Al Piccolo Teatro Grassi di Milano è stato in cartellone dal 22 al 27 ottobre 2019 lo spettacolo “Romancero gitano” di Federico García Lorca e Lluís Pasqual. La congiunzione lega l’opera del poeta e quella dell’uomo di teatro che qui non solo è regista, ma anche secondo autore.
Pasqual, infatti, ha tessuto le poesie di García Lorca con ricordi dell’interprete Nuria Espert (attrice lorquiana par excellence) e altre testimonianze, naturalmente arricchendo il tutto con la propria inimitabile esperienza.

Lo spettacolo è stato realizzato nel 2018 per celebrare la ricorrenza del 120esimo anniversario della morte del poeta e il 90esimo anniversario della pubblicazione dell’opera. È stato creato in appena tre settimane perché Pasqual poteva già contare sull’attrice giusta ed entrambi conoscono molto bene García Lorca. Di Pascal Merat e Roc Mateu sono rispettivamente il disegno delle luci e quello dei suoni: sobri ma intensi, al servizio della parola.
Poco meno di un’ora dura lo spettacolo, recitato in lingua originale (i sovratitoli in italiano sono a cura di Prescott Studio). Oltre non era possibile tendere la corda della tensione poetica e insieme emotiva e scenica, ha detto Pasqual – parlando un italiano perfetto – nell’incontro con il pubblico al Chiostro Nina Vinchi mercoledì pomeriggio, presentato da Anna Piletti. Uno spettacolo di flamenco non può durare un’ora. E “Romancero gitano” ha l’intensità di un canto flamenco, senza il flamenco. Nuria Espert manifesta la stessa febbre di Federico García Lorca, simile al roveto di Mosè che bruciava senza consumarsi.

Lorca non si può recitare, si deve “incarnare”. Necessita il duende (folletto, elfo). Uno non sa cosa sia questo duende, però lo riconosce. Il cattolicesimo lo chiama “stato di grazia”. E Nuria è abitata dal duende, è uno strumento straordinario per comunicare la poesia di “Federico”.
Così si riferiva al poeta il regista, perché, ha raccontato, una volta parlando con i familiari di Lorca loro gli dissero: “per noi è Federico”. Da allora anche per lui García Lorca è Federico. Una persona molto timida, ma anche divertente; un gran bugiardo; un intellettuale che sapeva leggere il mondo con maggior chiarezza dei contemporanei (tranchant alla Oscar Wilde il giudizio sulla cultura americana, espresso nel 1931).
Fondamentale nello spettacolo – perché fondamentale è nell’intera opera di García Lorca – il ruolo delle donne. Donne vittime di violenza come Tamar, violata da Amnon o testimoni di violenza, come la madre disperata della “Canción de la Madre del Amargo” (Canzone della madre di Amargo).
“Attraverso le donne, Federico ha espresso molte volte i suoi sentimenti più profondi”, ha detto Pasqual. E “Romancero gitano” è un rosario che inanella grani poetici uno più intenso dell’altro, da “Romance de la luna, luna” a “Sonetos del amor oscuro”, con l’aggiunta – del tutto pertinente – di “Grito hacia Roma” (Grido a Roma).
Ciascun componimento poetico di García Lorca è in sé un’opera teatrale. Ancora una volta ha ragione Lluís Pasqual.
PS del 29 ottobre: leggo in “Per le strade della Vergine” di Guido Ceronetti (Adelphi): “La presenza del Duende, nel flamenco, opera il distacco del corpo dalla pura e ottusa materialità, quella della blafarde lumière“.
Saul Stucchi
La foto di Nuria Espert è di Ros Ribas
Dal 22 al 27 ottobre 2019
Romancero gitano
di Federico García Lorca e Lluís Pasqual
regia Lluís Pasqual
con Nuria Espert
disegno luci Pascal Merat
disegno sonoro Roc Mateu
Orari:
- martedì, giovedì e sabato 19.30
- mercoledì e venerdì 20.30
- domenica 16.00
- Durata: un’ora senza intervallo
Prezzi: platea 40 €, balconata 32 €
Piccolo Teatro Paolo Grassi
via Rovello 2
Milano
Informazioni e prenotazioni:
Tel. 02.42411889
www.piccoloteatro.org