a Broadway. Nei suoi lavori mette insieme umorismo e critica sociale, caratteristiche che porterà poi nel suo cinema.
Il debutto dietro la macchina da presa è con “Chi ha paura di Virginia Wolf?” (1966, interpretato da Elizabeth Taylor e Richard Burton), ma la consacrazione avviene con “Il laureato”, che – grazie al personaggio di Benjamin Braddock – dà voce a una gioventù disorientata e in cerca di indipendenza sociale e culturale.
Sempre legati alla critica sociale e alle difficoltà esistenziali sono anche le pellicole successive: “Comma 22” (1970: divertente e feroce satira antimilitarista) e “Conoscenza carnale” (1971). Con gli anni, non ha abbandonato né l’umorismo, né l’impegno sociale: a me piace ricordare almeno “Silkwood” (1984, ambientato in una centrale nucleare) e “Closer” (2004, deliziosa e crudele commedia sulle relazioni sentimentali e sessuali).
Ha ottenuto un Oscar per la regia proprio per “The graduate”.
Oltre a essere diventata un cult movie, questa pellicola non ha perso nulla della carica sovversiva del suo esordio. Siamo nel 1967 e, anche se Benjamin non si ribella apertamente e non tenta di cambiare il mondo, in lui è presente il malessere giovanile, il rifiuto del perbenismo sociale e la critica nei confronti della famiglia, cioè le idee alla base del movimento di protesta del Sessantotto.
- Signor Braddock: “Ben, che cosa fai?”
- Benjamin Braddock: “Direi che sto andando alla deriva. Qui in piscina”.
Il film è liberamente tratto dal romanzo omonimo di Charles Webb. Il produttore Lawrence Turman, che aveva acquistato i diritti cinematografici, propone la regia a Mike Nichols. Dopo varie riscritture della sceneggiatura, si arriva finalmente a un testo che soddisfa Nichols. Inoltre, dal momento che nel romanzo Benjamin è alto 1,80 m., ha gli occhi azzurri e i capelli biondi, la produzione pensa a Robert Redford, che però il regista scarta perché lo ritiene troppo bello per un ruolo da “imbranato”: al suo posto uno sconosciuto (allora) e quasi debuttante Dustin Hoffman.
Prima di chiudere sento il bisogno di citare l’altro interprete de “Il laureato”: la colonna sonora. A mio modesto parere, una delle più belle colonne sonore di tutta la storia del cinema: “signori, Simon & Garfunkel!”.
Per il film, due canzoni originali (entrambe di Paul Simon): Sound of Silence e Mrs. Robinson. E, anticipando le curiosità, il secondo brano avrebbe dovuto chiamarsi Mrs. Roosevelt, ma, su richiesta di Nichols, il titolo fu cambiato per rendere omaggio alla signora amante di Ben.
Note e osservazioni
- Di Mike Nichols sono uscite due biografie. In entrambe quello che risalta è l’approccio ironico che fin da piccolo il regista ha avuto nei confronti della vita. A titolo di esempio, racconto solo questo episodio. “All’età di quattro anni, ero rimasto glabro e calvo per una reazione al vaccino per la pertosse. Mio padre non voleva che usassi parrucche. Per fortuna mio padre morì presto e al liceo arrivai con la parrucca che mia madre poteva permettersi: era bruttissima. Anni dopo, diventai così amico di Liz Taylor, che lei chiese a quello che faceva le parrucche per Cleopatra di farmene una”.
- Torno sulla sua formazione teatrale. Per “Il laureato”, dopo avere faticosamente selezionato gli attori, Nichols li fece provare tre settimane in studio, senza scene né costumi, prima di girare una sola scena. Un metodo prettamente teatrale, che, però, permise loro di entrare meglio nei personaggi.
- Per restare in teatro, in Italia, dal 2007 al 2009, è stata ricavata dal film una versione per il palcoscenico, con protagonista Giuliana De Sio.
- Nel gennaio 2013, l’attrice Linda Gray affermò che la gamba in primo piano nel manifesto del film, era sua. Nel 1967 era una semplice modella semisconosciuta e venne pagata 25 dollari per la foto della gamba.
- È rimasta celebre anche l’auto che viene regalata a Benjamin per la laurea (vedi prossima nota). Si tratta di un’Alfa Romeo Duetto 1600 Spider.
Mr Carlson: “È la tua nuova macchina quell’Alfetta rossa fuori?”
Mr Braddock: “È stato il mio regalo per la laurea”
Mr Carlson: “Be’, con quella non avrai problemi a raccattarle, vero?”
Ben: “Cosa?”
Mr Carlson: “Le bambocce, le marmocchie, le mocciose!” - Il titolo “Il laureato” è inesatto, non essendoci corrispondenza tra il sistema scolastico italiano e quello statunitense. Il termine graduate si riferisce al titolo di Bachelor of Arts, di poco superiore alla nostra maturità. Infatti Benjamin all’inizio del film ha 20 anni e torna da un college (con una borsa di studio per proseguire e laurearsi).
L S D
Il laureato
- Regia: Mike Nichols
- Sceneggiatura: Calder Willingham, Buck Henry
- Interpreti: Dustin Hoffman, Anne Bancroft, Katharine Ross, William Daniels