Sarà proiettato nelle sale cinematografiche italiane soltanto nelle date del 28, 29 e 30 novembre il docufilm “Botticelli e Firenze. La Nascita della Bellezza”, diretto da Marco Pianigiani. Ideato e scritto da Francesca Priori è prodotto da Sky, Ballandi e Nexo Digital con il patrocinio del Comune di Firenze. Questa volta la voce narrante è quella di Jasmine Trinca, calda e piacevole. Per il resto ci sono tutti gli ingredienti del format de “La Grande Arte al Cinema”: riprese dal drone, zoomate sui particolari delle opere e inquadrature inedite (con punti di vista impossibili per il comune visitatore), effetti, cura dei dettagli.

Il film si apre – e si chiuderà, ad anello – su una citazione del pittore Edward Burne-Jones: “Firenze è tutto e tutto il resto è nulla.” Da lì in poi è un’affascinante cavalcata sui capolavori del periodo più glorioso di Firenze. Non è un caso che a darle il via sia la sfilata dei Magi che Benozzo Gozzoli ha dipinto in Palazzo Medici Riccardi, seguita dalle immagini della Cappella Brancacci affrescata da Masaccio in Santa Maria del Carmine e la Cappella Sassetti in Santa Trinita illustrata dal Ghirlandaio.
Influencer del Rinascimento
Peccati veniali sono i giudizi al limite dell’iperbole, come quello dello storico Franco Cardini che ritiene Botticelli – definito “persona sofistica” dal Vasari – il più grande pittore che sia esistito al mondo, con buona pace di Jan van Eyck, Raffaello e Diego Velázquez, solo per citare i primi tre concorrenti al titolo che mi sono venuti in mente.
Più fastidiose, almeno alle orecchie di chi scrive queste righe, le forzate similitudini con il presente, per cui Botticelli si vede affibbiati talenti di problem solver, influencer e designer (oh, my gosh! E vi risparmio il “tweet” che l’agente di Ludovico il Moro dedica al nostro).
Il documentario racconta vita e carriera di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, universalmente noto con il nome d’arte di Sandro Botticelli, scandendole in nove capitoli:
- Lorenzo il Magnifico
- La congiura dei Pazzi
- Il papa
- La città delle botteghe
- La Primavera
- Venere
- Il falò delle vanità
- Inferno
- La calunnia (di Apelle)
Queste tappe sono ripercorse a suon di capolavori, gran parte dei quali esposti agli Uffizi (che infatti fanno giustamente la parte del leone): l’Adorazione dei Magi con i ritratti della famiglia Medici; la Pala di Sant’Ambrogio; il Ritratto di giovane con medaglia di Cosimo il Vecchio; la Madonna del Magnificat. E poi le Storie di Lucrezia, il Ritratto di Giuliano (di cui sono note varie versioni, il cui prototipo dovrebbe essere la tavola oggi conservata alla National Gallery di Washington. La versione dell’Accademia Carrara di Bergamo è in questi giorni esposta alla Torre PwC di Milano).

E ancora: la strepitosa tavola con Venere e Marte della National Gallery di Londra; le “mitologie botticelliane”; le Madonne, tutte uguali e tutte diverse (ma questo vale anche per Giovanni Bellini); i disegni per la Divina Commedia. Una nota di passaggio: gli attori che interpretano i peccatori si contorcono in pudiche mutande, mentre Botticelli ha rappresentato i dannati tutti belli ignudi: è proprio il caso di dire che la storia del costume ha i suoi alti e bassi.
La parabola di Sandro
“Abile narratore” e “narratore per eccellenza” lo sentiamo definire mentre ammiriamo le sue opere ed è vero. Una manciata le date da tenere a mente: 1478 la congiura dei Pazzi; 1483 il ritorno da Roma a Firenze; 1492 la morte di Lorenzo; 1497 il falò delle vanità in Piazza della Signoria; 1498 l’esecuzione di Savonarola, inscenata nello stesso luogo; 1510 la morte di Botticelli.
Molto più numerosi – e interessanti – i temi, anche solo sfiorati: dal ruolo del papa Sisto IV della Rovere (che volle per la sua Cappella Sistina Botticelli, il Ghirlandaio, Cosimo Rosselli e il Perugino) a quello di Marsilio Ficino; da Simonetta Vespucci, sua musa leggendaria, morta appena ventitreenne, al Savonarola: Sandro fu un suo seguace? Non sappiamo, anche se Jonathan Nelson, professore di storia dell’arte presso la Syracuse University di Firenze – una vaga somiglianza con Ralph Fiennes – afferma di sì, poggiando la sua fiducia sulle iscrizioni che il pittore ha riprodotto nella Nascita mistica ora alla National Gallery di Londra.
Ben scelti e abbinati i brani musicali, tra i quali abbiamo riconosciuto almeno La Follia di Vivaldi e l’Adagietto della Quinta Sinfonia di Mahler (per commentare il Crocefisso di Prato).
L’incredibile successo raggiunto al tempo di Lorenzo il Magnifico non accompagnò Botticelli fino al termine della sua vita. Pur adattandosi al cambio delle richieste con il prevalere della campagna moralizzatrice del Savonarola – cui segue un’evidente rottura nella produzione botticelliana – Sandro finisce progressivamente ai margini, fino a morire povero e dimenticato.
Passeranno tre secoli prima che i Pre Raffaelliti lo riscoprano. Da lì in poi sarà Botticelli mania, da Warhol alla moda e ai francobolli del Burkina Faso. Chissà cosa direbbero Lorenzo, frate Girolamo e lo stesso Sandro…
Saul Stucchi
Didascalie:
- Sandro Botticelli
Madonna del Libro (1480-81) - Sandro Botticelli
Venere e Marte (1483 circa)
Botticelli e Firenze
La Nascita della Bellezza
28, 29 e 30 novembre 2022
L’elenco delle sale è consultabile sul sito di Nexo Digital.