Di ritorno dalla terza, breve, visita a Tel Aviv mi sono appuntato alcune affinità e divergenze tra la città israeliana e il capoluogo lombardo. Rispetto all’ultima volta (9 anni fa) Tel Aviv mi è parsa più “simpatica” e accogliente, ma sicuramente avrà influito sulle mie impressioni la diversa modalità dei due viaggi.
- A Tel Aviv ci sono le palme. Beh, a Milano anche…
- Come a Milano, a Tel Aviv al primo sole d’inverno capita di vedere persone con i guanti e il cappotto di lana camminare accanto ad altre in pantaloncini.
- A Milano c’è l’Idroscalo, si sa. A Tel Aviv c’è il mare. Così si possono incrociare ragazzi in bicicletta con la tavola da surf sotto il braccio.
- Per quel che vale la mia esperienza personale, posso dire che a Milano e a Tel Aviv ci sono più o meno le stesse probabilità di essere investiti su un marciapiede da una bicicletta. Con una differenza di non poco conto: a Tel Aviv sfrecciano dueruote “a pedalata assistita” ovvero con motore, testimonianza della differente conformazione orografica rispetto alla metropoli padana.
- Per quanto riguarda la presenza dei gatti, vince indiscutibilmente la città israeliana. A contare le “deiezioni” lasciate per strada Milano s’impone nella categoria “cani”.
- Ci ha colpito (intendo a me e al mio figliolo) la presenza di gabbie di ferro sui marciapiedi, utilizzate come depositi per i contenitori di plastica. Saranno pratici, ma di sicuro sono antiestetici. Ma su questo aspetto Milano ha poco da insegnare, purtroppo.
- Milano ha una piazza dedicata a Leonardo da Vinci, di fronte al Politecnico. Tel Aviv invece ha una via che incrocia Sderot Sha’ul HaMelech (boulevard Re Saul). In quell’angolo della città sorgono il Teatro dell’Opera, il Tel Aviv Performing Arts Center, il Museo d’Arte e il Teatro Cameri.
- A Tel Aviv il clacson deve essere arrivato da poco. L’automobilista israeliano fermo al semaforo, in attesa di parcheggiare o allegramente sfrecciante per uno dei viali della città (in particolare il lungomare) è contento di far sapere a tutti gli altri di averne uno anche lui. Gli altri lo salutano ricambiando sonoramente il gesto.
- Parliamo di taxi. Sorprendentemente (almeno per me) quelli di Tel Aviv sono molto più economici di quelli milanesi. Devo aggiungere che nessuno degli autisti che ho incontrato ha attivato il tassametro…
- Se a Milano vedi una persona in abiti civili con un fucile d’assalto a tracolla, scappi a gambe levate. A Tel Aviv ti abitui in fretta a questa “normalità”. Ma all’addetto al controllo di sicurezza all’ingresso del Museo d’Arte che ti chiede se hai pistole o coltelli, rispondi sorridendo: “No, vengo dall’Italia”.
Saul Stucchi
Informazioni:
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