“L’ALIBI della domenica” è dedicato a un macinacaffè molto prezioso.
Un po’ di anni fa – ne sono già passati dieci! – curavo per la trasmissione “Jalla! Jalla!” di Radio Popolare una piccola rubrica chiamata “La Bottega delle Muse”. Visitavo i bookshop dei musei alla ricerca dei souvenir più curiosi e strani. Ancora oggi ci faccio un giro, anche se di solito mi limito a comprare libri.
Il Museo del Louvre di Parigi ha più di un negozio per soddisfare i desideri di visitatori e turisti da tutto il mondo. In una delle mie ultime visite (cerco di andarci almeno una volta all’anno: al museo, non al negozio!) ho acquistato una confezione da 10 capsule di caffè, compatibili con il noto brand che ha inventato questa formula di estrazione.
Al di là della mia passione per il caffè, mi ha spinto all’acquisto la fama di Alain Ducasse – lo chef con il maggior numero di stelle Michelin: al momento ne vanta 20! – e, soprattutto, la curiosità per la Marchesa di Pompadour.

Sulla confezione si può leggere, in francese e in inglese, il seguente testo:
Nel 1721 nacque la favorita di Luigi XV, Madame de Pompadour. Il suo macinacaffè, in mostra al Muso del Louvre, ha ispirato lo chef Alain Ducasse per creare la miscela 1721. Un viaggio iniziatico, dalla scoperta del caffè in Etiopia al Brasile con la varietà Bourbon, caffè della corte reale, il più coltivato al mondo fino ad oggi, per finire a Panama con la varietà Geisha, considerata il gioiello dei caffè. Buona degustazione”.
Un macinino da museo
Il macinacaffè è raffigurato sulla parte anteriore della confezione, i cui lati, invece, riportano ingrandimenti delle decorazioni che lo abbelliscono.
Fu realizzato in oro (la manovella è in acciaio con la presa in avorio) a metà del Settecento (tra il 1756 e il 1757) a Parigi dall’orefice Jean-Charles Ducrollay. È esposto nel Dipartimento degli Oggetti d’arte del Medioevo, del Rinascimento e dei tempi moderni, precisamente nella Sala 614 – la Galleria Luigi XV – che si trova al primo piano dell’Ala Sully, ovvero il “quadrato” del Museo che congiunge le ali Richelieu (su Rue de Rivoli) e Denon (verso la Senna).
Alla figura di Jeanne-Antoinette detta Reinette (Reginetta) Poisson, Marchesa di Pompadour, è dedicato uno dei capitoli più intriganti di “Amanti e regine. Il potere delle donne” di Benedetta Craveri, pubblicato da Adelphi nel 2005. Si intitola “La Marchesa di Pompadour. Una borghese al potere” e per una trentina di pagine ripercorre vita e carriera a corte della favorita di Luigi XV. Proprio intorno all’epoca in cui venne realizzato il macinacaffè il sovrano subì un attentato che rischiò di costargli la vita.
L’attentato di Damiens diede ancora una volta alla marchesa la sensazione della fragilità della sua posizione. Il 5 gennaio del 1757, verso le sei di sera, mentre si accingeva a salire in carrozza, Luigi XV venne pugnalato da un fanatico che si era intrufolato tra la gente del seguito. Credendosi in pericolo di vita, il re si confessò, chiese perdono alla famiglia, passò le consegne al delfino, poi diede ordine di tirare le tende del suo letto e, per vari giorni, sebbene i medici lo avessero dichiarato fuori pericolo, si chiuse in se stesso, trincerandosi dietro il più totale mutismo”.
Luigi XV sarebbe vissuto altri diciassette anni (fino al 10 maggio 1774), mentre Madame de Pompadour sarebbe morta di lì a sette anni nell’aprile del 1764, all’età di quarantadue anni, quasi metà dei quali vissuti da favorita del re.
PS: le tazzine che vedete nella foto non vengono dalla bottega del Louvre. Le ho comprate a Venezia, a due passi dall’Arsenale. Ma questa è un’altra storia…
Saul Stucchi