Recensione della mostra “Il Duomo al tempo di Leonardo”, allestita dal 22 novembre 2019 al 23 febbraio 2020 nella Sala Gian Galeazzo del Museo del Duomo di Milano.
Per poter cogliere appieno il senso della mostra “Il Duomo al tempo di Leonardo”, è opportuno collocarla all’interno di una visita più ampia, che comprende l’intero Museo del Duomo e la stessa cattedrale.
Solo in questo modo, infatti, il visitatore potrà comprendere l’attenzione e la tensione profusa al capezzale de “lo grande malato”, come lo chiamava il genio di Vinci.
Attraversando le numerose sale del Museo si ha la sensazione quasi fisica della laboriosità che l’edificazione del tempio dedicato a Maria Nascente seppe convogliare su di sé.

Un numero illimitato di statue, guglie, bassorilievi, bozzetti intagliati nel legno, formelle, doccioni, marmi, arredi, plastici lignei, arazzi, dipinti e molto altro, testimonia il fervore creativo all’origine del monumento simbolo della metropoli meneghina, che già nel millequattrocento suscitava curiosità e stupore.
È come se gli architetti al soldo di Gian Galeazzo avessero voluto costruire una città nella città, interpretando in anticipo il ruolo catalizzatore che tale opera avrebbe avuto nella vita della città nei secoli a venire. Tale infatti è l’impressione che se ne trae a vedere tutti i santi, i profeti, i guerrieri, le figure mitologiche e gli inquietanti animali mostruosi che ne popolano la facciata, le guglie, le pareti perimetrali, le colonne e le cappelle interne, in un trionfo vitale, immaginifico e grottesco dal sapore tardo medievale.
La visita del Duomo chiarisce un altro punto: esso, non meno della Sagrada Familia di Barcellona, è un magma in costante evoluzione che richiede una continua cura: modificandosi con il tempo reca sul proprio marmo la storia di Milano e di sé. Infatti, partendo dall’abside (la parte più antica) e dirigendosi verso l’ingresso principale, si ha la possibilità di vedere la stratificazione di stili che ebbe luogo nel corso di trecento anni.

Percorrendo, con lo sguardo rivolto verso la volta, la navata centrale si giunge al tiburio che, da tempo ormai è impacchettato in un’impalcatura quasi permanente.
E qui veniamo alla mostra che si incastona in modo organico nel percorso museale.
Alla fine del Quattrocento, Leonardo venne interpellato insieme a molti altri illustri esperti (fra cui anche Bramante), sulla questione della cupola della cattedrale, giunta alla fase cruciale della sua costruzione, mentre all’interno i maestri d’opera lavoravano sugli altari e le decorazioni.
Le soluzioni proposte dalle archistar dell’epoca furono molteplici e variegate. Tale consulto si protrasse nei secoli, al punto che perfino il Vanvitelli partecipò al dibattito, fino al momento in cui (nel XVIII secolo) la guglia maggiore con la Madonnina fu eretta a conclusione della struttura.
Un utilissimo pannello riporta la cronistoria degli interventi, messi in parallelo con il susseguirsi dei responsabili dei lavori e con gli avvenimenti storici dei tre secoli necessari per completare il lavoro. Da qui si deduce il percorso accidentato che ha portato alla spregiudicata (per l’epoca) erezione del tempio milanese.
Nella sala Gian Galeazzo possiamo quindi vedere i registri della Veneranda Fabbrica del Duomo che accertano la presenza di Leonardo fra gli esperti commissionati. Nel gennaio 1488 fu remunerato per eseguire un modello in legno del tiburio, che nel maggio 1490 volle che gli venisse restituito.
Successivamente Leonardo ricevette un acconto per un nuovo modello che tuttavia non eseguì mai. Ma la testimonianza più rilevante è quella del Codice Atlantico dove il Da Vinci illustra a modo suo la proposta per rinforzare il tiburio: qui è possibile riconoscere il progetto di una cupola quadrata, a doppia calotta, secondo lo stile toscano dell’epoca.
Interessante la ricostruzione eseguita con un rendering accurato che mostra quale avrebbe potuto essere l’impatto del progetto leonardesco sulla struttura della cattedrale.
Per dovere di cronaca va detto che, dopo mille consultazioni, Ludovico il Moro decise di affidare a Francesco di Giorgio, all’Amadeo e al Dolcebuono la realizzazione del progetto. Tuttavia c’è chi ravvisa nell’opera finale l’impronta del Bramante e di Leonardo.
Simone Cozzi
Didascalie:
- Benedetto Briosco
Sant’Agnese
Marmo di carrara, cm 191x69x42, 1491
© Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano - Leonardo da Vinci
Codice Atlantico CA 851 r
Sezione del tiburio del Duomo
© Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Dal 22 novembre 2019 al 23 febbraio 2020
Il Duomo al tempo di Leonardo
Orari: tutti i giorni 10.00 – 18.00
Mercoledì chiuso
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti: Museo del Duomo – Chiesa di San Gottardo in Corte – accesso alla mostra a partire da 6 €, ridotto 3 €
Informazioni:
www.duomomilano.it