
Lo scorso dicembre sono stato a Parigi per la mia dodicesima volta. Non posso dire di conoscere la capitale francese come le mie tasche (e chi potrebbe, in tutta onestà?), tuttavia faccio ormai a meno della piantina in molte occasioni, a riprova del fatto che col tempo ho acquisito una pur modesta familiarità con la Ville Lumière. Come sempre nelle ultime visite, il viaggio comincia all’aeroporto di Orio al Serio. Questa volta tremendamente presto, con il volo Ryanair delle 8 e mezza. Me lo dico ormai da tempo: è una mazzata. Arrivo infatti nel “mio” appartamento nel Marais dopo ben 7 ore dalla sveglia, ovviamente distrutto. La seconda cosa che annoto è la differenza del costo della vita, almeno per il turista. Per mettere qualcosa nello stomaco spendo infatti 9 euro. Poco, direte voi. Certo, rispondo io, se non si trattasse soltanto di un panino e di un cappuccino. Sì: ho pagato un cappuccino 4 euro e 50 centesimi, in un “normale” bistrot, mica in cima alla Tour Eiffel. Il biglietto della metropolitana costa 1,40 € (contro l’euro che paghiamo a Milano), ma quelli li ho comprati solo l’ultimo giorno perché mi sono portato i biglietti rimastimi dall’ultima visita. L’ingresso ai musei invece non ha una differenza così marcata, anzi nel caso più celebre – ovviamente quello del Louvre – dimostra che la Francia non sempre è più cara dell’Italia. Il biglietto del museo più bello del mondo (avete qualche dubbio?) costa infatti 8,50 euro, quello che da noi si paga ormai comunemente per vedere una mostra di grande richiamo. In realtà io non pago neppure, dato che anche quest’anno ho rinnovato la mia tessera di Amis du Louvre (qui il sito). Con 60 euro si ottiene la possibilità di entrare al Louvre ogni volta che si vuole per un anno intero. Ovviamente l’offerta, dal punto di vista prettamente economico, diventa vantaggiosa soltanto se si ha la fortuna di andare a Parigi più di una volta all’anno. Dal punto di vista culturale, invece, è sempre un’ottima azione, soprattutto se si nutre una vera passione per i capolavori custoditi nelle sue splendide sale. Con un modesto investimento si contribuisce alla conservazione e all’arricchimento delle collezioni. Non va sottovalutata, poi, la possibilità di sfruttare ingressi secondari, accessibili soltanto ai possessori della carta, in modo da evitare le code alla Piramide e alle casse.
Saul Stucchi