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Voi siete qui: L'Antico Egitto: dal periodo predinastico all’età bizantina » Nelle sale il docu-film “Tutankhamon. L’ultima mostra”

8 Maggio 2022 Scritto da Saul Stucchi

Nelle sale il docu-film “Tutankhamon. L’ultima mostra”

“L’ALIBI della domenica” è dedicato al docu-film sul faraone più famoso della modernità.

Solo nei giorni di lunedì 9, martedì 10 e mercoledì 11 maggio 2022 (ma in ben 300 sale italiane!) sarà proiettato il docu-film “Tutankhamon. L’ultima mostra”. Prodotto da Laboratoriorosso e Nexo Digital, ne firma la regia Roberto Pagano, mentre la voce narrante è quella del cantante Manuel Agnelli. La scelta è evidentemente motivata dalla volontà di attirare il pubblico dei più giovani, non proprio il target tradizionale dei lungometraggi sull’archeologia (nella versione per il mondo anglosassone la voce narrante è quella di Iggy Pop).

Manuel Agnelli © Laboratoriorosso Productions

La pandemia ha sconvolto – oltre a tutto il resto, in giro per il mondo – i piani della produzione, generando però, nella catena di ricadute, anche un effetto positivo: il documentario, infatti, esce proprio nella ricorrenza del centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, individuata da Howard Carter nella Valle dei Re dell’antica Tebe nel novembre del 1922.

Il re delle mostre

Alla presentazione stampa a Milano, qualche giorno fa, erano presenti il regista Pagano, Manuel Agnelli, fresco vincitore di un David di Donatello per la Miglior canzone originale grazie al brano “La profondità degli abissi”, parte della colonna sonora del film Diabolik diretto dai Manetti Bros e il fotografo e produttore Sandro Vannini.

Quest’ultimo ha raccontato la genesi della sua passione per l’Egitto, scoperto nel 1997 e da allora mai più abbandonato. Da venticinque anni non si occupa d’altro. Le mostre su Tutankhamon, ha ricordato, sono quelle più visitate di sempre, in ogni paese in cui siano state organizzate. E come esempio ha portato quella allestita alla Grande Halle de La Villette a Parigi nel 2019: è stata la più visitata in Francia, con un milione e mezzo di visitatori, contro i 600 mila della mostra su Leonardo al Louvre (in realtà, stando al comunicato stampa ufficiale del Louvre, quest’ultima è stata visitata da poco più di un milione di persone).

Poster del docu-film "Tutankhamon. L'ultima mostra"

Perdonatemi un attimo di compiacimento: io le ho visitate entrambe e di entrambe potete leggere la recensione qui su ALIBI Online, rispettivamente negli articoli “Il tesoro di Tutankhamon risplende a Parigi” e “Mostra di Leonardo da Vinci al Museo del Louvre di Parigi”.

Sandro Vannini e Tut

Ben più giustificato il compiacimento con cui Vannini ha sottolineato di essere “la persona che ha fotografato il tesoro di Tutankhamon più di tutti al mondo”. Anche più di Harry Burton, l’egittologo che per primo fotografò i reperti rinvenuti nella tomba del faraone. “Ed è ancora vivo!”, ha scherzato il presentatore (riferendosi a Vannini, non a Burton, ovviamente), alludendo alla celebre leggenda della maledizione del faraone, quella che avrebbe causato la morte – tra gli altri – di Lord Carnarvon, il finanziatore delle campagne di scavo di Carter.

La Valle dei Re a Tebe, in Egitto © Laboratoriorosso Productions

Tutankhamon è stata la prima grande star di epoca moderna, al centro di un’aspra contesa tra i giornali. Si è parlato addirittura di un “King Tut Brand” e il suo nome finiva su una miriade di prodotti, per nulla legati all’antico Egitto.

Degli oltre cinquemila (!) oggetti ammassati nella sua tomba, 150 hanno viaggiato per il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, a Parigi e Londra, per una serie di mostre – evento, finalizzate a promuovere l’apertura del nuovo Grande Museo Egizio a Giza. Il governo egiziano ha stabilito che i reperti della tomba di Tutankhamon non lasceranno più il Paese del Nilo.

Viaggio nei dettagli

Nel documentario, ricco di aneddoti, testimonianze e filmati d’epoca, la luce riveste un ruolo fondamentale. Per gli antichi Egizi il faraone era impegnato ogni notte in un’aspra lotta per ricondurre il sole nel mondo. Per questo suo desiderio di mettere ordine nel caos è avvicinabile a un moderno supereroe, ha detto Vannini.

Il film è un viaggio dettagliato negli oggetti di Tut, compresi i bastoni con i quali il giovane faraone – dalla costituzione debole, come suo padre Akhenaton, il faraone monoteista che si è visto affibbiare l’etichetta di “eretico” – deambulava. Degli ushabti, le statuine che avevano il compito di sostituire il defunto nei lavori nell’aldilà, ricordo un esemplare esposto nella mostra “Viaggio oltre le tenebre: Tutankhamon a Milano”, allestita a Palazzo Reale.

Solo a metà del film compare il “faraone” delle Antichità Egiziane: il celebre egittologo Zahi Hawass, doppiato da Carlo Valli, la “voce” di Robin Williams, tanto per capirci. Drammatiche le immagini che lo riprendono nel Museo Egizio del Cairo circondato da una scorta di agenti in assetto anti-sommossa, durante la rivolta di Piazza Tahrir nel 2011. Le foto di Vannini hanno fornito una documentazione preziosa per il restauro di alcune statue danneggiate durante l’incursione nel museo di alcuni predoni che per fortuna abbandonarono i pezzi dopo aver scoperto che non erano di oro massiccio.

Rimasti (quasi) intatti per oltre tremila anni, i reperti della tomba di Tutankhamon ne hanno viste di tutti i colori nel corso di un solo secolo. Andate ad ammirarli al cinema e, prossimamente, al Grand Egyptian Museum.

Saul Stucchi

Tutankhamon. L’ultima mostra

Elenco delle sale sul sito di Nexo Digital: www.nexodigital.it.

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