Se nel piano ipogeo la Fondazione Luigi Rovati di Milano ospita la mostra Vulci. Produrre per gli uomini. Produrre per gli dèi, al piano nobile, invece, riserva una sala per la piccola esposizione Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini. Dalle collezioni dell’Accademia Etrusca di Cortona. Pur essendo visitabile fino al 15 settembre, conviene andare al Museo d’Arte entro il 4 agosto, data di chiusura della prima.
Nel recensire la mostra su Vulci menzionavo l’ottimo catalogo, pubblicato dalla Fondazione che edita anche il più agile (ed economico) libretto a corredo di questa iniziativa. È dello stesso livello di cura – molto elevato – di simili pubblicazioni che si trovano soprattutto nei musei esteri: mi vengono in mente i librini del British Museum e del Louvre (recentemente a Parigi ho acquistato una piccola monografia sul rotolo manoscritto delle 120 giornate di Sodoma del marchese de Sade curato dalla Bibliothèque nationale de France).
Al centro della sala ci sono quattro teche, con due coppie di bronzetti che si guardano (o studiano o confrontano o contrappongono). Da una parte abbiamo gli etruschi Culsans e Selvans, datati alla prima metà del III secolo avanti Cristo; dall’altra troviamo due versioni di Giano Bifronte realizzate da Severini nel 1962.
Per comprendere meglio il dialogo tra queste opere i curatori Sergio Angori, Paolo Bruschetti e Giulio Paolucci (che hanno lavorato partendo da un’idea di Giovanna Forlanelli, presidente della Fondazione Luigi Rovati) le contornano da altro materiale.
Ci sono gli studi per la scultura disegnati da Severini a grafite su cartoncino: li ha prestati la Collezione Severini Brunori di Roma. C’è poi un olio a tela, sempre di Severini, intitolato Natura morta con aringa e compostiera blu, dipinto subito dopo la guerra, nel 1946-47. Insieme ai due bronzetti etruschi e a uno dei due Giano di Severini è stato concesso dal MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, mentre l’altra scultura severiniana viene dalla collezione su menzionata.
Dicevo prima del libretto a corredo della mostra: tra i testi che contiene c’è un breve saggio di Angori intitolato Severini: il fascino dei bronzi di Cortona e i suoi legami con la Compagnia di San Niccolò. La lunga nota n. 3 è tutta dedicata alle vicende – curiosissime e intriganti – del quadro, tra ideologia, politica, guerra e arte.
Su una parete è riprodotta una gigantografia della porta bifora lungo le mura etrusche di Cortona, dove vennero rinvenuti i bronzetti, nel 1847. Culsans era il corrispettivo del romano Giano, mentre Selvans era il dio della foresta e delle attività agricole. Entrambe recano su una coscia un’iscrizione che riporta il nome del dedicatario, identificato con prenome e gentilizio, a cui si aggiunge il matronimico.
Il grande interesse di Severini per questi bronzetti etruschi è testimoniato anche da una lettera che l’artista scrisse a Picasso qualche anno prima di lavorare ai suoi Giano Bifronte, nel 1958.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Un’immagine dell’allestimento
© Traccetv per Fondazione Luigi Rovati - Gino Severini
Giano bifronte
1962 (1996)
Bronzo, ed. 2/8, fonderia Susse Frères, Parigi
MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, Cortona
© Archivio dell’Accademia Etrusca di Cortona
Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini
Dalle collezioni dell’Accademia Etrusca di Cortona
Informazioni sulla mostra
Dove
Fondazione Luigi Rovati Museo d’ArteCorso Venezia 52, Milano
Quando
Dal 14 maggio al 15 settembre 2024Orari e prezzi
Orari: da mercoledì a domenica 10.00 – 20.00Ultimo ingresso 19.00
Chiuso lunedì e martedì
Biglietti: intero 16 €; ridotti 12/8 €