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Voi siete qui: Arte » “Io, Canova. Genio europeo” a Bassano del Grappa

15 Novembre 2022

“Io, Canova. Genio europeo” a Bassano del Grappa

Geniale, sublime e versatile. Non bastano certo questi tre aggettivi per descrivere il talento e la carriera – inimitabili – di Antonio Canova, ma sono comunque un buon inizio. Allo stesso modo non può una mostra temporanea pretendere di restituire nella sua interezza o anche solo condensare il valore dell’artista di Possagno.

Quello che fa l’esposizione “Io, Canova. Genio europeo” – aperta fino al 26 febbraio 2023 – è richiamare l’attenzione dei visitatori sui molteplici aspetti della vita e dell’opera di Canova. Organizzata dai Musei Civici di Bassano del Grappa in collaborazione con Villaggio Globale International per celebrare la ricorrenza del bicentenario della morte (Canova si spense a Venezia il 13 ottobre del 1822, poco più di un anno dopo la scomparsa dell’uom fatale), è allestita nel Museo Civico di Bassano del Grappa (VI).

Antonio Canova, Autoritratto, 1812

Lo scultore ebbe un rapporto molto stretto con la città, tanto che Bassano può fregiarsi del titolo di “capitale canoviana”, anche perché è diventata nel tempo bacino di studi e di convegni su quello che ne è considerato il genius loci.

Dicevo scultore, ma in effetti lo scopo della mostra è presentare l’uomo e l’artista Canova in tutte le sue sfaccettature: non solo inarrivabile maestro dello scalpello, ma anche pittore, diplomatico, intellettuale e collezionista, grande viaggiatore e uomo “speciale”, per la cui morte l’intero continente portò il lutto. Lo fa attraverso un allestimento strepitoso firmato dallo Studio Antonio Ravalli Architetti che esalta le opere selezionate dai curatori Giuseppe Pavanello e Mario Gauderzo, con la direzione scientifica di Barbara Guidi.

Il percorso espositivo

Oltre centoquaranta pezzi tra sculture e dipinti, disegni e schizzi, documenti e modellini sono stati disposti lungo un percorso che si articola in tre sezioni, intitolate rispettivamente “L’uomo e l’artista”, “Canova e l’Europa”, “Canova nella storia”. Sono tre capitoli che raccontano la straordinaria complessità di Canova, dagli esordi fino alla tarda maturità, quando l’artista cambia registro per le proprie sculture e dal formato verticale passa a prediligere quello orizzontale.

Due opere esposte nella mostra "Io, Canova. Genio europeo"

Eterei tendaggi lasciano intravedere i capolavori che si celano dietro ciascuna sezione. Perfetta l’illuminazione, calibrata perché sculture e dipinti si esprimano al meglio. Anche la disposizione dei pezzi è ben studiata, così che possa suscitare emozione negli spettatori, invitandoli a confronti e giochi di riflessi con i vetri delle teche.

La Maddalena giacente

Numerose le sculture naturalmente, tra marmi e gessi. Dal Museo Gypsotheca di Possagno Venere e Marte, Venere e Adone dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, Perseo trionfante da quella di Palermo in Palazzo Fernandez. Tra i protagonisti assoluti spicca la Maddalena giacente, ultimata da Canova proprio nell’anno della morte. Realizzata per l’allora primo ministro britannico Robert Banks Jenkinson, secondo conte di Liverpool, la scultura ha attraversato rocambolesche vicissitudini, fino a far perdere le proprie tracce, tanto da finire in un giardino come una scultura qualsiasi.

Soltanto recentissimamente è stata riconosciuta per un originale del sommo Canova e oggi fa bella mostra di sé nella splendida esposizione bassanese, insieme ad altri prestiti di collezionisti privati come la Testa ideale di Elena e il Busto dell’ammiraglio Angelo Emo che apre il percorso.

La "Maddalena giacente" di Antonio Canova

Il nucleo più cospicuo è ovviamente costituito dalle opere conservate a Bassano, in particolare gessi e disegni, ma c’è anche il contributo della Biblioteca Civica che ha prestato il Giornale di viaggio da Roma a Napoli e diario romano del 1780. Nelle pagine esposte si leggono le note vergate da Canova sui suoi sopralluoghi a Monte Cavallo (il colle del Quirinale) per disegnare i “giganti”, ovvero il gruppo scultoreo dei Dioscuri. Più avanti sono esposti gli appunti sul viaggio in Inghilterra, ma anche il libretto di esercizi di lingua inglese. In questa pratica riuscì meglio di Napoleone che, nonostante gli sforzi, non fu mai in grado di acquistare familiarità con la lingua del “nemico”.

Artista della diplomazia

Sul pannello di sala dedicato all’anno 1815, significativamente intitolato “L’arte della diplomazia”, si può leggere questo breve riassunto degli sforzi e dei risultati ottenuti da Canova dopo la definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo:

A colui che per decenni era stato l’ambasciatore dell’arte italiana nel mondo, venne affidato, da parte di Pio VII, la delicata missione di recuperare le opere d’arte che erano state sottratte dai francesi durante le campagne napoleoniche. Si trattava di un compito “disperato”, secondo lo stesso Canova, irto di difficoltà, che avrebbe incontrato forti resistenze e che procurò profonde pene all’artista, il quale stette “delle notti senza dormire, e dei giorni molti senza desinare”. Tuttavia, grazie alle sue doti diplomatiche e alle salde conoscenze internazionali, soprattutto inglesi, riuscì a portare a termine con straordinario successo la “ricupera”. Ben 258 opere tornarono in Italia, tra cui autentici capolavori come il Laocoonte e la celebre Carraccina”.

Due opere esposte nella mostra "Io, Canova. Genio europeo"

Eccola lì la Sacra Famiglia con San Francesco e due donatori (detta appunto La Carraccina), arrivata in prestito dalla Civica Pinacoteca di Cento, mentre il Museo di Castelvecchio di Verona ha concesso la Deposizione di Cristo di Paolo Veronese, tela prelevata dai Francesi nel 1797 e ritornata in Italia anch’essa grazie all’azione diplomatica di Canova.

È il caso di segnalare almeno un’altra manciata di opere, a cominciare dal San Giovannino (1821-1822) prestato dalla galleria parigina Trebosc van Lelyveld: il visitatore si soffermerà senza dubbio ad ammirare il vello dell’agnellino su cui è seduto il bimbo. Verrebbe voglia di accarezzarlo (il vello, non il bambino), ma non fatelo, naturalmente!

La Daniel Katz Gallery di Londra ha concesso invece la Testa di Lucrezia d’Este, “una delle rare opere di Canova ispirate da suggestioni storiche”, spiega la didascalia. Gli appassionati di storia riconosceranno al volo i membri del clan Bonaparte: da Madame Mère a Paolina ed Elisa, senza dimenticare “Lui”, naturalmente: un imperatore degno del re degli scultori.

Saul Stucchi
Foto dell’allestimento di Luca Marzocchi

Didascalia:

Antonio Canova
Autoritratto, 1812
Gesso, 74x50x35,5 cm
Bassano del Grappa, Museo Civico

Io, Canova. Genio europeo

Informazioni sulla mostra

Dove

Museo Civico
Piazza Garibaldi 34, Bassano del Grappa (VI)

Quando

Dal 15 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023

Orari e prezzi

Orari: tutti i giorni tranne il martedì 9.00 – 19.00
La biglietteria chiude alle 18.00

Biglietti: intero 12 €; ridotto 10 €

Maggiori informazioni

Sito web ufficiale:

www.museibassano.it

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