• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Italia » Il Museo di Castelvecchio a Verona pulsa di vita

24 Maggio 2025

Il Museo di Castelvecchio a Verona pulsa di vita

Tornare più volte a visitare un museo – meglio ancora se con una certa periodicità, come nel mio piccolo sto cercando di fare con la Pinacoteca di Brera a Milano – permette di osservarne da vicino i cambiamenti, quelli grandi come quelli più piccoli. Ogni museo, ma soprattutto quelli gestiti con cognizione di causa e buona volontà – è una realtà viva soggetta a un processo di metamorfosi che non conosce interruzioni. Al massimo quello che all’occhio profano sembrano pause.

Riflettevo su questo – e tanto altro, ma andrei fuori tema – ieri mattina appoggiato al parapetto dei camminamenti del Museo di Castelvecchio a Verona. Ci torno ogni volta che posso, il che vuol dire più o meno ogni volta che passo dalla città scaligera.

Nella visita di ieri mi sono soffermato ad ammirare le mie opere preferite della collezione, ma ho prestato attenzione anche ad altre, lasciandomi guidare dalla curiosità. Come avviene in tutti i musei che vantano un ricco patrimonio, anche qui ci sono cartellini a indicare che alcune opere non sono momentaneamente esposte perché in prestito.

È il caso, per esempio, della Madonna del Roseto attribuita a Michelino da Besozzo o a Stefano di Giovanni (Stefano da Verona): il dipinto è attualmente alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia per la mostra Fratello Sole, Sorella Luna. La natura nell’arte, tra Beato Angelico e Corot.

In cambio la Galleria perugina ha concesso cinque medaglie realizzate da due maestri rinascimentali: le tre di Pisanello raffigurano al diritto Niccolò Piccinino, Leonello d’Este e Alfonso V d’Aragona, mentre le due di Matteo de’ Pasti hanno al diritto Isotta degli Atti e Sigismondo Malatesta.

Altre opere, invece, si sono spostate soltanto in un’altra ala del Castello. Mi riferisco a quelle esposte nel percorso della mostra Fascismo Resistenza Libertà. Verona 1943-1945 che si potrà visitare fino al 27 luglio, con lo stesso biglietto d’ingresso al Museo. La più riconoscibile è una delle icone della collezione, ovvero la Dama delle licnidi di Rubens (1602).

Ma è il caso di tornare alle riflessioni ispirate da quanto osservavo guardando dai camminamenti. Nel giardino disegnato dall’architetto Carlo Scarpa (a cui si deve la struttura del Museo per come la vediamo oggi) un gruppo di persone era impegnato in attività ricreative. A pochi metri di distanza, sempre nel cortile, alcuni archeologi erano invece intenti a lavorare al sito della chiesa di San Martino in Aquaro per riportarne alla luce i resti. Scolaresche di bambini delle elementari attendevano di entrare o sostavano all’uscita mentre gli insegnanti si assicuravano che ci fossero tutti.

Sola soletta campeggiava in mezzo al prato la scultura Muraglia, giallo Mori e verde Alpi di Pietro Consagra. Confesso che non le ho mai prestato molta attenzione, ma nei giorni scorsi ha parlato dell’artista l’editore Giampaolo Prearo in occasione dell’incontro di Lampi. Duetti culturali a lui dedicato nello Studio milanese di Lucia Crespi. Così ho deciso di attraversare il prato per avvicinarmi all’opera.

Un museo vive anche di nuove acquisizioni, “ospiti”, prestiti e scambi. Oltre che di visitatori, naturalmente.

Saul Stucchi

Museo di Castelvecchio

Corso Castelvecchio 2
Verona

Informazioni:

https://museodicastelvecchio.comune.verona.it

Tweet
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Italia

Barra laterale primaria

Articoli recenti

  • Gruppo di lettura: “Uomini e topi” di John Steinbeck
  • “La lista di Socrate” di Simone Cozzi: una recensione
  • Da Voland “Di fronte al fuoco” di Aleksej Nikitin
  • Camilla Barbarito in “Studio (macabro) per donna piumata…”
  • Marcello Francone ospite della MicroMostra di ALIBI

Footer

INFORMAZIONI

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2025 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi