Giusto la settimana scorsa pubblicavamo qui su ALIBI Online una selezione di libri consigliati per il Natale 2024 da Michele Lupo. Avete seguito i suoi consigli? Che titoli avete trovato? Vi sono piaciuti o state già pensando di rifilarli ad amici e parenti come regalo dell’ultima ora?

Qui sotto potete leggere l’elenco di quello che ho trovato, cioè per lo più messo personalmente, sotto l’albero di Natale del 2024.
Andrò nei boschi
Tra i buoni propositi del 2025 c’è quello di camminare all’aria aperta e non solo nei musei, in cui sono entrato più di novanta volte nel corso di quest’anno. Quale guida migliore del libro Camminare, scritto da Henry David Thoreau e illustrato – col suo tocco magico – da Nicola Magrin per Nuages? La galleria milanese ne esporrà le tavole fino alla fine di gennaio, quando – in occasione del finissage della mostra – mi farò dedicare dall’artista la mia copia!
«Un viaggiatore una volta chiese alla domestica di Wordsworth di mostrargli lo studio del suo padrone, e lei rispose: “Questa è la biblioteca, ma il suo studio è là fuori, oltre la porta”».
Il Messiah
Non so distinguere un Do da un Re, ma so che mi piace la musica di Händel. Da qualche tempo sto cercando di farmi un minimo di cultura al proposito, assistendo a opere (come la Theodora rappresentata al Teatro Real di Madrid) e a concerti, come il Messias “riletto” da Mozart, ascoltato all’Auditorium di Milano.
Proprio alla genesi del Messiah, una delle composizioni più celebri di Händel, è dedicato il libro Every Valley: The Desperate Lives and Troubled Times That Made Handel’s Messiah di Charles King, di cui ho letto buone recensioni sulla stampa estera.
Che non ci veda più come quando ero giovane è dimostrato dal fatto che ho acquistato l’edizione “large print” senza nemmeno accorgermene. Sarà più facile leggerlo, ma non nascondo di provare un poco di disagio a vedere quei caratteri così grandi…
Torna Akhnaten
Anche il terzo libro della pila ha per tema la musica. Era da anni nella mia lista di desiderata. A convincermi finalmente ad acquistarlo è stata la scoperta che l’Akhnaten di Philip Glass verrà messo in scena nei prossimi mesi a Berlino.
Singing Archaeology: Philip Glass’s Akhnaten di John Richardson mi permetterà di prepararmi a dovere al mio quarto Akhnaten, dopo l’esecuzione in forma di oratorio a MiTo di nove anni fa e le due rappresentazioni londinesi all’ENO English National Opera (rispettivamente nel 2016 e nel 2019).
Nada
Cerco di resistere alla tentazione di scegliere un libro per la copertina e tantomeno per la fascetta editoriale. Ma sono un peccatore, come tutti, e mi capita spesso di cedere.
Mi ha spinto all’acquisto del romanzo Nada di Carmen Laforet (pubblicato in Italia da Cliquot) la fascetta gialla con scritto: «Il Cime tempestose del dopoguerra spagnolo. Un’opera di superbo realismo.» “El País”.
No, non è stato il breve testo a convincermi, quanto il riferimento al quotidiano spagnolo a cui sono abbonato da anni. Mi sono fidato. Vi dirò se ne è valsa la pena.
Il grande inquisitore
Un piccolo libro che mi ha incuriosito alla cassa della libreria in cui l’ho acquistato – Tempo Ritrovato a Milano – è El Greco dipinge il Grande Inquisitore di Stefan Andres, scrittore tedesco di cui non avevo mai sentito parlare prima, lo confesso. Lo pubblica Settecolori (e proprio sull’editore ho scambiato quattro chiacchiere con il libraio Luca Allodi.
Per certi versi il pittore cretese trasferitosi in Spagna segna così la chiusura di quest’anno come ne ha segnato l’apertura con la mostra che ho visitato a gennaio al Palazzo Reale di Milano, intitolata semplicemente El Greco.
Una sorpresa
Tra i pacchettini di libri la vera sorpresa è stata il piccolo volume de Il pastore d’Islanda di Gunnar Gunnarsson (da Iperborea), regalatomi dall’editora di ALIBI Online. Come sempre, la cura grafica nella confezione del libro è elevata ed è un piacere tenere tra le mani questo tascabile.
A leggere la citazione in quarta di copertina, capisco cos’abbia spinto l’editora a sceglierlo.
«Chi non l’ha mai bevuto in una buca nella terra, a trenta gradi sotto zero e in mezzo a un deserto di montagne e tempesta, non sa cos’è un caffè.»
Death in Venice
Appollaiato in cima alla pila sta il pinguino dell’edizione inglese di Death in Venice di Thomas Mann, pubblicata appunto da Penguin nel 1955, l’anno della morte dell’autore. L’ho cercata nelle librerie d’usato proprio per la veste grafica: un grande classico!
L’anno è quello della morte dello scrittore, di cui nel 2025 verranno ricordati i due anniversari: centocinquanta anni dalla nascita e settanta dalla scomparsa. Ma ne riparlerò, sappiatelo.
Intanto auguri di buone feste e di buone letture!
Saul Stucchi