Andate al Teatro Fontana di Milano a vedere “Coriolano” di Shakespeare: avete tempo fino a domenica 25 marzo. Ve lo consiglio caldamente perché l’adattamento di Marco Plini (che ne cura anche la regia) è uno spettacolo ben pensato e altrettanto bene messo in scena: intenso e ricco di spunti di riflessione sulla democrazia.
Non bisogna aver letto “La rivoluzione romana” di Ronald Syme (ma certo aiuta) per sapere che la democrazia romana aveva più difetti che pregi; né al tempo di Shakespeare le cose andavano meglio. Oggi invece… Proprio attorno ai meccanismi del potere e del consenso ruota questa versione che trova nel gruppo di giovani attori sul palcoscenico interpreti espressivi ed efficaci. Su tutti un vulcanico Marco Maccieri che fa di Coriolano un Hercules furens stretto nei legacci della vita civile.
Lui è un soldato e l’armatura che indossa lo qualifica e insieme lo distingue tanto dai nobili senatori (vestiti con abiti su misura della sartoria Luigi Bianchi di Mantova: chapeau!) quanto dalla plebe. E qui rimando al capitolo “Vita cittadina e conflitti urbani. Il berretto dell’apprendista” di Neil MacGregor (ex direttore della National Gallery e del British Museum di Londra) nel suo recente “Il mondo inquieto di Shakespeare”, pubblicato in Italia da Adelphi.
Gli abiti parlano, come raccontano i manifesti della campagna elettorale ancora per le strade… E bisogna avere i voti del popolo per governarlo. Ma come ottenerli? Nobili e plebei sono ai ferri corti e Caio Marzio, “Coriolano” dopo l’impresa contro i Volsci di Corioli, campione della nobiltà, è pedina nel gioco che vede contrapposti i due schieramenti, pur convinto di essere uno dei giocatori, finché i nobili non gli voltano letteralmente le spalle.
Chiamare i concittadini “parassiti puzzolenti” non è certo un buon sistema per ottenerne i voti. Coriolano non nasconde il fastidio per i rituali della democrazia e più volte menziona le ferite riportate (“più di due dozzine”) per consentire a ciascun romano il diritto al voto. A questa insistenza risponde quella sul fiato pestilenziale di commercianti e artigiani…
Il generale vittorioso deve ora imitare un demagogo per ricevere l’investitura a console? Se non ci sono altre vie, percorrerà questa che per lui è un calvario. E lo farà con mitezza, come gli è stato raccomandato, salvo poi infiammarsi subito alla prima critica. I tribuni avranno gioco facile a rinfacciargli il “disprezzo con cui ha indossato la toga dell’umiltà” (e sul disprezzo dei politici verso i propri elettori ognuno può fare le considerazioni che ritiene più opportune…).
“Coriolano” è un attento esame della psicologia delle masse e insieme un’analisi della fenomenologia della sollevazione e della sua soppressione. Come sempre in Shakespeare, al tema centrale se ne incrociano altri: qui il potere e il potere di esercitarlo effettivamente, la natura camaleontica del politico che deve unire cervello a cuore e saper cambiare a seconda del mutare delle circostanze (Coriolano, invece, è un idealista dai saldi principi come Riccardo II…), il rapporto (edipico) del protagonista con la madre e con la patria, il teatro nel teatro (almeno un paio di volte Coriolano afferma di non voler recitare il ruolo che intendono imporgli)…
Plini presenta una tragedia fedele nello spirito all’originale di Shakespeare pur confezionandola in una veste multimediale, con tanto di cravatte e occhiali luminosi mentre esplodono le note di Born Slippy del gruppo tecno Underworld (colonna sonora di Trainspotting), frammenti del cartone animato Lone Ranger (ah, il tradimento!) e un cameraman in scena a riprendere i discorsi dei politici romani, mentre il pubblico in sala è invitato a partecipare allo spettacolo della democrazia romana.
Avete mai sognato di recitare una battuta di Shakespeare? Preparatevi, amici, Romani, concittadini!
Saul Stucchi
Foto di Nicolò Degl’Incerti Tocci
Venerdì 23 marzo lo spettacolo sarà preceduto alle ore 19.00 da un incontro con la compagnia, il critico Renzo Francabandera e la professoressa Michela Mastroianni. Ingresso libero.
Dal 21 al 25 marzo 2018
Coriolano
- di William Shakespeare
- Adattamento e regia Marco Plini
- Con Marco Maccieri, Luca Cattani, Giusto Cucchiarini, Cecilia Di Donato, Marco Merzi, Valeria Perdonò
- Aiuto regia Thea Dellavalle, Angela Ruozzi
- Disegno luci Fabio Bozzetta
- Costumi Nuvia Valestri
- Video editing Samuele Huynh Hong Son
- Live shooting Alessio Cosa
- I costumi dei senatori romani sono abiti Luigi Bianchi Sartoria – Mantova
- Produzione Centro Teatrale Mamimò con il sostegno di Fondazione I Teatri
Orari: mercoledì, giovedì, venerdì e sabato 20:30; domenica 16:00
Biglietti: intero 19 €; ridotti 9,50 – 14 €. Prevendita e prenotazione 1 €
Informazioni:
Teatro Fontana
via Gian Antonio Boltraffio 21
Milano
Tel. 02.6901 5733
www.teatrofontana.it