“L’ALIBI della domenica” è dedicato questa settimana al primo BiblioDay a Mezzago.
Ieri, sabato 5 giugno, si è tenuto a Mezzago il primo BiblioDay organizzato dal gruppo Amo La Biblio, nato a difesa della Biblioteca Civica del comune brianzolo. Qui l’Amministrazione ha in progetto di trasferire gli uffici comunali dall’attuale Municipio (che rimarrebbe vuoto e destinato a funzioni al momento non ancora definite) alla Biblioteca.
Cercate in rete immagini degli esterni e soprattutto degli interni della Biblioteca di Mezzago. Se già non la conoscete, è più che probabile che la vostra prima reazione sia di sorpresa. Per gli ampi spazi, per la luminosità degli ambienti, per la varietà e qualità delle iniziative che nei vent’anni e poco più di vita (è stata inaugurata nel 1999) sono state organizzate al suo interno o nell’area di questa che è una vera e propria “piazza del sapere”, per utilizzare la fortunata – e pertinente – formula coniata da Antonella Agnoli (vi consiglio il suo libro “Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà”, pubblicato da Laterza).
L’autrice era tra gli ospiti della tavola rotonda “Parliamo di biblioteche”, prima parte del programma del BiblioDay di ieri. Insieme a lei c’erano come relatori Sergio Conti, presidente dell’associazione “La biblioteca è una bella storia”, nonché “memoria storica” della Biblioteca di Mezzago; Alessandro Agustoni del sistema interbibliotecario CUBI – Culture Biblioteche in Rete (insieme del Sistema Bibliotecario Vimercatese e del Sistema Bibliotecario Milano Est) e l’architetto Marco Muscogiuri, professore al Politecnico di Milano. In collegamento via Skype è invece intervenuto Sergio Tramma, professore di pedagogia generale all’Università Bicocca di Milano.
Parliamo di biblioteche
Io ho fatto da moderatore alla tavola rotonda, in qualità di presidente dell’Associazione Amici della Biblioteca di Mezzago e di componente del gruppo Amo La Biblio. Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, avrei voluto aprire il mio brevissimo intervento con le righe che leggete qui sotto. Sono tratte dall’inizio del secondo capitolo de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni.
Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina. Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose”.
Il motivo della citazione era evidente: l’organizzazione e la preoccupazione di dover gestire in prima persona ospiti così prestigiosi avevano pesato sulla qualità delle mie ultime notti. Non sapevo ancora che la più agitata sarebbe stata proprio quella a conclusione di una giornata così piena.
BiblioDay
A causare l’insonnia un insieme di motivi. Sicuramente l’adrenalina ancora in circolo. Ho partecipato e assistito a eventi molto intensi, istruttivi e piacevoli. In mattinata ho ascoltato parole chiare, spunti interessanti, riflessioni profonde, racconti di esperienze ricche e variegate fatte dai relatori in quel labirinto che è la biblioteca. Uso volutamente il termine “labirinto”, per rifarmi a una pagina di “Finzioni” di Jorge Luis Borges che ho citato nella recensione dello spettacolo “Book is a Book is a Book”.
Ma anche perché il labirinto è il simbolo della Biblioteca Civica di Mezzago. È riprodotto nel piazzale antistante l’edificio. In quell’area – pur senza poter utilizzare l’energia elettrica della biblioteca, per il parere negativo dell’Ufficio Tecnico del Comune – il gruppo Amo La Biblio è stato capace di organizzare due distinti momenti di socialità.
Il primo ha visto all’opera i volontari nella gestione di laboratori creativi per i bambini di diverse età. Il secondo, invece, è stato un evento curato da R&Ad LiveBook con l’accompagnamento musicale di Giorgio Foti e Luca Caucchiolo. Tema del reading la passione per i libri, la lettura e le biblioteche. Il temporale scoppiato in tarda serata ha soltanto anticipato di qualche minuto la chiusura del primo BiblioDay.
A futura memoria
Insieme all’adrenalina e alla stanchezza mi pesava anche – devo confessarlo – una profonda amarezza. Pur non essendo più un ragazzo e avendo una lunga esperienza di delusioni (come tutti), conservo ancora un poco (troppo, forse) di ingenuità. E rimango ferito nel costatare l’assenza di scrupoli di alcuni, pronti a prostituire la verità. Per cosa? Un piatto di lenticchie? Forse neanche per quello…
All’ultimo ho poi deciso di non leggere la citazione dai “Promessi sposi”. Ho ritenuto che sarebbe stata un’ironia eccessivamente autoreferenziale. A chi, tra i partecipanti alla tavola rotonda, poteva interessare che il moderatore non avesse dormito la notte prima dell’incontro? A nessuno.
Di certo non sono un “principe di Condé”. Ma non mi sento nemmeno un “don Abbondio”. E al momento e nella forma appropriati racconterò per filo e per segno il motivo dell’amarezza che mi ha rovinato il sonno. A futura memoria, come ha insegnato Sciascia.
Nel frattempo ho pensato che sia bene rileggere – per la terza volta – IL romanzo della letteratura italiana. Dove ci sono già tutti i personaggi che vediamo in scena e interpretiamo ogni giorno, in questo spettacolo di metateatro che è la vita.
Saul Stucchi