Mercoledì 4 settembre alle ore 21.00 ai Frigoriferi Milanesi, in via Piranesi 10 a Milano, si terrà un incontro dal titolo “La figura femminile nei romanzi di Simenon”.

Discuteranno di questo aspetto della produzione simenoniana Ena Marchi, Chiara Valerio e Grazia Verasani, prendendo avvio dal romanzo “Marie la strabica”, uscito nel 1951 e pubblicato quest’anno da Adelphi nella Biblioteca Adelphi con la traduzione di Laura Frausin Guarino (e un’intrigante fotografia in bianco e nero scattata da Saul Leiter. In rete si può trovare un articolo del New Yorker dedicato alla serie di scatti del fotografo newyorchese – d’adozione: era nato a Pittsburgh, Pennsylvania – con protagonista Fay Ennis…).
Il successivo appuntamento del ciclo dedicato a Simenon sarà martedì 8 ottobre, sempre alle 21.00, quando ci sarà la proiezione del film “L’uomo di Londra” di Béla Tar (2007), in collaborazione con Il Cinemino.
Marie la strabica

Il romanzo “Marie la strabica” inizia così:
«Dormi?».
Sylvie non rispose, non si mosse, non ebbe un sussulto. Respirò solo un po’ più forte per simulare un sonno profondo, ma non c’era da sperare che la Marie ci cascasse.
«Lo so che non dormi».
La voce di Marie era calma, monotona, vagamente lamentosa, come quella di certe donne segnate dalla malasorte.
«Lo fai apposta a non dormire» continuò nel buio della camera.
Come lo aveva intuito? E sì che non era intelligente, la Marie. Lavoravano tutt’e due alla pensione Les Ondines ormai da quindici giorni, e lei non era ancora capace di apparecchiare i tavoli a dovere – e Dio solo sa quanta pena si dava per far bene. Forse era un po’ stupida. A scuola metteva tanto impegno nel cercar di capire che finiva per sentirsi male, e quando veniva interrogata se ne stava lì a bocca aperta, sgomenta, con gli occhietti scuri fissi su un punto della lavagna, e poi scoppiava a piangere.”
Georges Simenon
Marie la strabica
Traduzione di Laura Frausin Guarino
Biblioteca Adelphi
181 pagine, 2019