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Voi siete qui: Europa » Visita del sito archeologico di Gortina sull’isola di Creta

29 Novembre 2019 Scritto da Marco Grassano

Visita del sito archeologico di Gortina sull’isola di Creta

La decima parte del reportage di Marco Grassano su Creta è dedicata alla visita del sito archeologico di Gortina.

Varchiamo un cancello di ferro smaltato in grigio. Prendiamo i biglietti al vicino casotto di pietra, fronteggiato da una pensilina di legno marrone. Anche qui, l’addetta verifica il certificato di Ester e le rilascia l’entrata gratis. Sei euro, invece, il costo per gli adulti.

Seguiamo il breve sentiero che si diparte verso i ruderi greco-romani. Un altro chiosco di pietra, più piccolo: forse per il custode, ma vuoto. Incedendo fra ulivi secolari, crivellati dal tempo, ci avviciniamo ai resti della Βασιλική Άγιου Τίτου (Basilica di San Tito, ndr): l’abside tondeggiante e le due cappelle ai fianchi, che terminano, verso l’alto, in una piccola semicupola, poggiata sulla curva parete di fondo.

La basilica di San Tito a Gortina

Nel locale di sinistra, un vaso con infilati rametti di rosmarino e scarsi fiori recisi, sfumati in rosa, fucsia e viola, segno di un culto ancora attivo. Alcuni turisti di varie età e di lingua francese. Della navata rimane solo il perimetro, accennato da pochi corsi di blocchi calcarei ben commessi, con al centro residui di basi, di colonne e di capitelli.

Proseguiamo fino al teatro. Emiciclo, pilastri e quinte, in mattoni alternati a pietra, ricordano le strutture analoghe lasciate dai Latini in molte parti d’Europa. Un cartello blu, bilingue, riporta il nome del sito: ΟΔΕΙΟΝ – ODEUM. Sembra di essere a Parigi: Théâtre de l’Odéon… Ma d’altronde, l’origine della denominazione è questa.

Il teatro di Gortina

Sotto una massiccia struttura ad archi, prospiciente alle gradinate, le tavole di pietra sulle quali sono incise le seicento righe delle Leggi di Gortina: una specie di Codice Civile dell’epoca, per regolare – come fece poi quello adottato da Napoleone, modello degli altri attualmente in uso nelle Nazioni di diritto romano – le materie che ingeneravano (e ingenerano) i contenziosi più frequenti: matrimoni, divorzi, eredità, compravendite, adozioni. Ci divertiamo a immaginare come vi si possa dirimere l’ipotetica causa di divorzio intentata da un cittadino che, a conseguenza del proprio matrimonio, ha perso l’eredità paterna.

Le Leggi di Gortina a Creta

Poco oltre, andiamo a fotografare il platano sempreverde (Αειθαλής Πλάτανος) – a dire il vero piuttosto spelacchiato – che, secondo la leggenda, sarebbe stato il nido d’amore di Zeus ed Europa (“la vacca del vecchio mondo”, evocata in un celebre poemetto funebre di Federico García Lorca). Ci pare un po’ troppo smilzo per risalire a un passato così remoto. Forse è il pollone del pollone di qualche pollone…

Il platano di Zeus a Gortina (Creta)

Il caldo è asciutto, per niente afoso, ma non ce la sentiamo di inerpicarci nel sole, lungo un sentiero da capre, fin sull’Acropoli che incombe, di fronte a noi, in cima a un picco totalmente calvo. Torniamo quindi all’uscita.

Oltrepassiamo e bordeggiamo la statale, ampia e riasfaltata di fresco, facendo attenzione agli eventuali veicoli in arrivo. Imbocchiamo il primo viottolo che vediamo insinuarsi in mezzo agli ulivi: riusciamo solo a smarrirci nella campagna petrosa. Se vogliamo visitare i resti archeologici – sparsi – rimasti fuori dalla recinzione, dobbiamo seguire, per qualche centinaio di metri, la strada attraverso la quale siamo arrivati. Lo facciamo.

Ci indispettisce un tantino scorgere tronchi di colonna abbandonati negligentemente quasi sul ciglio. Sembrerebbe uno spreco dovuto all’abbondanza – una “smorbità”, si dice dalle mie parti. Ma forse è semplicemente la triste limitatezza dei fondi stanziati a non permettere di valorizzare tutto.

Il tempio di Apollo a Gortina (Creta)

Svoltiamo in uno stradello a sinistra, tra ulivi antichi e tormentati che mi ricordano quelli mostratimi, con un certo orgoglio, da Francesco Biamonti nel suo podere di Cian de Cui, a San Biagio della Cima. Colonne infrante incongruamente buttate anche quaggiù.

Arriviamo a quanto avanza di una presumibile arena e, oltre una rete metallica malmessa, ai rimasugli scomposti dell’antico Tempio di Apollo. Procedendo accidentatamente in aderenza all’area, vediamo altri residui di costruzioni: poco più che fondamenta. Una vaga somiglianza con Glanum, fuori Saint Rémy de Provence, mi affiora alla memoria, ma il sito francese presentava un aspetto ben più curato. E torniamo al pro­blema delle risorse disponibili…

Decima parte – Segue

Marco Grassano
Foto di M. Ester Grassano

Didascalie:

  • La Basilica di San Tito
  • Il teatro
  • Le Leggi di Gortina
  • Il Platano di Zeus ed Europa
  • Il tempio di Apollo
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