Affrettatevi: non dovete assolutamente perdervi quest’occasione. Fino a domenica 28 maggio è in cartellone al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano lo spettacolo “Macbettu” di Alessandro Serra. Lo anticipa “Esodo” di e con Valentino Mannias (ne abbiamo appena scritto qui su ALIBI): il consiglio è di vederli entrambi.
Il “Macbeth” è una delle opere più celebri e rappresentate di Shakespeare. Personalmente ne ho viste numerose versioni, molte delle quali recensite proprio su ALIBI. Sapevo bene, dunque, cosa aspettarmi, ma devo confessare di essere rimasto sorpreso. Molto più che positivamente.
Quello di Serra si è conquistato il primato del “Macbeth” più originale a cui abbia finora assistito. Emozionante nel senso più pieno del termine. Fa ridere, fa paura, fa godere, fa provare la felicità di essere in sala davanti a un allestimento che è uno spettacolo. Dà soddisfazione! E siate sinceri: quante volte provate soddisfazione a teatro?
“Macbettu” è Macbeth nella sua essenza, oseremmo dire “platonica” ma diciamo scespiriana, di movimento e suono. Stupisce per le trovate sceniche, alcune talmente semplici da essere geniali (come la cavalcata senza cavalli, la stessa che facevamo da bambini…), altre così raffinate che meriterebbero un applauso a scena aperta, se non interrompesse l’azione.
Mi riferisco, per esempio, alla rotazione della cornice lignea della porta, fatta vorticare in un senso dalla macchina scenica. Quando il protagonista, appena scoperta l’uccisione di re Duncan, recita la celebre battuta “Oh, fossi morto soltanto un’ora prima che succedesse questo!”, la porta inizia a ruotare in senso opposto, a indicare il punto di svolta nel dramma.
Ora Macbettu è re, ha ottenuto quello per il quale si è macchiato le mani e si è dannato l’anima. Da quel momento non dormirà più:
Macbettu ha mortu su sonnu! Su sonnu innossente, su sonnu ch’imbolica sa madassa iscumentada de s’affannu.
Il sardo della Barbagia (la traduzione in sardo e la consulenza linguistica sono di Giovanni Carroni) è praticamente incomprensibile per chi non sia “isolano” (per chi scrive, è al livello dello svedese del “Macbeth” rappresentato a Moncalieri giusto dieci anni fa).
Naturalmente ci sono i sopratitoli con la traduzione in italiano, ma se si conosce bene la trama e lo scambio di battute, si può ricorrervi solo saltuariamente, in modo da godersi con continuità l’azione scenica.
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Che merita tutta la nostra attenzione, vista la pirotecnica abilità degli attori sul palcoscenico. Come nel teatro elisabettiano, tutti gli attori sono uomini. Fulvio Accogli nella parte di Lady Macbeth è perfetto; cioè perfettamente inquietante e dark, androgino, forte e debole.
E poi ci sono le sorelle fatate che qui sono degli inarrestabili “Minions” della Barbagia. Impossibile descrivere quello che fanno e come lo fanno. Proprio come gli allegri esserini gialli del cinema, riempiono con le loro trovate lo spazio scenico tanto da meritarsi il ruolo di coprotagonisti.
Così finisce che c’è tantissima commedia in questo dramma nerissimo, buio e infero, molto più della classica scena del portiere (a cui è riservato il canonico ruolo di “fool”). La coreografia dei loro movimenti è studiata nei minimi dettagli, come in un balletto alla Scala. Giù il cappello!
La Sardegna del folklore, delle maschere, del rapporto strettissimo tra uomo e natura emerge in molti passaggi, spesso sottolineati dalla musica delle pietre sonore di Pinuccio Sciola (sia detto di passaggio: rimarrà un mio rimpianto non aver avuto l’occasione di conoscerlo di persona, pur avendo qualche amico in comune…).
E poi c’è lui, Alessandro Serra. Suoi sono la regia, le scene, il disegno delle luci e financo i bellissimi costumi. Serra ci dà un Macbeth tosto, “balente”, senza una sbavatura. Dobbiamo ringraziarlo per questo spettacolo da vedere e, appena possibile, da rivedere.
Saul Stucchi
Foto di Antonio Baldino
Dal 23 al 28 maggio 2017
Macbettu
- di Alessandro Serra
- tratto da Macbeth di William Shakespeare
- con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino
- traduzione in sardo e consulenza linguistica Giovanni Carroni
- collaborazione ai movimenti di scena Chiara Michelini
- musiche: pietre sonore Pinuccio Sciola
- composizioni pietre sonore Marcellino Garau
- regia, scene, luci, costumi Alessandro Serra
Orari: martedì – sabato 21.00; domenica 17.30 (durata 90′)
Biglietti: intero 20 €; ridotto 15 €
Teatro dell’Arte
Viale Alemagna 6
Milano
Informazioni:
Tel. 02.724341
www.triennale.org/teatro