Non avete ancora visitato il nuovo allestimento del Museo Egizio di Torino? Male. Ma avete un’occasione d’oro per rimediare: la bella mostra “Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano”. E non c’è nemmeno bisogno che corriate, visto che rimarrà aperta fino al prossimo 4 settembre.
Prima di varcarne l’ingresso, nel corridoio che conduce alla mostra abbiate cura di dedicare un pensiero di ringraziamento all’archeologo siriano Khaled al-Asaad barbaramente ucciso dal Daesh nella sua Palmira. In sua memoria è stata affissa una targa.
Dall’Egeo al Piemonte
Il percorso si dipana in nove sezioni e si apre con le influenze egee in Egitto. L’enorme “pithos” (giara) da Deir el Medina è sì un prodotto egizio ma reca evidenti tracce di influenze cipriote e cretesi. Lì vicino sono esposti aegyptiaca, ovvero oggetti riferibili al paese del Nilo, rinvenuti nella necropoli di via Madonna delle Grazie a Gragnano (NA). Il giro si concluderà un po’ lontano dal Mediterraneo (ma pur all’interno del “Più grande Mediterraneo” caro a Braudel) con la piccola sezione dedicata al sito archeologico di Industria, nell’area del comune di Monteu da Po.
Alle pareti delle sale si leggono citazioni tratte da Platone, Erodoto, Plutarco e altri autori greci. Una sezione è dedicata a Osiride, Iside e la leggenda osiriaca: inevitabile (per chi ha avuto il piacere di visitarla) il raffronto con l’esposizione sui tesori sommersi di Alessandria, allestita prima alla Venaria Reale di Torino, poi all’Institut du Monde Arabe di Parigi e attualmente al British Museum di Londra.
Il bracciale di Cleopatra
Fa un effetto molto scenografico l’altare funebre di Fabia Stratonice (datato al 90-110 d.C.) collocato al centro di una sala. Arriva in prestito dal museo di Karlsruhe ma la sua provenienza originaria era probabilmente Bari. Notate gli strumenti per il culto di Iside: il sistro e la situla.
Una stele menziona Cleopatra e Cesarione, il figlio avuto da Giulio Cesare; accanto ci sono statue di regine tolemaiche (chi ha visto la splendida mostra su Cleopatra a Madrid?). Sulla parete di fondo fa bella mostra di sé la tela di Achille Glisenti intitolata “La morte di Cleopatra”, dipinta nel 1878-79. Il bracciale che la regina indossa al braccio sinistro è simile a quello esposto in una teca lì accanto, rinvenuto nella Casa del Fauno di Pompei.
Il culto di Iside
Il culto di Iside si diffuse da Alessandria a Delo, isola sacra greca trafficatissimo mercato di schiavi mediterraneo e da qui in Campania. Importante era il tempio isiaco (iseo) di Benevento.
Francesco Salvolini, allievo di Champollion, il celebre studioso che per primo riuscì a decifrare i geroglifici, disegnò, trascrisse e tradusse i geroglifici incisi negli obelischi di Domiziano a Benevento: in mostra ci sono fotografie dei monumenti e riproduzioni dei disegni dell’antichista e una statua di Domiziano, l’ultimo imperatore della dinastia dei Flavi, rappresentato come faraone.
I pannelli didattici e le didascalie raccontano molte cose interessanti. Per esempio la modularità dell’iconografia: l’Afrodite Anadiomene, che si strizza i capelli appena uscita dall’acqua, compie lo stesso gesto dell’Afrodite accovacciata.
Ecco un modellino del tempio di Iside a Pompei (riportato alla luce nel 1764). Di fronte c’è il modello in pietre rare e bronzo dorato, di manifattura romana di fine Settecento – inizio Ottocento, prestato dal Museo di Capodimonte di Napoli.
E poi un’iscrizione che menziona Numerio Popidio Celsino: a sue spese ricostruì “dalle fondamenta il tempio di Iside, distrutto da un terremoto” (quello del 62 d.C.). Questa iscrizione è così importante che inaugurava il percorso della mostra Pompei: Dei, Miti, Uomini allestita nel 2015 al Bucerius Kunst Forum di Amburgo.
Una mostra di rimandi
E si prosegue con l’affascinante Tesoro di Moregine, terrecotte invetriate, statue, gioielli, intonaci affrescati con scene nilotiche popolate di Pigmei, ma anche riproduzione in grande formato di fotografie che ritraggono gli operai alle prese con gli scavi di Pompei, nella seconda decade del Novecento.
Per chi ama l’Egitto e il mondo mediterraneo antico questa risulta essere una mostra di rimandi e confronti. A quelle già citate potremmo aggiungerne molte altre, come La Lupa e la Sfinge. Roma e l’Egitto dalla storia al mito (ospitata nel 2008 a Castel Sant’Angelo) e la più recente Mito e Natura: è in quest’ultima occasione che avevamo visto i meravigliosi affreschi staccati dalla Casa del Bracciale d’Oro. I pezzi sono ben disposti e soprattutto affascinanti: risplendono della magia immortale dell’Egitto.
Saul Stucchi
Il Nilo a Pompei
Visioni d’Egitto nel mondo romano
Museo Egizio
Via Accademia delle Scienze 6
Torino
Orari: lunedì 09.00 – 14.00; da martedì a domenica 08.30 – 19.30
Biglietti: intero 15 €; ridotto 11 €
Informazioni:
Tel. 011.5617776
www.museoegizio.it
Didascalie:
- Io accolta da Iside a Canopo Pompei
Tempio di Iside, c.d. ekklesiasterion
Affresco su intonaco. H. 150, largh. 137,5
Napoli, Museo Archeologico Nazionale - Achille Glisenti
La Morte di Cleopatra
Olio su tela 1878 – 1879
Brescia, Museo Civico di arte e di storia - Statua di Domiziano come Faraone
Benevento, convento di S. Agostino
Diorite, h 123 cm; l 39 cm
Età domizianea (81-96 d.C.)
Benevento, Museo del Sannio