Studiosi, studenti e lettori curiosi apprezzano le varie collane di Raffaello Cortina Editore. Da qualche tempo hanno imparato a conoscere e amare anche i titoli “fuori collana” di una serie che sta dando – ne siamo sicuri – grandi soddisfazioni alla casa editrice e agli stessi lettori. Si è aperta alla fine del 2019 con “In viaggio con gli dei” di Giulio Guidorizzi e Silvia Romani per proseguire con “Vagabondare a Berlino” di Gian Piero Piretto.
Terzo volume di questa serie “fuori collana” ecco “Il mare degli dei. Guida mitologica alle isole della Grecia”, firmato ancora dai professori Guidorizzi e Romani (qualcosa ci dice che vedremo prossimamente una nuova opera di Piretto: ci sembra anzi di sentirne già il profumo…).

Come nel precedente volume, anche qui i due autori si sono suddivisi i capitoli (Itaca e Santorini, per esempio, sono di Guidorizzi, mentre la Romani ha scritto – tra gli altri – i capitoli dedicati a Delo e Lesbo. Emerge anche qui la sua passione per le escursioni). Ricchissimo l’apparato iconografico, cui si aggiungono le belle illustrazioni di Michele Tranquillini, ciascuna delle quali è un invito al viaggio in Grecia, “nazione arcipelago” di isole, una più bella e misteriosa dell’altra.
Da Delo a Itaca
“Una trama di racconti solca le acque, al pari delle navi antiche e connette un’isola all’altra, come le linee tracciate su una carta nautica”. Di pagina in pagina, di isola in isola, da un mito all’altro, tra dei, eroi e uomini (per lo più donne in fuga dalle voglie di un immortale con la fregola) questa trama di racconti avvolge e coinvolge il lettore, che abbia o meno reminiscenze di mitologia classica.
“Il mare degli dei” si apre in volo, come “Eroi viaggiatori” di Robin Lane Fox (Einaudi). Là è la moglie di Zeus, Era, a volare sull’Olimpo, qui è Poseidone a sorvolare il mare con il suo cocchio. Ma tutti noi turisti, oggi, possiamo goderci questa visione della Grecia dall’alto, prima riservata soltanto agli dei.

La piccola isola di Delo (“mezza banca, mezzo santuario”, secondo le lapidarie parole di Lawrence Durrell) apre il viaggio. Itaca – non poteva essere diversamente – lo chiude, ma solo come invito, implicito, a ripartire.
L’isolario rievoca miti, leggende e storie. Le imprese degli Argonauti, ma anche i vampiri vrukolákes di Santorini e cenni alle civiltà pregreche di Pelasgi, Sinti e Poliochni. Mai sentito parlare di “crimine lemnio”? Conoscete la storia di Irene, l’unica imperatrice di Bisanzio? Finì i suoi giorni a Lesbo, “la Grecia d’Oriente”. “Forse proprio per questa sua natura strana: prigione, esilio, rifugio, ultimo approdo, Lesbo è rimasta anche un luogo in cui ci si perde, una stazione di posta talvolta definitiva”.
Andò peggio a un’altra imperatrice, quella d’Austria, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach che tutti oggi ricordiamo come “Sissi” (anche se in realtà il soprannome corretto è “Sisi”). L’Achilleion di Corfù, da lei voluto, “è stato, durante il primo e il secondo conflitto mondiale, un ospedale militare e, poi, un casinò, fino a quando è passato in carico, nel 1993, all’Ente del turismo ellenico ed è ora aperto al pubblico”.
Santorini, Nasso e Milo
Le pagine dedicate a Santorini mi hanno riportato alla memoria un capitolo che amo in modo particolare del romanzo “Giuseppe il Nutritore” di Thomas Mann (quarta parte della tetralogia “Giuseppe e i suoi fratelli”). Si intitola “La pergola cretese” e vi si legge la descrizione della loggia di rara bellezza in cui Faraone accoglie Giuseppe / Osarsif. Mann si è ispirato proprio agli affreschi minoici: “Le pitture che coprivano le pareti differivano dal genere in uso nel paese (l’Egitto, ndr), ritraendo genti e costumi stranieri, evidentemente delle Isole del Mare”.
Se Santorini è la “Pompei dell’Egeo”, Nasso, dove Teseo ha piantato in asso (!) Arianna, è […] il bacino di coltura indispensabile per il cliché dell’amore infelice, colorato di sventura e di umiliazione, talvolta anche di farsa”.
Nella bellezza dei luoghi gli autori intingono la loro penna che ce li restituisce in passaggi come questo che apre il capitolo dedicato a Milo:
Probabilmente la più bella di tutte le Cicladi, con le sue pietre screziate dal vento, spiagge segrete, scoscese e il meltemi che quando si leva forte la spazza e fa volteggiare ogni cosa: Milo esibisce quasi a ogni angolo il suo paesaggio arcano, ammaliante. Scogli candidi di pomice a Sarakiniko, un prodigio della natura, acqua limpidissima a Paliochori in cui sgorgano bolle calde dal fondo, segno di un’antichissima attività vulcanica ancora non sopita. Quest’isola meravigliosa fu scolpita dal vento e dalle onde dell’Egeo in attesa che l’uomo arrivasse; e arrivò stabilmente al meno settemila anni fa, o probabilmente prima. Ma piedi umani l’avevano calcata in epoche ancora più antiche”.
Da Omero ai Durrell
La celeberrima Venere di Milo qualche pagina più avanti lascia posto all’altrettanto famosa Nike di Samotracia. Nel capitolo su Lemno una fotografia mostra l’elmo di Milziade conservato al Museo di Olimpia. Attualmente è però esposto nella mostra “Glorious Victories. Between Myth and History” allestita al Museo Archeologico Nazionale di Atene (ne parlerò prossimamente).

Pescando citazioni e spunti da Omero ed Erodoto, Kavafis e i Durrell (il già citato Lawrence e il fratello minore Gerald, autore de “La mia famiglia e altri animali”), Pavese e D’Annunzio (strano che nel capitolo su Milo non siano menzionati i lavori di Canfora sul “Dialogo dei Melii e degli Ateniesi” di Tucidide…), Guidorizzi e Romani tengono insieme racconto storico e mito, descrizione dei luoghi e considerazioni sulla civiltà greca, proponendo a volte paralleli con la modernità o addirittura la stretta attualità.
È il caso del brano in cui Guidorizzi (di cui ricordo un corso monografico sulla follia, all’Università Statale di Milano) rievoca gli studi di Ippocrate sulla “malattia sacra”, ovvero l’epilessia. “Allora come ora il primo nemico sono il pregiudizio e la superstizione, e lo sapevano; gli antenati dei no-vax erano quelli che non credevano nella scienza e si affidavano a intrugli ed esorcismi”. (A questo riguardo rimando a un mio editoriale dell’anno scorso, in piena pandemia: “Elio Aristide: sopravvivere a una pandemia senza capirla”).
Arrivati all’ultima pagina de “Il mare degli dei” ci si augura che il viaggio continui: in Grecia e in libreria.
Saul Stucchi
Illustrazioni di Michele Tranquillini
Giulio Guidorizzi e Silvia Romani
Il mare degli dei
Guida mitologica alle isole della Grecia
Raffaello Cortina Editore
Fuori collana
2021, 300 pagine
20 €