Se qualcuno di voi volesse imbarcarsi per il continente Nord Americano, gli consiglierei di leggere queste righe. Cercherò di non essere banale, ma mi sforzerò anche d’illustrare una realtà “diversa”, per chi non è mai andato oltreoceano.
Per voi uomini bianchi il Paradiso è in cielo; per noi il Paradiso è la Terra. Quando ci avete rubato la Terra ci avete rubato il Paradiso.
(Piccola Foglia)
Il titolo di questa prima puntata del mio reportage sugli USA mi viene da due considerazioni, entrambe legate agli “Indiani”. Se si esclude la parte costiera dell’oceano Atlantico, gli Stati Uniti sono un territorio smisurato, ricco di spazi vuoti, con poche case e poca vita.
Un tempo (e qui arrivano gli Indiani) correvano per queste praterie i Pellerossa e i cow-boys: oggi sono attraversati da strade e autostrade a quattro, cinque, sei o più corsie: i cavalli e i carri hanno lasciato ovviamente il posto ai mezzi a motore.
C’è tuttavia una seconda riflessione, difficile da comprendere per chi è vissuto in Italia o in Europa. Le diverse città, o i vari paesi, sembrano costruiti a misura di automobile e tutti si spostano sulle quattro ruote; s’incontrano raramente persone che camminano o che usano la bicicletta, anche nei centri urbani.
A me viene da pensare che “Toro Seduto” abbia perduto la sua guerra contro i visi pallidi, ma che – in un certo senso – abbia avuto una vendetta postuma: i discendenti dei nemici di allora, oggi passano tre quarti della loro vita seduti (e non in senso metaforico) alla guida.
L D S