È stata una giornata speciale per Udine, quella di ieri, giovedì 3 aprile. Non soltanto perché la città ha celebrato la Fieste de Patrie dal Friûl, ovvero la Festa della Patria del Friuli che ricorda – a quasi mille anni di distanza – la nascita dello Stato Patriarcale friulano, istituito nel 1077. Per quanto riguarda la musica, infatti, è stata segnata da un importante avvenimento: l’esibizione al pianoforte che Yulianna Avdeeva ha tenuto al Teatro Nuovo Giovanni da Udine della città friulana.

Locandine e libretto di sala sorvolano sui dati biografici della musicista. L’imbarazzato silenzio è facilmente spiegabile con la situazione internazionale che provoca infantili polemiche ogni volta che la cultura viene mischiata a interessi di geopolitica, quando non di bottega. E allora diciamolo qui: la Avdeeva è una pianista russa, nata a Mosca nel 1985.
Una volta nominato l’elefante nella stanza – metaforicamente parlando – è il caso di tornare al motivo di queste righe che state leggendo e soprattutto al concerto di ieri sera, applauditissimo dal pubblico in sala.
Il programma impaginava un dittico che univa due giganti del pianismo: Chopin e Liszt, contemporanei, vicini per stima reciproca eppure lontanissimi dal punto di vista musicale.
Questo il “menu” della serata, a cui la musicista ha aggiunto in coda un paio di bis:
Fryderyk Chopin
- Polonaise-Fantaisie op. 61
- Barcarolle op. 60
- Preludio in Do diesis minore op. 45
- Scherzo n. 3 in Do diesis minore op. 39
- Andante spianato e Grand polonaise brillante op. 22
Franz Liszt
- Sonata in Si minore
La Avdeeva indossava un tailleur giacca-pantalone a righe (il motivo sembrava ricordare la tastiera del pianoforte con l’alternarsi di chiari e scuri) con tanto di lustrini che brillavano alla luce dei riflettori. Ma a brillare nella serata è stato soprattutto il suo talento, espresso senza risparmio in brani di indubbia difficoltà, tutti suonati a memoria (cosa che desta sempre uno sconfinato stupore in chi non è mai riuscito a imparare neanche una poesia, per dirne una per tutte: Il passero solitario…).

Riservatissima nel raccogliere gli applausi via via più calorosi tra i primi brani di Chopin, la pianista si è progressivamente sciolta sussurrando a fior di labbra dei ringraziamenti al pubblico.
La seconda parte del programma è consistita in un pièce de résistance – la Sonata S.178 – composta da Liszt tra il 1852 e il 1853, ovvero qualche anno dopo la scomparsa di Chopin (1849). Dedicata a Robert Schumann, costituiva – nelle parole del musicologo Paolo Cascio che firma il libretto di sala – il “perfetto contraltare” al programma chopiniano della prima metà.
Per quanto riguarda la proposta musicale, la stagione del Teatro Nuovo Giovanni da Udine proseguirà in primavera con l’evento Berio 100 in calendario mercoledì 16 aprile (Francesco D’Orazio al violino, Claudio Pasceri al violoncello, Teodoro Anzellotti alla fisarmonica, Alice Rossi soprano), mentre mercoledì 21 maggio saranno ospiti Les Musiciens du Louvre che suoneranno le sinfonie 39, 40 e 41 (la “Jupiter”) diretti da Marc Minkowski.
Nel frattempo io sarò sull’altro versante dell’arco alpino per assistere al concerto del pianista Rafał Blechacz al Lingotto di Torino (martedì 8 aprile), impegnato in un programma che prevede pagine di Beethoven, Schubert e Chopin (tra cui la Barcarolle in Fa diesis maggiore op. 60, uno dei brani più applauditi tra quelli interpretati dalla Avdeeva).
PS: se andate a Udine, non perdetevi i Civici Musei al Castello: a me hanno lasciato il segno.
Saul Stucchi
Teatro Nuovo Giovanni da Udine
Via Trento 4
Udine
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