A prescindere dall’anniversario, uno non sentirebbe il bisogno dell’ennesimo libro sulla Shoah, della quale tutto si può dire tranne che non vanti un’adeguata bibliografia. Se segnaliamo il volume dello storico francese Georges Bensoussan, Storia della Shoah appunto, appena pubblicato da Giuntina, è perché costituisce un’ottima introduzione all’argomento per chi non ne sapesse abbastanza. E lo fa in un testo contenuto ma ordinatissimo e puntuale nel resoconto della tragedia ebraica a partire dalle premesse – quelle sì, mai sufficientemente ricordate nell’Europa cristiana dalla sensibile coda di paglia – in seno alla secolare cultura antigiudaica del nostro continente. Per ripercorrere poi le tappe decisive che dal nuovo antisemitismo laico di un darwinismo interpretato rozzamente portarono sino all’idea e al tentativo di messa in pratica della soluzione finale da parte del nazismo.
Non è la prima volta che Bensoussan si cimenta con l‘argomento avendo scritto saggi come L’eredità di Auschwitz e, più lateralmente, Il sionismo (entrambi pubblicati in Italia da Einuadi). Peraltro questa storia risale al 1997. Nella precisa ricostruzione cronologica che stringe gradualmente la follia dei Tedeschi (e il silenzio dei troppi altri che sapevano fuori dai loro confini) nella morsa della pianificazione definitiva, può essere utile rilevare l’accento sulla “coesistenza di una modernità tecnica e burocratica e di un arcaismo politico e mentale” che chiama in causa le masse come struttura essenziale di una malintesa modernità (presenza ben più inquietante di quella del capo).
Michele Lupo
Georges Bensoussan
Storia della Shoah
traduzione di Vanna Lucattini Vogelmann
Giuntina
2013, pagine 168
12 €