Il vostro coraggioso scriba questa volta si è tuffato nei profondi Mari del Sud.
…vado alle Hawaii, ma all’idroscalo non mi imbarcano
mai… prendo l’autobus, scendo all’ippodromo e da lì…” (Sergio Caputo)
Dunque, le Hawaii. Nell’immaginario collettivo, un luogo mitico, un luogo esotico e lontanissimo dall’Europa, ma anche dall’America o dall’Asia.
In realtà, questo arcipelago è diverso da come lo si immagina. È vero che ci sono tantissime spiagge e spiaggette a disposizione di chiunque voglia prendere il sole o cimentarsi nel surf; ma è indispensabile sapere che sono isole vulcaniche e che il paesaggio varia da zone in cui prevale il terreno scuro di origine lavica, fino a punti in cui la vegetazione tropicale, le cascate o le montagne dominano incontrastate.
Quello che veramente fa impressione alle Hawaii è un’idea: l’idea che siamo a 4000 km dalla costa americana, a una distanza simile dall’Asia e che intorno c’è soltanto l’oceano Pacifico (anche le isole Kiribati si trovano a circa 1000 km di distanza).
L’arcipelago
L’arcipelago è formato da otto isole principali: da nord ovest a sud est: Niihau, Kauai, Oahu, Molokai, Lanai, Kahoolawe, Maui e l’isola di Hawaii che, essendo la più estesa, è chiamata anche Big Island. Tralasciando l’isola di Oahu, nella quale si trova Honolulu (la capitale, la città più popolosa dello stato, ma anche la più moderna e “americana”), insieme con i miei pards, ho esplorato in lungo e in largo Big Island, Maui e Kauai.
Apro una parentesi sulla lingua hawaiana. Ho citato volutamente i nomi delle isole (così come citerò in seguito altre parole) per far notare quanto il lessico non abbia niente a che vedere con l’inglese, e sia imparentato piuttosto con le lingue che vengono parlate a Tahiti, a Samoa o dai Maori.
Le Hawaii sono – per il momento – l’ultimo, il cinquantesimo stato degli USA (l’ultima stellina della bandiera). Sono entrati nella confederazione il 21 agosto del 1959.
Il clima è tropicale (la latitudine è compresa tra i 23° e i 18° nord), con temperature assai gradevoli (più o meno intorno ai 27 gradi Celsius): soffia sempre il vento dall’oceano e piove un po’ tutti i giorni. E, con questo, ho pau (terminato) con le banalità che si possono trovare su un qualunque sito internet. Dovrei aggiungere qualcosa di personale e ho paura di non trovare molto di originale da aggiungere con le mie osservazioni. È un bel pili.kia (trouble). Avrei proprio bisogno di kokua (aiuto). Ma, coraggio, mettiamoci all’hana (lavoro), e wiki.wiki (velocemente).
Cominciamo allora dalle mie impressioni. Forse potrebbe essere che fossi particolarmente stanco o stressato, ma il popolo hawaiano a me è sembrato tranquillo ed educato. Ricordo pochi paesi nei quali sono stato, nei quali la gente sorridesse e salutasse. A questo proposito, ricordo che il saluto classico – fatto a gesti – si chiama, in inglese, “Hangloose” e si fa ripiegando verso l’interno tutte le dita della mano tranne il pollice e il mignolo.
Americani? Sì e no
La domanda che mi ha accompagnato durante tutta la vacanza è stata: ma questo popolo è stato colonizzato dagli Americani oppure ha soltanto preso quel che di buono potevano loro dare lo zio Sam e il suo capitalismo? Non so rispondere. Le abitudini americane si fanno sentire in tanti campi: nel cibo, nelle comunicazioni, nel turismo, ecc…; tuttavia, mi rimane il sospetto che i “veri” abitanti non siano ancora del tutto conformati a questi stili di vita.
Resta da dire dei paesaggi, dei luoghi, ma per questo rimando tranquillamente alla mia introduzione: spiagge con sabbia dorata, rossa, nera e perfino verde; e poi montagne, tante, ovunque si volga lo sguardo.
Il paradosso è che, avendo preso dagli Statunitensi, qualunque esperienza è “a misura di automobile”. A titolo di esempio – e ce ne sarebbero altri – io ho trovato stupefacente che in mezz’ora siamo arrivati con la macchina dal mare alla cima del vulcano Mauna Kea (4207,3 metri), il vulcano più alto della Terra.
L’ultima osservazione la dedico all’isola di Kauai. È una delle isole più piccole (la superficie totale è di soli 1430 Kmq), ma per metà abbondante è priva di strade, di paesi o di insediamenti umani. Per esplorare la parte “nascosta”, abbiamo fatto ricorso all’elicottero che facilmente ha raggiunto la vetta delle montagne e altrettanto agevolmente ci ha mostrato la famosa scogliera verde o lidi altrimenti irraggiungibili.
Note e curiosità
Trovandoci in mezzo all’oceano, con poca o quasi nessuna illuminazione artificiale, le notti delle Hawaii sono un vero spettacolo, con le stelle che sembrano più brillanti e più vicine. E a proposito di cielo e luci, anche i tramonti – da qualsiasi luogo li si osservi – sono spettacolari.
Davvero curioso è trovarsi circondato a Kauai dalle galline. Passeggiano tranquillamente per le strade, nei centri commerciali o nei punti panoramici più affascinanti. Perché Kauai sia piena di galline non è molto chiaro. Un’ipotesi vuole che siano le discendenti dei galli da combattimento portati dagli immigrati più di un secolo fa. Tuttavia resta un mistero il fatto che si trovino ovunque in completa libertà.
La maggiore “americanata” è forse la presenza dei campi da golf. Se pensate che in tutta Italia i campi sono circa 300 e nell’arcipelago delle Hawaii 104, è facile capire la sproporzione. Ho detto prima “americanata”, perché non solo negli USA il golf è uno degli sport più diffusi e praticati, ma anche perché – per i sedentari yankees – passare da una buca all’altra si può fare soltanto usando le mini car elettriche e men che mai utilizzando i piedi.
Chiudo con l’ultima notazione linguistica. Come già detto le isole sono di origine vulcanica e hanno cominciato ad affiorare più o meno 4,5 milioni di anni fa. Quello che voglio mettere in evidenza è il fatto che (come succede in Lapponia che conta circa undici vocaboli per definire i diversi tipi di neve), la lava viene chiamata ‘a’a se ruvida e pa.hoe.hoe, se liscia.
Post Scriptum: se qualcuno mi chiedesse come mai sia stato alle Hawaii, mi troverei costretto a rispolverare la vecchia scusa dell’IronMan. Anche in questa occasione lo spunto per raggiungere l’arcipelago è stata la partecipazione del mio amico alla competizione.
Aloha!
L S D