Ieri sera (5 luglio) alla Permanente di Milano è stato presentato il libro “Ayrton Senna. L’ultima notte”, a cura di Giorgio Terruzzi con fotografie di Ercole Colombo, edito da Skira.
Un libro nato da un altro libro
Ha preso la parola per primo Terruzzi per spiegare la genesi del volume, nato da un precedente libro dello stesso Terruzzi, intitolato “Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna” (2014). Quello non era fotografico, mentre questo è riccamente illustrato: sono infatti 150 le fotografie realizzate da Colombo che ha seguito Senna nell’arco della sua carriera, dagli esordi con la Toleman fino appunto a quel tragico primo maggio del 1994.
Senna ha dato tanto alla Formula 1 e molti giovani ancora oggi lo ricordano e apprezzano, ha detto Terruzzi che così scrive nella presentazione:
In queste foto c’è la luce di Senna ma anche, e forse soprattutto, l’ombra che ha accompagnato una persona ossessionata dalla perfezione, dalla necessità di restituire in termini di impegno e qualità ciò che aveva ricevuto in dono dal destino: talento e ricchezza.
La sua era una figura molto complessa, dall’umanità sconcertante. Poteva essere duro e severo con compagni di scuderia e avversari, ma sapeva anche sorprendere le “persone comuni” con atteggiamenti lontanissimi da quelli di colleghi superstar che di solito, però, arrivavano al traguardo dietro di lui.
Colombo ha confermato che Senna ha lasciato una traccia, sia in pista che fuori. Era molto coraggioso, soprattutto in qualifica e aveva una grande visione della gara. Sempre col piede a fondo, arrivava a staccare soltanto all’ultima frazione di millesimo utile. Ha ricordato un particolare significativo: il pilota brasiliano soffriva la limitazione del carico di benzina perché nella sua mentalità non esisteva l’idea di andare piano, di risparmiare carburante.
Un week-end tragico
Quel week-end a Imola, che sarebbe stato l’ultimo per Ayrton, fu molto particolare, non soltanto per la tragica morte di Roland Ratzenberger durante le prove del sabato. Senna peraltro nutriva da tempo dubbi sulla Benetton di Schumacher che aveva vinto le prime due gare del campionato. Ma da qui a dire che aveva dei presentimenti, ha detto Terruzzi, ce ne corre. I piloti, ha ricordato, per professione vivono al massimo dell’intensità l’esperienza che li vede protagonisti e mettono in conto incidenti e fatalità, altrimenti non potrebbero nemmeno scendere in pista.
Colombo ha poi raccontato di come ha selezionato le immagini del libro (la sua preferita è quella che è stata scelta per la copertina). Ai tempi fotografare la Formula 1 rappresentava una sfida tecnica molto impegnativa. Il risultato delle foto che scattava (in realtà erano diapositive) era visibile soltanto dopo quattro giorni e l’impostazione non ottimale di un parametro costringeva a cestinare l’immagine. Oggi col digitale è tutto molto più semplice. In compenso, però i fotografi, così come i reporter, sono tenuti molto più a distanza di quanto non fosse vent’anni fa.
La presentazione si è poi conclusa con molte domande da parte del pubblico, rispondendo alle quali Terruzzi e Colombo hanno rievocato numerosi aneddoti sul carattere di Senna, la sua vita privata e i confronti con altri campioni come Schumacher e Alonso.
La mostra “Ayrton Senna. L’ultima notte” rimarrà aperta fino al 24 luglio al Museo della Velocità dell’Autodromo Nazionale di Monza.
Saul Stucchi
- Ayrton Senna. L’ultima notte
- fotografie di Ercole Colombo
- a cura di Giorgio Terruzzi
- Skira
- 160 pagine, 45 €