Ho voluto provare di persona la nuova piattaforma on demand dedicata all’intrattenimento culturale. Si chiama Nexo+ e prevede due modalità di sottoscrizione, mensile o annuale, entrambe con un periodo di prova gratuita di 7 giorni e la possibilità di disdire quando si vuole. La prima offerta costa 9,99 € al mese, la seconda 109,90 € (oggi, 10 aprile, è l’ultimo giorno per usufruire dell’offerta annuale a 99,90 €).
Nexo+ organizza il palinsesto in “mondi”, ovvero in macro-sezioni. Attualmente sono quelli che leggete qui sotto:
- La Grande Arte
- Cinema
- Classic
- Biografie
- Musica
- Storia
- Danza
- Current
- Performance
Ci sono poi quattro canali dedicati (le “costellazioni”) realizzati in collaborazione con Elisabetta Sgarbi, Far East Film Festival, Feltrinelli Real Cinema e Scuola Holden. Non ho ancora esplorato l’intero universo di Nexo+, tra mondi e costellazioni: ho preferito scegliere nel ricco menu di proposte secondo quanto mi dettava l’appetito del momento.
Le mie prime scelte
- “Otto donne e un mistero” di François Ozon. Dopo aver letto la recensione del critico cinematografico di ALIBI, ero curioso di vedere questa commedia, di cui avevo visto diversi anni fa al Litta di Milano l’allestimento teatrale diretto da Silvia Giulia Mendola. È stato il primo titolo che ha colpito la mia attenzione mentre navigavo nel menu “Cinema”. Devo dire che sono stato molto fortunato. Il film è più che piacevole, grazie alla trama che rispetta le regole del giallo tradizionale e alla recitazione delle attrici: un gruppo stellare!

- Ho approfittato di una delle rare finestre spazio-temporali che si sono aperte nel 2021 per tornare dopo 20 anni ad Aquileia. Purtroppo è stata una gita brevissima, di una manciata di ore. Per fortuna qualche giorno dopo, a casa ho guardato il documentario “Le tre vite di Aquileia” (2019). In poco meno di un’ora mi ha mostrato quello che avevo avuto modo di vedere, ma con mezzi e tecnologie che ovviamente non erano alla mia portata. Mi riferisco alle riprese effettuate con il drone e alle ricostruzioni in grafica tridimensionale. Da togliere il fiato, per esempio, la carrellata sul tappeto musivo della Cattedrale. E poi mi ha portato nei luoghi che erano chiusi nel giorno della mia visita oppure non ho fatto in tempo a vedere. Che meraviglia le immagini della Domus di Tito Macro e del Museo Paleocristiano!
“Aquileia ha dimostrato nel corso dei millenni una singolare capacità palingenetica di rinascere…”, dice all’inizio Antonio Zanardi Landi, Presidente della Fondazione Aquileia. Nel video intervengono anche, tra gli altri, la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia Marta Novello, l’archeologo Luca Villa e l’epigrafista Claudio Zaccaria. - Confesso che i documentari di qualità mi provocano un senso di frustrazione. Sì, è bello guardarli seduti sul divano, ma nasce subito – almeno in me – la voglia di partire, così: al volo! Se dovevo farmi del male – ho pensato – tanto valeva giocare duro. Così ho guardato il documentario “Louvre – Un museo sotto assedio” (2016). Il Museo dei Musei, il “mio” Museo! Lo dico da “Ami du Louvre” di lungo corso, mecenate di campagne come quelle per l’acquisto dell’Apollo citaredo di Pompei e il restauro della Nike di Samotracia (non ho neanche bisogno di dirvi che poi ho visto il documentario “La Nike di Samotracia – La dea della vittoria”, realizzato proprio in occasione del restauro e della successiva mostra). L’incredibile vicenda del castello – palazzo e infine museo è raccontata con immagini da strizzare il cuore di nostalgia e una videografica che vale più di pagine e pagine di guide turistiche.
- Di documentario in documentario, di museo in museo: eccomi di nuovo al Prado. Ho recensito qui su ALIBI “Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie”, lungometraggio del 2019 che vanta la partecipazione di Jeremy Irons nel ruolo di cicerone d’eccezione. Vi rimando a quel pezzo (se volete), limitandomi qui a menzionare soltanto la citazione di Picasso che lo chiude: “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”. Ecco: un documentario così è una finestra spalancata che porta aria fresca nella quotidianità.

- Non mi sono spostato di molto per passare al documentario successivo, attirato da un richiamo irresistibile. “Diego Velázquez – Il pittore dei pittori” (2014) ripercorre la carriera di uno degli artisti che davvero hanno lasciato il segno nella storia dell’arte e continuano a lasciarlo. Si apre sul capolavoro della “Venere allo specchio”, uno dei gioielli più preziosi della National Gallery di Londra. L’ho ammirata tante volte lì, ma mi ha segnato in modo particolare la sua esposizione alla mostra al Grand Palais di Parigi, dove “dialogava” con la statua dell’Ermafrodito addormentato del Louvre, forse modello per il pittore. E non vi dico le immagini su quel “Quadro dei quadri” che è “Las Meninas”! E i ritratti! E… Non potete perdervelo, in attesa di poter tornare a girare per l’Europa a visitare i musei!
- Contrariamente ad altri film di Ken Loach, non avevo mai visto al cinema né in DVD “My name is Joe” (1988). Naturalmente non è un film leggero, anche se si sorride e addirittura si ride in più di un momento. Ma la scena che più mi è piaciuta è quella in cui il protagonista, interpretato da Peter Mullan, spiega alla donna di cui si è innamorato cosa ci faccia un nastro di musica classica nella sua radio. Intanto risuonano le note del “Concerto per violino e orchestra in Re maggiore, op. 61” di Beethoven. Riporto un brano del dialogo: la prima a parlare è lei.
– È fantastica.
– Uhm, geniale. Mi ricorda quando ero fuori di testa.
– Perché?
– Non posso dirtelo, poi magari pensi che sono un po’ strano.
– Ti ho già preso per uno strano!
E poi lui le spiega perché è affezionato a quella cassetta che non è riuscito a vendere, a differenza di tutti gli altri nastri rubati in un negozio. “L’ho messa su e l’ho trovata davvero magica. Mi dava i brividi. C’era il mio universo, i miei sogni, tutto. Comunque, la sento ancora adesso per ricordarmi come ero o come potrei ridiventare”. Beethoven (la cultura, diciamo) può salvare una vita. - Lascio per ultimo il documentario che mi ha spinto a provare di persona la piattaforma Nexo+. Partecipando alla presentazione stampa in streaming e leggendo il comunicato erano molte le cose che trovavo interessanti, ma la freccia che mi ha colpito portava un nome solo: “Egitto”. “Mille e una notte in Egitto” è in realtà un’intera serie di brevi documentari che si declina in 16 episodi, ciascuno di 26 minuti, firmati da Ernesto Pagano e Sandro Vannini.

Fa da cicerone Zahi Hawass – il “faraone” degli egittologi d’Egitto, dall’inconfondibile cappello alla Indiana Jones – che parla in arabo, ma ci sono naturalmente i sottotitoli in italiano (e in inglese). È un lungo e intenso viaggio nel Paese del Nilo, tra antichi dei e astronomi, suoni e cibi, sensazionali scoperte, maledizioni e bugie.
Editora’s List
L’abbonamento a Nexo+ è a mio nome, tuttavia questa come tutte le altre attività in qualche modo collegate ad ALIBI Online (a cominciare dalla sua stessa esistenza) non sarebbe possibile senza la generosità della “mia editora”.

Quella che segue è la lista dei titoli che ha guardato lei, mentre il sottoscritto era in altre faccende affaccendato:
- “Adorabile nemica”, commedia di Mark Pellington, con Amanda Seyfried e Shirley MacLaine (2017).
- “Almanya – La mia famiglia va in Germania”, commedia di Yasemin Samdereli (2011).
- “Un sogno chiamato Florida”, film drammatico di Sean Backer, con Willem Dafoe e Brooklynn Prince (2017).
- “La moglie del cuoco”, commedia francese di Anne Le Ny (la segretaria Yvonne di “Quasi amici”), con Karin Viard, Emmanuelle Devos, Roschdy Zem, la stessa Le Ny, Philippe Rebbot e Annie Mercier.
- “Father And Son”, film drammatico di Kore’eda Hirokazu (2013).
- “Alla ricerca di Vivian Maier”, documentario di John Maloof e Charlie Siskel (2013).
- “Honeyland. Il regno delle api”, documentario di Tamara Kotevska e Ljubo Stefanov (2019).
Next su Nexo+
Nella mia playlist di documentari e film che ho in programma di vedere prossimamente ho aggiunto i seguenti titoli, già disponibili sulla piattaforma Nexo+:
- “Se ti abbraccio non aver paura”, documentario di Niccolò Maria Pagani, con Franco e Andrea Antonello, tratto dal libro più celebre di Fulvio Ervas (2020).

- “Mantova Lectures – La deposizione di van der Weyden. Sulla felicità”: Alessandro Baricco racconta il capolavoro del pittore fiammingo che val bene un viaggio a Madrid.
- “Il terremoto di Vanja, alla Ricerca di Čechov” (2020), documentario di Vinicio Marchioni, con – tra gli altri – Toni Servillo, Gabriele Salvatores e Fausto Malcovati.
- “Amelia e Muriel Erahart – Storie di due sorelle”, documentario di Edward Cotterill (2015) sulla celebre aviatrice statunitense.
- “Hunger”, film drammatico di Steve McQueen, con Michael Fassbender (2008).
- “Persepolis”, film d’animazione di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud (2007).
- “Rock Legends – The Cure”, documentario di Cal Seville sul gruppo dark di Robert Smith (2016).
Come vedete, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Saul Stucchi