Prima che si aprisse il sipario del Teatro Menotti di Milano e iniziasse lo spettacolo “Misery” che William Goldman ha tratto dal romanzo di Stephen King ascoltavo le chiacchiere tra amici di alcuni spettatori alle mie spalle, ben più giovani del sottoscritto. Quella che credevo un’ovvietà è stata invece smentita: soltanto una persona aveva visto il film diretto da Rob Reiner (1990) e la stessa menzionava la bravura di James Caan nel ruolo dello scrittore Paul Sheldon.
Naturalmente questa conversazione da me orecchiata non ha alcun valore statistico, ma è comunque significativa. Io davo per scontato che praticamente tutti in sala avessero visto il film e che la prima cosa che venisse in mente fosse la parte di Kathy Bates come la psicopatica Annie Wilkes.

Ma torniamo al Menotti: sarà in scena fino a domenica 27 novembre questa produzione della Fondazione Teatro Due di Parma e Teatro Nazionale di Genova, diretta da Filippo Dini (con Carlo Orlando come assistente alla regia). Lo stesso Orlando recita la parte dello sceriffo, mentre i due ruoli principali spettano ad Arianna Scommegna e ad Aldo Ottobrino.
Dopo la premessa che avete letto sopra sarebbe inutile aggiungere che gran parte della mia curiosità era concentrata nella resa del personaggio da parte della Scommegna. Immagino che “misurarsi” con la Bates faccia tremare i polsi ma Arianna ha dimostrato di reggere la mazza senza alcuna esitazione, tanto da poter assestare i suoi bei colpi al povero Ottobrino e a noi in sala. Battute a parte: la Annie di Arianna non è ovviamente quella della Bates, eppure le è in gran parte fedele. Soprattutto non è meno inquietante del modello.

Ancora prima che entri in scena la Scommegna mette paura. Fuori c’è una tormenta di neve e ulula il vento. Dallo spiraglio sotto la porta della camera da letto dove riposa lo scrittore con una spalla fasciata s’intravedono infatti le ombre dei suoi piedi. Fermi. E già corrono i brividi per tutto il corpo. Belle le scene (e i costumi) di Laura Benzi. L’abitazione di Annie è una casa di bambola che s’identifica perfettamente con il personaggio della protagonista: terrificante nella sua normalità. Ma – spoiler alert! – manca il celeberrimo pinguino.
La camera da letto ricorda quella di van Gogh ad Arles: là testimonianza e poi ricordo di un periodo felice, qui tana di angosciosa solitudine e teatro – è il caso di dire – di violenza psicologica e fisica. I tre crocefissi ben in mostra (uno sul letto e due sulla sedia) incombono come minacce di morte, mentre lo specchio nel corridoio restituisce un riflesso distorto della padrona di casa.
Contribuiscono all’atmosfera di claustrofobica inquietudine le musiche di Arturo Annecchino e le luci di Pasquale Mari che ha meritato il Premio Ubu 2021 proprio per “Misery”.
Bravo Ottobrino nella non comoda – in tutti i sensi – parte della vittima della sua “ammiratrice numero uno”. Bravissima la Scommegna, in particolare nella scena di “Rocket Man” e che razzo quando elenca gli otto romanzi della serie “Misery”, abile come sempre a mutare registro in un secondo.
In questo “Misery”, infatti, si ride molto di più che nella versione cinematografica, ma non a spese del ritmo né con cali della tensione. Nella recita di mercoledì si è meritata gli applausi a scena aperta quando il cucchiaio che ha scaraventato a terra è rimbalzato nelle prime file della platea. Senza fare un plissé è rimasta nel personaggio, esclamando “Sono un po’ impulsiva”.
Come incipit de “L’invenzione di una vita: Marguerite Yourcenar” Josyane Savigneau riporta questa citazione di Cioran: “È incredibile che la prospettiva di avere un biografo non faccia rinunciare nessuno ad avere una vita”. Neanche la prospettiva di avere una fan come Annie ha mai fatto desistere nessuno dallo scrivere libri, tanto meno Stephen King.
Saul Stucchi
Foto di A. Morgillo
Misery
di William GoldmanTratto dal romanzo di Stephen King
Traduzione Francesco Bianchi
Regia Filippo Dini
Assistente alla regia Carlo Orlando
Scene e costumi Laura Benzi
Luci Pasquale Mari
Musiche Arturo Annecchino
Con Arianna Scommegna, Carlo Orlando, Aldo Ottobrino
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Teatro MenottiVia Ciro Menotti 11, Milano
Quando
Dal 22 al 27 novembre 2022Orari e prezzi
Orari: dal martedì al sabato ore 20.00Domenica ore 16.30
Lunedì riposo
Durata: 85 minuti I atto – 45 minuti II atto
Biglietti: intero platea 32 € + 2 € prevendita
ridotti 16 € + 1,50 € prevendita